Movida a Napoli, madri e figli uniti al Vomero: «In campo contro i bulli»

Il sit in di protesta nei giardinetti di via Ruoppolo

La protesta delle mamme
La protesta delle mamme
di Melina Chiapparino
Domenica 28 Gennaio 2024, 09:00 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 07:27
4 Minuti di Lettura

Cartelli colorati e torce dei cellulari accese per far «luce sul degrado, la criminalità e la violenza». È stata l'iniziativa messa in campo ieri sera per denunciare ancora una volta il fenomeno delle aggressioni che coinvolgono minori. Il sit-in organizzato nel cuore del Vomero dalla rete civica composta da comitati, associazioni e genitori si è svolto all'indomani dell'ennesimo raid violento contro un 13enne del quartiere, bersagliato da calci e pugni lo scorso sabato. 

Il minore, l'ultimo aggredito in ordine di tempo, finito al Santobono per i traumi riportati, stava camminando in via Angelica Kauffmann, a pochi passi dal parco Mascagna quando è stato assalito da un baby bullo. Non è un caso, infatti, che l'area conosciuta da tanti come i giardinetti di via Ruoppolo sia stata scelta come luogo simbolico del sit-in per chiedere «maggiore sicurezza e tutela per i minori diventati troppo frequentemente oggetto di aggressioni» come sottolineato da Nelide Milano, una delle promotrici della fiaccolata e coordinatrice della rete civica per la sicurezza dei Minori e degli Adolescenti. «La battaglia per ottenere più controllo e sorveglianza sul territorio ma anche azioni che siano preventive e non repressive» è l'obiettivo dei comitati delle Mamme Antibulli, dell'associazione Attivamente, del Genas, i Genitori Napoletani per la Sicurezza e del Comitato civico per la sicurezza dei Minori e Adolescenti, uniti in un'unica rete che ha collaborato per realizzare la manifestazioni di ieri. Ad impugnare cartelloni colorati e torce dei cellulari «per richiamare l'attenzione delle istituzioni e di tutta la comunità», sono stati anche genitori, nonni, dirigenti scolastici, professionisti, parrocchiani del quartiere e tanti giovanissimi, alcuni dei quali vittime di aggressioni, tra cui il 13enne picchiato vicino il parco Mascagna. Presente al sit-in anche il deputato di Alleanza Verdi - Sinistra, Francesco Emilio Borrelli.

 

L'allarme lanciato dai manifestanti riguarda soprattutto «le azioni criminali considerate minori e di lieve entità, come le aggressioni a mani nude, che non vanno sottovalutate perché sono l'anticamera di violenze più gravi» ha spiegato Barbara Di Fenza dell'associazione Attivamente che, come tutti, punta il dito «sulla prevenzione e la rieducazione delle devianze minorili». «La vera emergenza è recuperare chi sbaglia per evitare che diventi l'assassino di un innocente, come accaduto a Francesco Pio, o che possa compiere azioni criminali sempre più gravi» ha aggiunto Nelide Milano denunciando anche lo stato di abbandono del parco Mascagna, chiuso a settembre per lavori di restyling e ancora interdetto al pubblico. La frequenza delle aggressioni al Vomero è allarmante «dal momento che succedono episodi tutti i fine settimana» ma la richiesta di sicurezza a tutela dei minori spesso nel mirino di altrettanti minori malintenzionati, riguarda «tutta la città senza differenze di quartiere» ha fatto notare Manuela Marani del Comitato per la sicurezza di Minori e Adolescenti.

Le richieste avanzate dalla rete civica vanno dall'inasprimento della legislazione, ai deterrenti con più controlli delle forze dell'ordine, alla «necessità di un tavolo che possa riunire istituzioni e territorio» ha rimarcato Ilaria Puglia dell'associazione Genas, anche lei “armata” con un cartellone colorato dalla scritta «più sicurezza per i ragazzi».

Video

Tra ottobre e novembre scorsi, i comitati hanno segnalato 4 aggressioni contro minori, finiti in ospedale per i traumi riportati, tutte avvenute nell'area intorno alla zona pedonale di via Scarlatti. Nonostante il dato significativo delle cure ospedaliere, l'allarme lanciato dalle mamme e dai papà dei ragazzi che abitano al Vomero, riguarda «il crescente fenomeno dei raid violenti innescati da pretesti banali, per il solo fine di scaricare pugni, calci e sottomettere» fa sapere Nelide Milano che insieme alla rete ha proposto due tipi di obiettivi. «Occorre una soluzione immediata con la presenza di più forze dell'ordine sul territorio e, quindi, maggiori risorse destinate alla forza pubblica - insiste Nelide - ma soprattutto bisogna lavorare a lungo termine con la prevenzione, la destinazione di spazi per la socialità e il recupero dei minori individuati come bulli e destinatari di misure di rieducazione, perché non farlo significa creare altre vittime della criminalità in futuro». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA