Un'altra notte rosso sangue a Napoli. Ancora violenza, ancora i coltelli, e ancora una volta protagonisti sono i minori. È di due feriti il bilancio di un'aggressione che si è consumata nel quartiere di Poggioreale: vittime, un dodicenne e un quindicenne, finiti in ospedale con lesioni causate da armi bianche. E sebbene i due si siano giunti in orari differenti in due diversi pronto soccorso, si tratterebbe di un unico episodio che racconta quanto pericoloso sia diventato per i giovanissimi attraversare le strade della città.
È l'una della notte tra lunedì e martedì quando un'autoambulanza del 118 interviene per trasportare all'ospedale pediatrico Santobono un dodicenne ferito.
Circa un quarto d'ora dopo i militari del comando provinciale guidato dal generale Enrico Scandone sono costretti a tornare in azione. All'ospedale Pellegrini giunge un secondo minore, un quindicenne, anch'egli con ferite riconducibili ad una lama. Si scopre che i due giovanissimi vivono a Casoria, che abitano nella stessa strada e - con ogni probabilità - sono amici. Logico dedurre, dunque, che siano stati vittime della stessa aggressione, consumata lungo via Stadera, dinanzi a una cartoleria.
Anche la seconda vittima fornisce agli investigatori una versione che convince poco: «Sono stato aggredito da quattro persone che sono scese da due scooter con i volti coperti da caschi integrali e che hanno iniziato a colpirmi senza alcun motivo». Per i militari della compagnia Poggioreale anche il quindicenne sta cercando di nascondere più di qualcosa: l'unica certezza è che il duplice ferimento sarebbe avvenuto nello stesso luogo e la conferma arriva quando i militari effettuano un sopralluogo sul posto, scoprendo tracce ematiche sul ciglio della strada.
Il quindicenne, che in ospedale è arrivato accompagnato dai genitori, viene medicato per ferite da taglio alla gamba sinistra e al gluteo sinistro: verrà dimesso dopo poco con una prognosi di dieci giorni.
Nel frattempo i militari della compagnia Poggioreale guidata dal capitano Salvatore Basilicata fanno scattare le indagini. Vengono anche esaminati i filmati di alcuni impianti di videosorveglianza pubblica e privata che sono presenti lungo via Stadera, nel tentativo di cristallizzare dinamica dei fatti e identificare gli aggressori. In quei fotogrammi potrebbe esserci la chiave di volta dell'inchiesta.
Dicevamo delle incongruenze riscontrate nelle versioni delle vittime. I due ragazzini sostengono infatti di non essere stati aggrediti insieme, e questo già appare poco credibile. A smentirli, tra l'altro, ci sono le ampie tracce ematiche repertate dal sopralluogo dei militari. C'è un altro particolare che fa riflettere: sia il dodicenne che il quindicenne hanno ammesso che gli aggressori non hanno loro sottratto nulla, nemmeno i telefoni cellulari. Il che fa escludere come movente del raid il tentativo di rapina.
Per il momento, dunque, si possono avanzare solo ipotesi. La prima, e forse anche la più credibile, è che vittime e aggressori si conoscessero già; che i due feriti possano essersi spostati di qualche centinaio di metri dal luogo dove risiedono (la frazione di Arpino, a Casoria) per raggiungere via Stadera dove si sarebbero imbattuti in una comitiva di altri giovanissimi con i quali sarebbe scoppiato un diverbio: forse per futili motivi legati a qualche ruggine passata, forse per una ragazzina contesa. Gli animi si sarebbero surriscaldati e dalle parole si sarebbe passati alle vie di fatto, fino a quando non è spuntata la lama di un coltello.