Napoli. Tute da sub bagnate per eludere le fotocellule: così vengono depredate le scuole napoletane

Napoli. Tute da sub bagnate per eludere le fotocellule: così vengono depredate le scuole napoletane
di Davide Cerbone
Martedì 26 Gennaio 2016, 08:36 - Ultimo agg. 08:43
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Chiamali, se vuoi, effetti collaterali. Risvolti indesiderabili della conversione digitale di una scuola che sta passando dall'ardesia al silicio, dalle lavagne alle lim, mettendo da parte cassino e gesso per fare spazio a computer e proiettori. Un patrimonio tecnologico che da qualche anno suscita gli appetiti non più di criminali improvvisati ma di veri professionisti del crimine. Bande specializzate che eludono le fotocellule indossando tute da sub bagnate e studiano i colpi in ogni minimo dettaglio prima di passare all'opera. Uno sforzo di «intelligence» ben ripagato: quando si svaligia una scuola, oggi, il bottino supera facilmente i 20mila euro. L'attività, dunque, è più redditizia dei furti d'auto e negli appartamenti. Ecco perché i colpi negli istituti sono diventati il nuovo core business di molti ladri. E non basta proteggere aule e laboratori come si farebbe con un caveau. Tra catenacci, lucchetti, cancelli, allarmi e videocamere molti plessi vantano sistemi di sicurezza degni di Alcatraz. Ma i predoni del sapere non si fermano davanti a niente, e il Sannazaro è soltanto l'ennesima vittima. Una cosa è certa: la scuola napoletana difficilmente dimenticherà l'inverno caldo del 2014. Alla fine di novembre ebbe un rilievo nazionale il raid che colpì l'istituto tecnico Galiani, in via Don Bosco: col favore delle tenebre i ladri portarono via 31 lim e altrettanti computer, ma distrussero anche finestre, arredi e macchinari. Una ferita da 200mila euro. Era soltanto l'inizio di una lunga scia di atti vandalici, furti e devastazioni spesso messi a segno nei periodi delle occupazioni.
 



Qualche giorno dopo, all'inizio di dicembre, al liceo Sbordone dei Colli Aminei i malviventi forarono una parete dell'aula multimediale dopo aver disabilitato il sistema d'allarme e forzato porte d'ingresso e lucchetti: addio a 26 computer. Nello stesso periodo, altri pc erano stati sottratti al Tito Lucrezio Caro di via Manzoni e al Mazzini di via Solimena, al Vomero. Pochi giorni dopo era toccato ad un altro liceo, il Galilei, spogliato di computer e videoproiettori. Il 2015, invece, cominciò male per la scuola primaria e dell'infanzia Piscicelli, all'Arenella, che a gennaio sacrificò alla causa quaranta pc. A febbraio, ancora all'Arenella, fu la volta della Maiuri, mentre a marzo nella Montale-Russo di via Pellegrino, a Materdei, i ladri portarono via 45 tablet e sette notebook, un malloppo da 30mila euro, passando per una finestra raggiunta grazie alle impalcatura montate per una ristrutturazione. Neanche a Ferragosto i ladri vanno in vacanza: la materna Ferdinando Russo di Pianura, però, se l'è cavata con danni agli arredi e ai giochi per i bambini. E nei mesi scorsi la razzia è ripresa. Nella notte tra il 7 e l'8 novembre, all'84° Circolo didattico E. A. Mario-De Curtis, quartiere Arenella, sono spariti sei videoproiettori, diversi computer e le lim ancora nuove di zecca, per un valore complessivo di 20mila euro. Una violenza che ha spinto bambini, insegnanti e genitori a marciare con la dirigente e il presidente della V Municipalità.

«Rubare ai bambini significa rubare il futuro. Non lasciateci soli», hanno chiesto. «Grazie ai fondi Pon le nostre scuole vantano attrezzature che mai avremmo potuto finanziare. Alcune hanno ottenuto anche 300mila euro, investimenti che hanno il dovere di proteggere al meglio - osserva Luisa Franzese, direttrice dell'Ufficio scolastico regionale -. Ma soprattutto bisogna rafforzare il principio per cui la scuola è un luogo sacro, che appartiene a tutti».

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