Emergenza Napoli, la Bindi: «Camorra è dato costitutivo della città»

Emergenza Napoli, la Bindi: «Camorra è dato costitutivo della città»
Lunedì 14 Settembre 2015, 15:10 - Ultimo agg. 20:36
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Lungo summit a Napoli della Commissione Antimafia dopo l'omicidio del 17enne Genny Cesarano, al rione Sanità, e l'escalation di violenza che si sta registrando in diverse zone della città, si proverà a fare il punto della situazione. Si è svolta l'audizione del Prefetto, dei comandanti provinciali delle forze dell'ordine, dei vertici giudiziari del Distretto e del procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti.

Bindi. «È già molto importante quello che è emerso oggi: la camorra è un dato costitutivo di questa società, di questa città, di questa regione.

Siamo particolarmente preoccupati in questa fase». Così la presidente della Commissione parlamentare antimafia al termine delle prime due audizioni della missione iniziata oggi a Napoli.

Roberti. La presenza dei minori nelle fila della camorra «non è certo una novità, è una caratteristica costante». Certo, per il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, l'utilizzo dei minori è «spesso conseguenza della lunga detenzione degli adulti, dei capi». Hanno preso le redini - spiega a conclusione della prima giornata, a Napoli, della Commissione parlamentare antimafia - senza però avere la capacità strategica che era propria dei camorristi adulti con una imprevedibilità di azione che rende più complesse le indagini«. E guai a paragonare »queste frange pericolosissime, questi rigurgiti di violenza criminali alle storiche organizzazioni criminali«. I clan, quelli dei Casalesi, dei Graziano, ormai non esistono più, secondo Roberti. Quelle di oggi sono »frange che uccidono per pochi grammi di coca« mentre in questi anni sono stati inflitti »colpi formidabili alla camorra».

Colangelo. Ad oggi «l'attività di contrasto ad organizzazioni criminali, alle sue possibili evoluzioni quali sono quelle a cui stiamo assistendo, è stata affidata esclusivamente al contrasto giudiziario e di polizia giudiziaria». Lo ha sottolineato il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo. Per lui «un efficace contrasto può avvenire solo se tutte le forze concorrono, anche quelle delle istituzioni. Ad oggi tutto questo mi sembra che non si sia mai visto». Colangelo ha sottolineato come le indagini da tempo hanno rilevato un «abbassamento dell'età media delle persone coinvolte in fatti criminosi». I vuoti che si sono creati ai vertici delle organizzazioni camorristiche anche in seguito agli arresti «sono stati colmati dai minori». Quanto alla presenza della Commissione a Napoli, per Colangelo «è segno di attenzione e tempestività».

Pantalone. Un «segno di attenzione a questo territorio», una «missione completa» che chiama in causa le forze dell'ordine ma anche la magistratura, la società civile. Così il Prefetto di Napoli, Maria Gerarda Pantalone, al termine dell'audizione. Una missione che il prefetto Pantalone auspica porti ad un «monitoraggio serio e capillare della situazione» in seguito al quale «speriamo che venga fuori qualcosa per indirizzare tutti ad un'azione più corretta». Gli ultimi episodi che si sono verificati in città, il prefetto li definisce «un qualcosa di molto significativo, in termine negativo ovviamente». La missione della Commissione, anche in virtù di tutto ciò, «è un segno di attenzione a questo territorio».

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