Chirurgia pediatrica, al via a Napoli
il 53esimo congresso nazionale

Dal 21 al 23 settembre i massimi esperti riuniti al complesso di Santa Patrizia dell'Università Vanvitelli

Chirurgia pediatrica, al via a Napoli il 53esimo congresso nazionale
Mercoledì 20 Settembre 2023, 19:03
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Sarà Napoli a ospitare il 53° congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica. Dal 21 al 23 settembre i massimi rappresentanti di tutti i centri nazionali che si occupano di chirurgia del bambino si riuniranno presso il complesso di Santa Patrizia dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, in via Luciano Armanni 5. A distanza di 21 anni, il simposio torna nel capoluogo campano. Presidente del congresso è Alfonso Papparella, professore ordinario dell’ateneo Vanvitelli, coadiuvato da Ciro Esposito dell’Università Federico II e da Ugo De Luca dell’Ospedale Santobono.

Nel corso della tre giorni, i partecipanti si confronteranno sulle più importanti tematiche scientifiche e sulle più moderne tecniche chirurgiche. Un focus particolare verrà dedicato all’obesità e alle patologie dei genitali, che influenzano a lungo termine il benessere fisico, riproduttivo, psicologico e sociale dei bambini.
Sono sette le tavole rotonde in programma, incentrate sulla chirurgia pediatrica, le ustioni e ferite difficili, la chirurgia mininvasiva del reflusso gastro-esofageo, l’andrologia pediatrica, la chirurgia bariatrica e gli eventi avversi. Giovedì 21 settembre, alle 18, sono previsti i saluti delle autorità, tra cui il rettore dell’Università Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti. A seguire si terranno le celebrazioni per i 60 anni della Sicp, presieduta dalla professoressa Gloria Pelizzo, che coordinerà anche la sessione dedicata ai giovani in programma nella mattinata di sabato 23 settembre.


Sempre nella giornata di sabato, vista l’importanza che le professioni sanitarie hanno nell’assistenza dei piccoli pazienti, sarà inoltre organizzato un simposio satellite infermieristico-pediatrico.
Prenderanno parte all’evento anche alcuni ospiti di livello internazionale, come Anthony Caldamone, docente di Urologia pediatrica alla Brown University del Rhode Island (Usa).

«Questo congresso rappresenta un’occasione unica per la città di Napoli - sottolinea Papparella - che accoglierà professionisti del settore di circa 60 centri di chirurgia pediatrica italiana. Sono oltre 350 gli iscritti al simposio, 34 i relatori delle tavole rotonde e 81 faculty tra moderatori e relatori. I temi saranno di grande attualità, a cominciare dal trattamento chirurgico dell’obesità infantile, causata da cattive abitudini alimentari, influenzate anche dalla globalizzazione, oltre che da stili di vita non consoni: un problema paradossale nella regione patria della dieta mediterranea e che va affrontato con un approccio multidisciplinare. Si discuterà anche di malformazioni congenite e di patologie impattanti sulla sfera riproduttiva maschile, con un focus sulle malattie uro-andrologiche, come criptorchidismo e varicocele che, se riconosciute e diagnosticate precocemente, possono essere trattate chirurgicamente con ottimi risultati. Nel complesso, dunque, tre giorni di dialogo e confronto attivo con relatori regionali e nazionali supportati anche da eminenti speaker stranieri».

La Campania si conferma maglia nera per obesità infantile: in base agli ultimi dati disponibili, quasi un bambino su due ha problemi di sovrappeso o di obesità. A certificare il triste primato sono le cifre fornite dallo studio Okkio alla salute, il sistema di sorveglianza promosso e finanziato dal Ministero della Salute. Il tema dell’obesità infantile sarà uno dei principali focus del 53° congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica, in programma dal 21 al 23 settembre a Napoli, presso il complesso di Santa Patrizia dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
La prevalenza cumulativa di sovrappeso e obesità nei bambini italiani di età compresa tra i 6 e i 9 anni è del 32,2%, l’obesità è al 9,4 % e l’obesità grave è al 2,4%. In Campania si registra il 12,6% di obesità, il 6,2% di obesità grave e il 25,4% di sovrappeso, per un totale del 44,2%. Negli adolescenti di età compresa tra 11 e 15 anni, invece, la prevalenza di sovrappeso e obesità in Campania è del 31,6%, a fronte del 22,4% del dato nazionale. Con il suo 44,2%, quindi, la Campania detiene il dato peggiore in Italia, seguita a stretto giro dalla Calabria, con il 42%. A livello nazionale, invece, un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni di età è già obeso o in sovrappeso.

Con lo scoppio della pandemia, la situazione è ulteriormente peggiorata e la letteratura scientifica ha iniziato a parlare di covibesity, mettendo in correlazione lockdown e obesità infantile.
“Il Covid sicuramente ha portato all’aumento dei casi di obesità infantile – sottolinea Alfonso Papparella, professore ordinario dell’Università degli studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e presidente del congresso – in quanto ha costretto a una maggiore sedentarietà soggetti che già avevano difficoltà a mantenere uno stile di vita attivo. Oggi l’Oms stima che ci sono 340 milioni di bambini e adolescenti, dai 5 ai 19 anni, che soffrono di un eccesso di peso, una percentuale che è praticamente raddoppiata dall’inizio degli anni ’70 a oggi”.

Ciò che ha fatto degenerare la situazione negli anni, è stata la rapida e progressiva diffusione di cibi che sono ricchi di zuccheri e di grassi: ecco perché la diffusione nelle scuole di una corretta educazione alimentare è molto importante. «Per l’obesità infantile serve un approccio multidisciplinare che vede in unico team lo psicologo, il pediatra, il nutrizionista, l’endocrinologo pediatra e il chirurgo pediatra. Quando la terapia dietetica e nutrizionale non funziona, quando il cambiamento dello stile di vita, incrementando l’attività fisica, non è sufficiente, anche in età pediatrica si può intervenire con la chirurgia bariatrica» spiega ancora il presidente del congresso a cui partecipa, tra gli altri, il professore Francesco Penta De Peppo che al Bambin Gesù di Roma, dal novembre del 2012 a oggi, ha effettuato 235 interventi di sleeve gastrectomy. «Questa tecnica - prosegue Papparella - è indicata per quei pazienti che hanno un indice di massa corporea superiore a 40kg per metro quadro, soprattutto in casi di coomorbilità di patologie come diabete e ipertensione. Oltre all’approccio tradizionale all’obesità, oltre alla possibilità di un trattamento endoscopico con l’uso di device intragastrici, la figura del chirurgo pediatra sta acquisendo un ruolo sempre più fondamentale per la cura di alcuni pazienti».
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