Napoli, auto bruciate per vendetta: la mano dei ras della sosta

Tra Vomero e Chiaia decine di episodi: ritorsione contro chi si rifiuta di pagare

La Smart bruciata a via Martucci
La Smart bruciata a via Martucci
di Giuliana Covella
Domenica 28 Maggio 2023, 23:00 - Ultimo agg. 30 Maggio, 07:33
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Non paga il parcheggiatore abusivo e le incendiano l’auto in via Martucci. Non si ferma quello che sta diventando sempre più un fenomeno allarmante in diverse zone della città, da Chiaia al Vomero, al centro e a Fuorigrotta. Ma non solo. Gli episodi di auto date alle fiamme perché le vittime si rifiutano di pagare la sosta ad abusivi riguardano tutta la Campania («sono almeno 10mila quelli che operano nell’intera regione»), come sottolineano il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” Gianni Simioli.

Nelle ultime settimane si sono verificati diversi casi di vetture trovate arse dalle lingue di fuoco.

Lo stesso Borrelli è stato più volte minacciato per aver denunciato le estorsioni ai danni di onesti cittadini da parte di soggetti senza alcun regolare permesso. L’ennesima vittima è una giovane donna straniera, che ha denunciato l’accaduto alla stazione dei carabinieri di Chiaia.

Automobili in sosta ridotte a brandelli, minacce e ritorsioni quotidiane, denunce che si moltiplicano in ogni parte della città. Un fenomeno, quello delle vetture date alle fiamme, che sta diventando sempre più misterioso nei diversi quartieri di Napoli, ma dietro il quale ci sarebbe la longa manus della criminalità. Sono un “esercito” gli abusivi che gestiscono il traffico illecito della sosta a pagamento, guadagnando in media «tra i 1.500 e i 3.000 euro al mese esentasse», sottolineano Borrelli e Simioli. Ma c’è di più. Paradossale è che «molti di loro abbiano anche avuto accesso illegalmente al reddito di cittadinanza» e, fatto ancor più grave, che «un terzo sia direttamente legato alla camorra». Secondo il deputato, in particolare, «i clan in particolare si dividono le aree più redditizie come quelle intorno agli stadi, o antistanti a cinema, teatri e università. Durante una partita del Napoli in poche ore un abusivo può guadagnare fino a 6mila euro». E se il malcapitato di turno si rifiuta di pagare, il risultato è di ritrovarsi l’auto lasciata in sosta completamente arsa dalle fiamme, com’è accaduto ad una giovane donna che da pochi mesi si era trasferita a Chiaia. 

«Abito lì da sei mesi, prima mi hanno rigato gli sportelli dell’auto, poi mi hanno bucato le gomme e infine lo scorso 23 maggio mi hanno incendiato la Smart». A parlare è N.I., brasiliana di 38 anni, che lavora come ragazza immagine in discoteca. L’odissea della donna era iniziata il 16 maggio, con le prime intimidazioni seguite al rifiuto di lei di pagare 5 euro per lasciare il veicolo in sosta. «All’inizio glieli ho anche dati, pur di trovare posto quando si faceva tardi e non riuscivo a mettere l’auto in garage. Poi mi sono rifiutata e uno dei parcheggiatori della zona mi ha aggredita verbalmente, urlando, inveendo contro di me in dialetto e minacciando che se non lo avessi pagato, mi avrebbe bucato le ruote e alla fine così è stato». 

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Ma la furia dell’uomo evidentemente non si è fermata e dopo l’ennesimo rifiuto di pagare il giorno dopo la 38enne ha trovato l’auto arsa dalle fiamme insieme ad altre tre che erano in sosta in via Martucci. «Sono disperata - dice - perché ora non posso più andare a lavoro. Non potevo certo dargli soldi tutti i giorni e lui mi ha detto che se non lo pagavo mi avrebbe incendiato l’auto». Sul luogo dell’accaduto anche Borrelli, che rimarca: «Siamo senza parole. Ogni volta restiamo sbalorditi di fronte alla prepotenza e all’arroganza di individui che si sono impadroniti in maniera criminale delle strade. Su questa vicenda bisogna andare a fondo - aggiunge - visto che la vittima ha presentato anche regolare denuncia. Noi intanto non molliamo, continueremo a chiedere al governo una modifica alle normative e che per certi soggetti sia prevista la detenzione in carcere. Senza un vero deterrente sarà molto complicato debellare il fenomeno». 

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