Hanno aggredito un fotografo, lo hanno immobilizzato e gli hanno portato via il giubbino che recava un simbolo antifascista. Un’azione squadrista, secondo la Procura, nell’inchiesta culminata in arresti e perquisizione.
Finiscono agli arresti domiciliari Vittorio Acuto, l'ucraino Taras Buha aderente al battaglione Azov, e Paolo Primerano, romano del quartiere Trionfale residente a Caserta dove svolge servizio di vigilanza presso la Reggia di (aveva una cartucciera di mitra con bossoli esplosi, deferito alla autorità giudiziaria; la Reggia non è responsabile). Diverso il provvedimento per il segretario cittadino di Casapound Roberto Acuto: non riconosciuto con certezza dalla vittima, viene raggiunto dal divieto di dimora dalla provincia di Napoli.
L’aggressione e la rapina sono state consumate al Vomero lo scorso ottobre. L’azione inizia con una frase, prima dei colpi: «Pezzo di merda, cos'è questo giubbino, togliti lo stemma…». In seguito all'aggressione, all'uomo che indossava il giubbotto fu diagnosticato in ospedale un severo trauma cranico.
Le indagini della Digos, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, gruppo antiterrorismo, hanno permesso di individuare gli indagati tramite l'analisi delle telecamere di videosorveglianza.
Nel corso della sua ordinanza il gip Linda Comella rigetta l’aggravante legato alla legge Mancino, perché l’azione non è stata rivendicata da CasaPound.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli aggressori (tranne il cittadino ucraino) erano presenti anche al raduno di via Acca Larentia, immortalati dalla Digos mentre facevano il saluto romano in occasione della commemorazione di un triplo omicidio di militanti del Fronte della gioventù per mano di un gruppo di estrema sinistra.
I due fratelli gemelli Acuto erano andati anche ad Atene per partecipare al raduno di Alba dorata, per poi essere rimpatriati appena sbarcati in aeroporto.