Daniela Di Maggio mamma di Giogiò: «Che vergogna i fischi a Geolier ma il sindaco non dimentichi mio figlio»

Daniela Di Maggio: a Manfredi chiedo un riconoscimento per mio figlio

Daniela Di Maggio
Daniela Di Maggio
Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Lunedì 12 Febbraio 2024, 23:59 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 11:57
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Daniela Di Maggio non ci sta: il comportamento del pubblico di Sanremo e della sala stampa del festival nei confronti di Geolier non le è piaciuto affatto. A parte l’ammirazione che dichiara di avere per il talento del giovane rapper di Secondigliano, la mamma di Giogiò gli è particolarmente affezionata anche per un’altra ragione. Nella chiesa del Gesù Nuovo, gremita all’inverosimile, davanti alla bara del figlio ammazzato da un balordo, c’era pure lui, Geolier, commosso e addolorato per la morte di un bravo ragazzo che nulla aveva a che fare con la criminalità. 

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Ha sentito i fischi del pubblico di Sanremo contro il cantante?
«Certo che li ho sentiti.

Mi sono vergognata per loro. Ognuno può scegliere di ascoltare la musica che preferisce, ci mancherebbe altro: rispetto i gusti di tutti ma se vai via dal teatro come hanno fatto loro sei semplicemente un gran cafone. Tutto qui».

Anche la sala stampa non era proprio dalla parte di Geolier.
«Per quanto mi riguarda un atteggiamento del tutto incomprensibile. Emanuele meritava il successo che ha avuto: i ragazzi lo adorano, raccoglie consensi da nord a sud del paese, francamente l’ostruzionismo nei suoi confronti non lo capisco». 

Però Geolier se l’è cavata bene, le sue risposte sono state apprezzate da tutti.
«Si è comportato da signore diversamente da chi lo ha offeso a scena aperta. Ai fischi e agli insulti ha opposto gentilezza e grande calma».

Si è parlato pure di razzismo verso i napoletani.
«E come no. La solita spocchia degli intellettuali. La verità è che sono tutti invidiosi. C’è un paragone che faccio spesso. Napoli è come se fosse la ragazza più bella della scuola. Le altre compagne ovviamente rosicano. Ecco, questo è quello che è accaduto a Sanremo: hanno rosicato tutti». 

Troppo successo?
«Geolier ed io abbiamo portato al festival numeri che se li sognano. Il mio intervento è stato seguito da 17 milioni di persone. Un’emozione straordinaria e Napoli ha trionfato, Napoli è una città assai potente, abbiamo un’energia particolare che contagia il mondo. In ogni caso c’è un consiglio che vorrei dare a Geolier».

Quale?
«Quello di rimuovere al più presto dal web i video che lo ritraggono mentre canta con un kalashnikov d’oro tra le mani. Un inno alla guerra e alla violenza. Mio figlio è morto per colpa di chi utilizzava le pistole come fossero giocattoli. Non è un bell’esempio: Geolier deve pensare a tutti i ragazzi che lo seguono e lo imitano in ogni cosa che fa. La musica è arte, bellezza, cultura. Mitragliette e pistole non c’entrano niente».

Ieri il sindaco ha consegnato al rapper una targa ricordo del Comune in segno di ringraziamento da parte della città.
«Devo dirlo: sono indignata e mi aspetto delle scuse». 

Per quale ragione Manfredi dovrebbe scusarsi?
«Ha dimenticato di premiare anche Giovambattista Cutolo e sua madre».

Voleva una targa pure lei?
«Ovvio. Grazie a me stanno cambiando le leggi dello Stato, nel nome di mio figlio porto avanti grandi battaglie e il palco dell’Ariston è stata una conferma. Manfredi ha sbagliato, mi dispiace. Ora farà bene a pensare a un riconoscimento per Giogiò che faceva musica senza imbracciare mitra dorati».

Sta forse dicendo che Manfredi la targa al rapper se la poteva risparmiare?
«Non ho detto questo, anzi, tanto di cappello nei confronti di Geolier. Il sindaco ha fatto bene a premiarlo, è un ragazzo che ha saputo riscattarsi, purché cancelli quegli orribili video. Il punto è un altro: ha dimenticato mio figlio, mio figlio e anche me. E non lo trovo giusto».

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