«Io, minacciato da un barista al Vomero: aveva i tavolini sugli scivoli per disabili»

«Io, minacciato da un barista al Vomero: aveva i tavolini sugli scivoli per disabili»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 15 Giugno 2022, 23:38 - Ultimo agg. 17 Giugno, 20:41
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«Mi ero limitato a segnalare un problema. Era una cosa evidente, sotto gli occhi di tutti, da cittadino e prima ancora che da volontario da anni impegnato a tutelare i diritti delle fasce deboli, non potevo certo tacere. Qual è stata la risposta? Minacce di morte, un tentativo di aggressione, la promessa che me l’avrebbero fatta pagare. Solo per aver fatto il mio dovere di cittadino». 

E come è finita?
«Mi sono rivolto alla polizia municipale, ho fornito loro tutte le indicazioni: a partire dal video che avevo girato pochi attimi prima, con tanto di indicazioni stradali: c’era lo scivolo riservato ai portatori di handicap completamente occupato dai tavolini di un bar, avevano piazzato dei posti a sedere anche all’inizio di un percorso assistito che in un paese civile non sarebbe neppure messo in discussione.

Purtroppo la strada da fare, in questo campo, è davvero tutta in salita». 

Video

Mario Fontana non ha dubbi, né rimorsi, a proposito di quanto avvenuto pochi giorni fa al Vomero, tra le vie dello shopping, le strade eleganti dell’area collinare, gli edifici monumentali. Sa di aver agito dalla parte giusta, rifarebbe tutto, anche alla luce del brutto quarto d’ora vissuto pochi giorni fa. Non è l’unico in questi giorni ad essere stato raggiunto da minacce, per aver segnalato irregolarità nel corso delle ore di relax, da parte di commercianti poco inclini alle regole, ma anche di gruppi di facinorosi che non accettano alcuna forma di disciplina a tutela della collettività.  

Fontana, dove ha subìto minacce e offese?
«Al Vomero, non lontano dalla zona pedonale». 

Come è andata?
«Mi occupo di assistenza a ipovedenti, ogni anno organizzo iniziative in favore di chi ha problemi di deambulazione e mi sono incuriosito rispetto a quanto era stato piazzato all’uscita di un passaggio pedonale riservato. Mi sono limitato a chiedere spiegazioni. L’ho fatto educatamente, ho chiesto per cortesia di spostare i tavolini che ostacolavano il passaggio, per altro in modo abbastanza plateale. Ma la risposta non è stata allo stesso modo educata».

In che senso? 
«Il titolare mi ha insultato, e fin qui ho solo cercato di abbozzare. Ho chiesto di mettersi nei panni di chi aveva difficoltà fisiche e ho cercato di essere conciliante.

Poi come sono andate le cose?
«Da un lato le offese, dall’altro il tentativo di dare spiegazioni completamente campate in aria».

Tipo?
«Urlavano e insistevano, battendo sulle loro presunte ragioni: mi hanno detto che dovevano lavorare, che dovevano tutelare i loro dipendenti. Solito refrain, ingiustificabile, perché non è che offendendo i diritti degli altri o calpestando le esigenze degli altri, che si tutela il lavoro».

Cosa è accaduto poi?
«Minacce, insulti. Solito corollario. Mi hanno detto che dovevo andare al mare, che che mi avrebbero pagato il biglietto , pur di levarmi di torno. Poi una persona mi ha urlato che se avessi insistito mi avrebbe fatto fare una brutta fine, che mi avrebbe ucciso. A questo punto ho deciso di scattare qualche foto, ho chiarito che le avrei usate per sporgere denuncia».

Quindi cosa è accaduto?
«Sono andato negli uffici della polizia municipale e ho consegnato tutto. Ho indicato riferimenti specifici e ho ottenuto una risposta pressoché immediata».

In che senso?
«Una pattuglia della polizia municipale si è recata sul posto e ha constatato la corrispondenza della mia denuncia. Ed è scattata la multa nei confronti dell’esercente, proprio per quanto riguarda la storia di tavolino selvaggio. Ovviamente mi riservo altre iniziative, a proposito delle offese e delle minacce che mi sono toccate».

Passa ancora davanti al negozio al centro della sua denuncia?
«Certo che ci passo. Non sono io il problema, ma chi in questa città si ostina a violare le regole di convivenza civile. Un punto sul quale, noi cittadini onesti dovremmo fare quadrato e pretendere ogni giorno il rispetto delle regole».

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