Fase 2 a Napoli, folla al Virgiliano tra strade dissestate e il viale giungla

Fase 2 a Napoli, folla al Virgiliano tra strade dissestate e il viale giungla
di Paolo Barbuto
Domenica 10 Maggio 2020, 12:00 - Ultimo agg. 16:12
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Mentre i napoletani se ne stavano in casa per scansare il virus, Napoli s'è definitivamente accasciata nel degrado: asfalto a brandelli, erbacce alte un metro, senso di sporcizia e abbandono. Chi s'è affacciato sul mondo partenopeo dopo i lunghi giorni di lockdown s'è chiesto: ma non sarebbe stato utile mettere qualcuno al lavoro mentre la città era deserta, per tentare di restituirle un volto presentabile?

Diciamoci subito che i cantieri non potevano essere attivati, sicché la manutenzione delle strade che sarebbe stata perfetta nei giorni senza auto, non s'è potuta fare. Si sarebbe, però, potuto tentare di dare un senso alla manutenzione del verde che era consetita anche durante il lockdown. Ah, già, ma a Napoli con o senza le limitazioni la manutenzione del verde è un optional.

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Per toccare con mano il senso di pervasivo degrado, basta fare un salto a viale Virgilio, i 500 metri che portano dritti al parco Virgiliano, il parco di Posillipo panoramico e affascinante.

Ieri quella strada l'hanno percorsa in tantissimi. Anche perché il richiamo della passeggiata nei viali del Virgiliano dopo i lunghi giorni di costrizione in casa, ha attirato in cima a Posillipo centinaia di napoletani. Insomma, per farla breve lassù c'è stato un vero assalto come testimoniano anche le fotografie scattate dal nostro Renato Esposito, che vedete qui sotto.
 

 

Diciamo subito che di situazioni di plateale assembramento non ce ne sono state, almeno nel tempo in cui noi abbiamo visto il parco, poco prima di mezzogiorno. Tanti genitori e moltissimi bimbi ai quali è difficile imporre il distanziamento sociale perché hanno voglia di giocare con gli altri piccini. Probabilmente qualche capannello di mamme un po' troppo affollato: insomma situazioni difficili da giudicare e anche da considerare normali, soprattutto al pensiero che il virus non è sconfitto e che le precauzioni dovrebbero essere ancora altissime.

Un ragazzino, dieci-undici anni, trascina a mano la sua bicicletta all'altezza del parco giochi che si trova in fondo a viale Virgilio. Ha gli occhi gonfi, un papà che sbuffa e una mamma che lo coccola. Ha tentato la sua personale avventura: raggiungere il Virgiliano in sella alla sua bici partendo dall'incrocio con via Manzoni ma dopo nemmeno dieci metri è sprofondato in una buca sul marciapiede ed è caduto, sbucciandosi un ginocchio. Stava evitando un alberello cresciuto in una spaccatura dell'asfalto e non ha visto l'altro ostacolo.

Ecco, la strada verso il parco panoramico di Posillipo è esattamente un percorso a ostacoli. Umiliato dall'indiscriminato taglio dei pini che l'ha ridotto a un cimitero di tronchi mozzati, devastato dalle intemperie che hanno ridotto in frantumi tutto il marciapiede dopo che le radici avevano devastato la striscia d'asfalto per le automobili, adesso viale Virgilio è anche, e soprattutto, una giungla di erbacce che non sono più semplicemente erbacce ma veri e propri alberelli, come quello che il bimbo in bici ha tentato di scansare.
 
 

L'avvicinamento in salita verso il Virgiliano, adesso ha un sapore diverso, esotico: sa d'avventura, di percorsi pericolosi, di brividi lungo la schiena. Il marciapiede non si riesce a vedere, s'avanza tra pezzi di bitume rosso spaccato in mille pezzi, ci s'infila in mezzo a una vegetazione che non promette nulla di buono in termini di pulizia e di animali.

Dinanzi ai nostri occhi una nonna ha lanciato un urlo belluino richiamando attorno a se una piccola folla preoccupata: sosteneva di aver visto tra le erbacce un topo «gigantesco. Più grande di un gatto». Teneva la nipotina in braccio e chiedeva che qualcuno l'aiutasse ad andare al centro della strada, lontana dal marciapiede e dalla giungla piena di pericoli.

Noi, onestamente, quel topo non l'abbiamo visto.
Con altrettanta onestà dobbiamo dirvi che non fatichiamo a credere che ci fosse perché la sensazione di abbandono, di sporco, di schifo, che viene avventurandosi lungo quella strada (oltre a qualche foto postata sui social che mostra oltre ai ratti anche qualche biscia) non permette di pensare che possa essere altrimenti: quella strada è abbandonata e fa ribrezzo. Ma nessuno se ne accorge. 

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