Napoli, a piazza Bellini giovanissimi con le pistole: «Folla in fuga dai baretti»

I commercianti: «Ragazzini armati a bordo degli scooter e dopo una lite un minore stava per sparare»

Piazza Bellini
Piazza Bellini
di Gennaro Di Biase
Domenica 24 Settembre 2023, 23:46 - Ultimo agg. 25 Settembre, 16:07
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«Napoli sta diventando simile al Brasile: i delinquenti sono sempre più piccoli e giovani, spesso privi di statura criminale e di un sistema alle spalle. Questo rende tutto più pericoloso anche per noi, perché si può uccidere all’improvviso». A parlare sono i falchi, durante un sopralluogo nell’affollatissima piazza Bellini del sabato notte.

La situazione, qui, in una delle location più importanti del turismo e della movida cittadina, si sta facendo grave. «Per due notti consecutive, giovedì e venerdì, sono state estratte le pistole - denunciano i commercianti - Gruppi di giovanissimi, tra i 17 e i 20 anni, che vogliono dare dimostrazioni di forza. Piazza Bellini sta diventando il Far West». Una violenza tanto inutile quanto immotivata, e tanto immotivata quanto pericolosa. Questi sono i danni portati dai «piccoli cani sciolti» delle paranze di giovanissimi in cerca di gloria criminale. Si gioca a diventare delinquenti e i pericoli si moltiplicano, come ha dimostrato l’omicidio del giovane musicista Giovanbattista Cutolo. 

Riannodiamo il nastro alla notte di giovedì 21 settembre.

Sono passate da poco le due, e siamo nell’orario di chiusura dei bar, nel cuore della Napoli turistica e del by-night. Dall’angolo tra via Conte di Ruvo (la strada del Teatro Bellini) e via Costantinopoli «alcuni scooter cominciano a scorrazzare contromano verso piazza Bellini - raccontano i testimoni oculari - A guidarli sono giovanissimi, e mostrano le pistole facendo avanti e indietro per la piazza». «Inizia quindi un fuggi fuggi generale - racconta un altro testimone - si rovesciano anche alcuni tavoli, e nella calca ci sono tanti turisti, visto che i b&b in zona sono centinaia». La polizia arriva sul posto dopo poco. Ma il terrore da Far West si è ormai scatenato. Passano circa 24 ore e, nella notte tra venerdì e sabato, in piazza Bellini riecco le pistole. «Si è scatenato un alterco tra giovanissimi - riferiscono commercianti - All’improvviso uno di loro ha estratto una pistola e l’ha caricata, puntandola verso il ragazzo con cui stava discutendo. Per fortuna non ha sparato». Poteva essere una nuova piazza Municipio. I baristi, intanto, si sono asserragliati nei locali, con il cuore in gola. 

La polizia sta lavorando per ricostruire le vicende attraverso le telecamere degli esercizi commerciali della zona. Le indagini sono in corso. Ma la paura è ai massimi livelli, tra Bellini e via San Sebastiano: «Dalla vigilia di San Gennaro fino a ieri abbiamo visto decine di persone armate in piazza - rivela un altro negoziante - più di una sera su due ci sono le pistole. Gruppi di una decina di giovani armati occupano i marciapiedi e fissano i passanti. A volte, come nella notte di venerdì, hanno puntato le pistole ad altezza d’uomo. Li ho visti, sono giovanissimi: hanno tra i 17 e i 20 anni e fanno paura, perché non si sa cosa abbiano in testa. Stiamo lavorando nel terrore, anche se la piazza è frequentata da turisti e brave persone. Serve un presidio fisso, la camionetta dell’esercito non basta e non basterebbe nemmeno una singola volante». 

 

La Napoli “nera”, in ogni caso, batte altri colpi rumorosi. Arriva da lontano l’escalation della violenza al Bellini, secondo alcuni commercianti: «Da tempo invochiamo un presidio delle forze dell’ordine - dice uno di loro - Negli ultimi mesi le rapine ai danni di turisti e napoletani, in particolare quelle degli smartphone, sono decine a settimana. Un vero e proprio business criminale, che non è stato affrontato come si deve anche a causa di un vuoto legislativo. Insomma, per come la vedo io, è possibile che le baby-gang, visto che sono rimaste impunite per questi crimini minori, ora stiano alzando l’asticella e stiano portando le pistole in piazza. Abbiamo paura, glielo confesso. Alcuni sostengono che alla base di questa impennata di violenza ci sia il controllo dello spaccio tra i Mazzarella e i Contini. Ma secondo me sotto c’è anche un fenomeno sociale: queste dimostrazioni di violenza vengono fatte da giovanissimi, e sono improvvise».

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I falchi non escludono nulla, ma sottolineano che «negli anni scorsi, quando alla guida della nuova camorra c’era Emanuele Sibillo, esisteva un piano criminale più strutturato. Oggi la situazione è molto più frastagliata: non possiamo confermare che queste dimostrazioni di potere siano legate solo alla lotta tra clan per la spartizione dello spaccio, visto che qui in zona spacciano anche gli extracomunitari. Questi episodi sembrano estemporanei, e per alcuni versi più imprevedibili». È la baby-malavita anarchica, è la camorra a casaccio. Quella che può uccidere per niente.

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