«Gaetano è tornato», Filangieri incontra gli ex operai Whirlpool: «La felicità è un diritto»

Il dialogo tra il filosofo, i metalmeccanici e le parti soci per la presentazione delle nuove puntate della web serie

Napoli, Gaetano Filangieri con gli operai Whirlpool
Napoli, Gaetano Filangieri con gli operai Whirlpool
di Alessio Liberini
Giovedì 10 Novembre 2022, 18:46
6 Minuti di Lettura

Felicità come strumento per abbattere le disuguaglianze al fine di portare dignità ad ogni singolo cittadino. Lo pensava, già nella seconda metà del Settecento, il filosofo illuminista napoletano Gaetano Filangieri che questa mattina ha fatto tappa nel circolo ricreativo degli ormai ex dipendenti della Whirlpool di Napoli.

Video

Qui, da oltre mille giorni, più di trecento operai lottano per il proprio futuro lavorativo, oggi negato, continuando a tenere accese le giuste luci su un territorio, quello della periferia orientale, dove la desertificazione industriale continua ad andare di pari passo con l’avanzare delle ombre prodotte da una criminalità organizzata che non vede tramonto.

L’occasione, che ha fatto da sfondo ad un interessantissimo dialogo tra il filosofo partenopeo, i metalmeccanici e le parti sociali impegnate nella spinosissima vertenza, è stata la presentazione delle nuove puntate della web serie “Gaetano è tornato”. Questo il nome del progetto, dedicato a uno dei massimi giuristi e pensatori del bel Paese, partorito da un’idea del giornalista Ettore de Lorenzo insieme a Marco Alifuoco. Mentre a vestire i panni di Filangieri ci ha pensato, magistralmente, l’attore Massimo Andrei.

«Abbiamo pensato di riportare nel nostro tempo il filosofo illuminista napoletano, Gaetano Filangieri – spiega Ettore de Lorenzo, regista della serie in onda su Youtube - perché il suo pensiero è di straordinaria attualità. Filangieri parlava di diritto alla felicità e che questo diritto dovesse esprimersi attraverso l’impegno, da parte dello Stato, di garantire un’equa distribuzione delle ricchezze e un lavoro dignitoso a tutte le persone».

«Non a caso – motiva de Lorenzo - siamo voluti venire qui in questa fabbrica che oggi è un simbolo delle lotte operaie. Più di trecento lavoratori sono impegnati in una lotta che va avanti da anni che però non trova una soluzione. Il destino, di queste persone, è molto legato agli effetti devastanti della globalizzazione che in qualche modo crea delle disuguaglianze incredibili. Gaetano Filangieri ci viene a riportare il suo pensiero fatto di razionalità coniugata alla bontà, cioè quel fine che deve essere la felicità nazionale, così come la chiamava lui, e per fare questo lo Stato, i governanti e gli intellettuali devono in qualche modo impegnarsi per garantire a queste persone una dignità fatta di lavoro, di istruzione e di quel minimo di ricerca di felicità che ogni uomo deve avere».

LEGGI ANCHE Whirlpool Napoli, intesa per acquisizione del sito in attesa della reindustrializzazione

Il tema centrale del dibattito odierno è stato proprio il «diritto alla felicità» che «deve essere di tutti» e non può non passare per il diritto al lavoro. Un diritto che da anni rivendicano a gran voce, con umanità e dignità, i lavoratori di Ponticelli che oggi, dopo i licenziamenti collettivi arrivati a novembre 2021, si ritrovano in Naspi. «Chi si deve occupare di questo diritto? – si domanda l’attore Massimo Andrei - Secondo Filangieri se ne deve occupare lo Stato: gli americani l’hanno messo nella costituzione mentre gli italiani, che hanno una delle più belle costituzioni al mondo, questo diritto alla felicità non lo hanno evidenziato».

«Oggi – chiarisce l’Rsu di fabbrica, Vincenzo Accurso - parliamo di come dovrebbe essere la politica per sostenere il popolo. Filangieri ha sempre detto che la politica dovrebbe rispecchiare il benessere del popolo ascoltandolo dal basso per far si che il diritto alla felicità sia garantito a tutti e la nostra vertenza ha questo nel suo punto più alto. Ogni cittadino dovrebbe avere la possibilità di crearsi il futuro realizzando i sogni dei propri figli e dei propri cari. Questo lo si può fare solo attraverso la possibilità di crearselo con un salario, un salario dignitoso».

L’incontro, terminato con la consegna a Gaetano Filangieri della maglietta con su scritto lo slogan simbolo della lotta operaia: «Napoli non molla», è stato d’aiuto anche per fare il punto sull’andamento dell’intricatissima vertenza con i segretari territoriali di Fiom, Fim e Uilm. Ormai del Consorzio, proposto lo scorso anno dal Governo Draghi per il rilancio dell’ex fabbrica di lavatrici, non si sa quasi più nulla.

Ma, contestualmente, si resta col fiato sospeso per capire in che modo il nuovo esecutivo, e quindi il neo ministero delle Imprese e del Made in Italy, possa dare risposte reali, sulla reindustrializzazione del sito, dopo anni scanditi da tante promesse e zero fatti concreti.

Il primo nodo da sciogliere - in seguito alla risoluzione delle problematiche ambientali riscontrate in loco - resta l’acquisizione dello stabile di via Argine che è ancora di proprietà della multinazionale del bianco. Al momento si lavora per far acquisire la fabbrica direttamente alla Zes della Campania per poi poter cedere lo stabilimento ad un qualsiasi soggetto che si dichiari disponibile alla reindustrializzazione. Quest’ultimo, chiunque esso sia, ha l’obbligo – come stabilito da tempo – di riassorbire tutti i «lavoratori alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza». La prima scadenza è prevista già il prossimo 30 novembre: termine ultimo per arrivare all’acquisito, da parte della Zes Campania, dell’impianto produttivo.

«Ci aspettiamo che prima di questa data – spiega il segretario aggiunto della Uilm Campania, Antonello Accurso - ci sia una convocazione per capire cosa stanno facendo per portare a casa il sito e quali sono le iniziative partorite per riempirlo di lavoro». Nel mentre le sigle sindacali non restano con le mani in mano promuovendo, per lunedì 14 novembre, una nuova assemblea in cui hanno chiesto la presenza di «tutti gli eletti dei collegi di Napoli e della Campania alla Camera e al Senato della Repubblica».

«Con l'insediamento del nuovo governo – scrivono in una nota congiunta i sindacati di Fim, Fiom e Uilm - c'è bisogno di una spinta verso il risultato di portare tutti i lavoratori di nuovo a lavorare, per dimostrare che se gli impegni non li mantengono le multinazionali, lo Stato invece interviene ed è in grado di tutelare i lavoratori e di reagire alle difficoltà aprendo una nuova prospettiva, che rilancia un'area con un disagio sociale pesante e che ha bisogno di un segnale di ripartenza importante per il territorio, per il Mezzogiorno e per il Paese».

«La vertenza Whirlpool – concludono le parti sociali - è stata e sarà una vicenda emblematica nel misurare la capacità del governo e del Paese nel reagire allo strapotere del mercato e nel mettere realmente a frutto le opportunità del PIRR per rilanciare il sud e l'Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA