Migranti, la nave Ocean Viking nel porto di Napoli: «Servono nuove strutture per l'accoglienza»

L'annuncio del prefetto: un container nel porto per la prima accoglienza

Lo sbarco dei migranti al porto di Napoli
Lo sbarco dei migranti al porto di Napoli
di Giuliana Covella
Martedì 29 Agosto 2023, 07:05 - Ultimo agg. 17:27
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Nonostante le difficoltà Napoli e la Campania si confermano terre di inclusione e accoglienza. Con questo spirito il prefetto Claudio Palomba ha coordinato ieri le operazioni dello sbarco dei migranti della Ocean Viking, spiegando le modalità intraprese nell'ultimo anno per accogliere le centinaia di persone giunte fino a oggi nel capoluogo partenopeo. Dopo l'arrivo dei 76 naufraghi sbarcati lo scorso 14 agosto a bordo della Life Support di Emergency, ieri è toccato ad altre 254 persone. Numeri che vanno ad aggiungersi ai circa duemila («1.989, di cui 238 minori») arrivati dal primo gennaio ad oggi nella sola provincia di Napoli, come ha spiegato Palomba. E mentre l'assessore al welfare del Comune Luca Trapanese ammette di «essere in affanno per l'accoglienza», in prospettiva la prefettura annuncia le soluzioni per i prossimi sbarchi: una struttura fissa; un vertice con i Comuni dell'area Metropolitana e il potenziamento dei Cas. 

Sul numero delle persone sbarcate nel capoluogo campano, il rappresentante territoriale del Governo ha sottolineato che tra i «254 migranti vi sono 38 minori non accompagnati, di cui 7 hanno meno di 14 anni». Da qui la necessità di capire dove saranno collocati, aggiungendosi a quelli arrivati nei tre sbarchi precedenti: del 6 febbraio con 106 migranti, di cui 22 minori; del 27 aprile con 75 migranti, di cui 39 minori; e del 14 agosto con 76 migranti, di cui 16 minori non accompagnati secondo i dati diffusi dal viceprefetto Gaetano Cupello alla vigilia di ferragosto.

Per un totale, inclusi quelli di ieri, di 511 persone.

«Grazie al tavolo istituto dalla prefettura siamo stati capaci di fronteggiare i nuovi arrivi, ciascuno con le proprie responsabilità e compiti - dice Trapanese, assessore comunale al welfare - ma come Comune siamo in una condizione di affanno perché da gennaio ad oggi abbiamo ospitato 238 minori più quelli che si aggiungeranno con questo sbarco. Abbiamo le comunità piene e facciamo fatica a trovare collocazioni per quelli non accompagnati». Ma dal prefetto arrivano rassicurazioni: «Nonostante lo spazio di tempo molto limitato, la macchina approntata già da domenica sera ha funzionato», dice.

 

Tuttavia quanti di quelli sbarcati potranno essere accolti a Napoli? «Tra le 100 e le 120 persone. Dopo aver sentito la rete delle varie prefetture della Campania, i restanti verranno distribuiti nelle altre province secondo criteri già determinati, dopo aver effettuato lo screening sanitario». Il timore con il nuovo sbarco era infatti che non vi fosse più spazio sufficiente. Ancora una volta è lo stesso Palomba ad assicurare: «Appena sbarcati è stato fatto un primo check e c'è disponibilità». Inoltre in via preventiva per il futuro - ha annunciato - sarà predisposta una «struttura fissa» nelle immediate vicinanze del porto, dove di solito approdano le navi delle Ong, «così che, in caso di sbarchi nella stagione invernale, si possa avere un luogo per la prima accoglienza che non siano però delle tende», ha chiarito. «Sarà un capannone coperto, come quello dove sono stati accolti ieri». 

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Dopo la breve permanenza all'hub residence dell'ospedale del Mare per i controlli sanitari, ad accogliere i migranti saranno i 24 i Cas attivi nella nostra regione. «Per tutti c'è una sistemazione - ha spiegato il prefetto - ad oggi c'è ancora disponibilità in quelli già esistenti ma ne stiamo attivando altri. La rete di accoglienza in Campania è ottimale, grazie allo spirito di collaborazione di tutte le parti coinvolte e a un lavoro condiviso e congiunto». Il prefetto ha inoltre annunciato di aver convocato per oggi «un incontro con i Comuni superiori a 20mila abitanti e le Asl per verificare ulteriori disponibilità in chiave preventiva. Ci prepariamo ad altri eventuali arrivi, un lavoro che già facciamo da mesi per attutire al massimo la sofferenza di queste persone». 

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