Policlinico Federico II di Napoli, open day vaccinale per i disabili e i loro caregiver

Un team di medici e psicologi dell'azienda ospedaliera Federico II interamente dedicato, oltre alle Asl

Team di Dama
Team di Dama
di Emilia Mangiapia
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 20:00 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 07:31
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Presso l'Azienda ospedaliera universitaria Federico II le persone con disabilità e i loro caregiver possono accedere gratuitamente ad ogni tipo di vaccino, seguiti da un team di 10 esperti tra medici, psicologi e psichiatri con l'iniziativa  de «La persona al centro» del progetto «Disabled advanced medical assistance».

Il progetto Dama è rivolto alle persone con disabilità e particolarmente vulnerabili che si inseriscono con difficoltà nel contesto medico-vaccinale. Per questo motivo l'Aou federiciana mette a disposizione il supporto lungo tutto il percorso per i pazienti in questione e i loro caregiver, che spesso tendono ad avere un'influenza emotiva tale da non riuscire a sostenere la persona supportata, o semplicemente non sottoponendosi al vaccino non tutelano il soggetto vicino più fragile. 

Il direttore generale dell'Aou federiciana Giuseppe Longo ha dichiarato: «L'Azienda ospedaliera Federico II, così come previsto dalle direttive della regione Campania ha attivato gli uffici di vaccinazione per andare incontro alle richieste e ai bisogni della popolazione. Vengono offerti una varietà di vaccini così come le campagne di vaccinazione prevedono. In particolare la giornata di oggi è dedicata ad una fascia particolare di soggetti, quelli portatori di disabilità. Per questi è stato organizzato un open day, dunque la possibilità di venire liberamente presso il centro di vaccinazione della Federico II. Un esempio è quella per il Covid. Saranno vaccinati non solo il soggetto disabile ma anche il caregiver.

Organizzare una giornata come quella di oggi ha un grande impatto sociale».

L'Azienda ospedaliera universitaria Federico II dispone del progetto Dama, per il quale è possibile avere maggiori informazioni al numero 081 746 3400. 

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Ai vertici dell'organizzazione del progetto Dama in Campania c'è inoltre la dottoressa e referente Paola Magri che ha aggiunto: «Quando una persona con disabilità si ammala ci pone sicuramente più problemi di una che non abbia una disabilità. Innanzi tutto ha difficoltà a comunicarci il suo malessere, e ciò si capisce dagli improvvisi comportamenti disfunzionali. Il secondo problema è quello di avere paura di sottoporsi a cure mediche, tac, vaccini, prelievi. I centri Dama sono presenti in tutta Italia, noi in Campania vogliamo fare qualcosa di più occupandoci anche dei loro caregiver, mettere in atto misure di prevenzione per non ammalarsi. Per questo motivo abbiamo creato degli open day che vadano ad agire sulla prevenzione. Spesso anche gli stessi caregiver non hanno modo di prendersi cura di se stessi».

All'open day di oggi ha partecipato anche Maria Rosaria Annunziata, co-fondatrice dell'associazione Epilessie Campania Odv, ed è un'associazione che accoglie pazienti e familiari malati di epilessia. Il percorso Dama è un grande punto di svolta, perchè spesso gli adulti e le persone malate di epilessia la hanno come conseguenza di altre patologie genetiche. Questo significa che hanno anche un ritardo cognitivo e psicomotorio, per cui sono dei bambini che non cresceranno mai. Per loro è necessario un percorso terapeutico che sia analogo a quello dell'età pediatrica. Inoltre crescendo si invecchia e anche i genitori stessi, generalmente caregiver, hanno anch'essi le proprie malattie e per questo motivo il tutto diventa un salto agli ostacoli».

Maria Rosaria è anche la mamma di Marco, 26enne con una malformazione genetica. La sua malattia si chiama Lissencefalia di tipo 1 e ha ritardi psicomotori e cognitivi con episodi di epilessia farmaco resistente.

La madre di Marco ha raccontato di essersi spostata insieme alla sua famiglia in Toscana e Veneto dove non solo non ha ricevuto cure migliorative per suo figlio, ma racconta di aver ottenuto delle cure errate che avrebbero sopperito alle crisi epilettiche ma che avrebbero portato Marco ad avere dei peggioramenti. Maria Rosaria infatti ha aggiunto di essersi rasserenata con il supporto della sanità campana che l'ha supportata fin dal primo momento anche dal punto di vista psicologico. 

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