Via Duomo come le strade di Barcellona e Copenaghen, con le vetrine illuminate dei negozi, gli eventi all’insegna dell’arte e della cultura, i turisti ma soprattutto i napoletani che tornino ad affollare una delle vie storiche di Napoli. Si concentra in quest’idea l’obiettivo principale della neonata associazione di commercianti, di cui fanno parte finora circa 70 esercenti, che presenta simbolicamente il suo “manifesto” per il rilancio post Covid. Tra cantieri dei lavori Unesco in via di ultimazione, le casse che cominciano - seppure a poco a poco - a non essere più vuote e gli acquirenti che iniziano a intravedersi i negozianti sono pronti alla sfida e si rimboccano le maniche. A dirlo è l’entusiasmo di Eduardo Di Napoli, giovane promotore di una raccolta firme per far sentire la voce della categoria, già noto alle cronache per aver detto no al racket insieme alla sua famiglia: «Stiamo cercando di creare un nuovo centro commerciale sull’esempio di alcune città europee dove ci sono centri storici realmente funzionali con la digitalizzazione, l’illuminazione ed eventi, per unire le realtà che oggi esistono nel quartiere tra Forcella, San Gregorio Armeno e Duomo affinché non siano più dimenticate da nessuno. Parliamo di una via storica che ha bisogno di rialzarsi. I locali commerciali oggi sono più di 200, i commercianti attivi circa un centinaio perché molti hanno abbassato le serrande. Vogliamo far tornare qui la gente, non solo il turista ma chi è del territorio per riportare in auge la zona».
Gli fa eco Francesco Verde, al Duomo dal 2006 con la sua attività, una caffetteria-pasticceria: «Il problema è che a partire dalle 20 questa strada è terra di nessuno, mentre sarebbe bello vederla vivere fino a tardi, nel rispetto ovviamente delle restrizioni anti Covid».
Una voce femminile tra gli esercenti è quella di Tina Vassallo: «Sono nata qui, ricordo che fino a qualche anno fa era un piacere passeggiare per via Duomo illuminata dalle vetrine.