Napoli: folla di barelle nel pronto soccorso, il Cardarelli chiede aiuto agli altri ospedali

Napoli: folla di barelle nel pronto soccorso, il Cardarelli chiede aiuto agli altri ospedali
di Melina Chiapparino
Venerdì 28 Ottobre 2022, 20:45 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 09:48
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Folla di barelle al pronto soccorso, l’ospedale chiede aiuto agli altri presidi. E’ nuovamente il Cardarelli a subire la pressione di una quantità talmente elevata di accessi giornalieri da comportare provvedimenti per dirottare i pazienti meno gravi presso altre strutture territoriali. Questa mattina il record di presenze tra le mura delle aree di emergenza, ha causato la «saturazione della capacità ricettiva» nel pronto soccorso e nell’Osservazione Breve, come si legge nel documento inviato alla centrale operativa del 118 dalla direzione ospedaliera per «evitare l’afferenza di pazienti che possano trovare riscontro assistenziale presso altri presidi». Dunque, se per i codici di emergenza e gli ammalati da riferire alla rete tempo dipendente, il presidio collinare non ha mai cessato di prestare assistenza immediata, per tutti gli altri pazienti, è scattata la richiesta di portarli verso altre strutture cittadine così da non congestionare ulteriormente il presidio.

Sulla presenza delle barelle che, in questi giorni, non accennano a diminuire al Caradarelli e, più in generale, sulla situazione critica di tutti i pronti soccorso partenopei, c’è stata la richiesta da parte della segreteria Fp Cgil dell’area metropolitana di Napoli e della Campania di intervenire sul «modello organizzativo» adottato, specie in merito all’attesa del ricovero, considerata dai sindacalisti «la causa principale del sovraffollamento». Pochi giorni fa, invece, altre osservazioni sono state esposte durante il convegno della Federazione Italiana aziende sanitarie e ospedaliere svolto al Cardarelli dove il presidente regionale, Vincenzo De Luca, ha fatto riferimento «al personale ridotto nell’area critica del comparto ospedaliero e sanitario, per cui il governo centrale deve adottare delle decisioni».

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Il dato certo, riguarda senz’altro l’elevato numero di accessi al pronto soccorso che, negli ultimi tempi, registra una media «di 180 pazienti al giorno con circa 10 codici rossi e 55 codici gialli che richiedono approfondite diagnostiche» spiega Antonio d’Amore, da pochi mesi al timone del presidio dove ha messo tra le priorità gestionali la «riorganizzazione dei percorsi di accesso per diminuire i tempi di attesa, velocizzare i ricoveri e abbattere i tempi per gli accertamenti diagnostici». «Oggi abbiamo dovuto fronteggiare i guasti nelle due unità di Emodinamica che non hanno funzionato e per le quali sono in corso gli interventi tecnici» continua d’Amore che sottolinea come il presidio continui a «garantire a tutti la massima assistenza e cura nonostante la carenza, nel pronto soccorso di 15 medici che, inevitabilmente si ripercuote sui tempi di assistenza».

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«Nonostante le difficoltà da fronteggiare riusciamo ad accogliere tutti e fornire assistenza d’eccellenza ma siamo a lavoro per attuare percorsi di accesso veloci, Fast track così da scremare i pazienti in pronto soccorso e snellire l’assistenza» conclude il direttore che annuncia una novità rivoluzionaria. «I cambiamenti devono essere anche strutturali ma non posso chiudere il pronto soccorso per fare interventi tecnici, così cominceremo ad agire parzialmente con interventi di ristrutturazione e rifacimento del pronto soccorso che cominceranno verso l’8 novembre e si concluderanno entro 30 giorni» annuncia il manager deciso a «non arrendersi alle barelle e portare avanti cambiamenti per migliorare l’assistenza, sebbene altre decisioni, come aumentare gli stipendi ai medici dell’emergenza, dipendano dal governo centrale».

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