Firme false per le liste, indagati otto assessori e consiglieri a Pozzuoli

Firme false per le liste, indagati otto assessori e consiglieri a Pozzuoli
di Gennaro Del Giudice
Mercoledì 10 Giugno 2020, 10:30
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Un assessore, tre consiglieri comunali, l'ex presidente del consiglio e tre ex consiglieri indagati per presunte irregolarità nella presentazione delle liste dei candidati alle elezioni comunali del 2017 a Pozzuoli.

Firme false a sostegno dei partiti e delle civiche è l'ipotesi di reato dell'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Napoli Sergio Amato, che a conclusione delle indagini preliminari ha iscritto nel registro degli indagati otto persone con l'accusa di concorso in falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Nel calderone sono finiti attuali ed ex consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, in qualità di pubblici ufficiali, chiamati ad autenticare le firme dei sottoscrittori.

Gli indagati sono l'attuale assessore all'Urbanistica Roberto Gerundo, i consiglieri comunali Lydia De Simone (eletta con i Verdi e attualmente nel gruppo Misto), Espedito Fenocchio (in maggioranza con Campania Libera) e Sandro Cossiga, che alle elezioni si presentò come candidato a sindaco con quattro civiche e attualmente siede tra i banchi dell'opposizione. A loro si aggiungono gli ex consiglieri, all'epoca dei fatti uscenti, Antonio Di Bonito (all'opposizione con una civica), Guido Iasiello (Forza Italia), Michelangelo Luongo (in maggioranza con SEL) e l'ex presidente del consiglio comunale Enrico Russo (Campania Libera).

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I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 26 aprile e il 10 maggio del 2017. Nel mirino sono finite 11 liste, 42 firme e 35 firmatari. Sette firme figurano in calce a due liste diverse (quando la norma consente di poterne apporre una sola), mentre le restanti 28 sarebbero ritenute non autentiche: queste, alcune delle anomalie riscontrate dagli agenti della polizia municipale di Pozzuoli che hanno passato al setaccio le 17 liste a supporto di 6 candidati a sindaco e 360 consiglieri comunali durante la tornata elettorale dell'11 giugno di tre anni fa che portò all'elezione bis dell'attuale sindaco Vincenzo Figliolia.

Convocati presso il comando di via Luciano diversi firmatari hanno disconosciuto le firme (accompagnate dagli estremi dei documenti d'identità), negando di aver sottoscritto le liste elettorali. L'inchiesta sarebbe partita dopo un esposto presentato da un candidato non eletto del M5s di Pozzuoli. Dopo quasi un anno e mezzo è arrivata la chiusura delle indagini, in attesa di un eventuale rinvio a giudizio degli indagati. «Attestava falsamente l'avvenuta identificazione del sottoscrittore nonché l'avvenuta apposizione della firma in sua presenza» si legge nell'atto notificato agli otto.

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In particolare a Cossiga vengono contestate 18 firme apposte su 4 civiche a supporto della propria candidatura; a De Simone 4 firme in calce alla lista dei Verdi; Di Bonito risponde per una firma alla lista del M5s; Fenocchio risponde per otto firme di cui 3 autenticate per Campania Libera e 5 per Protagonismo Sociale, quest'ultima in appoggio al candidato sindaco Maurizio Orsi; l'assessore Gerundo per due firme che ha validato per il Centro Democratico; Iasiello per 4 firme validate per conto di Forza Italia che candidava a sindaco Pasquale Giacobbe; Luongo per 3 firme autenticate a Idea Pozzuoli (centrosinistra); Russo per 2 firme raccolte per Campania Libera. «Ho chiesto di essere ascoltato dal magistrato e di fare una perizia calligrafica ha spiegato Antonio Di Bonito, uno degli 8 indagati . Ricordo ancora quel giorno: da me venne un ragazzo che lavorava in un bar che chiese di firmare. Lo stesso ha poi firmato anche per un'altra lista disconoscendo la nostra.

Raccogliemmo oltre 300 firme quando ne bastavano poco più di 200, che senso avrebbe avuto falsificarne una?».

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