Preso a Ischia, torchiato per ore
«È lui l'assassino del gioielliere»

Preso a Ischia, torchiato per ore «È lui l'assassino del gioielliere»
di Ferdinando Bocchetti
Giovedì 11 Maggio 2017, 08:50 - Ultimo agg. 15:14
3 Minuti di Lettura

I carabinieri lo hanno scovato in un albergo di Ischia, dove si era rifugiato nella tarda mattinata di martedì, e lo hanno messo sotto torchio per diverse ore. Non ha confessato, se ne è stato in silenzio per tutto il tempo dell'interrogatorio Maurizio De Fenza, meglio noto come o Mamozio, presunto assassino di Salvatore Gala, il gioiellerie di 43 anni ammazzato nella notte tra lunedì e martedì nel suo negozio di via Merolla a Marano. Contro di lui, tuttavia, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza che hanno consentito ai magistrati della Procura di Napoli nord di emettere il provvedimento di fermo. Un'indagine lampo, quella condotta dai carabinieri della Compagnia di Giugliano e della tenenza di Marano. De Fenza, 31 anni, pregiudicato ritenuto vicino alla fazione criminale degli Orlando, è accusato di omicidio e rapina. I militari dell'Arma erano andati a cercarlo nella sua abitazione di Calvizzano e avevano scoperto che era improvvisamente partito per Ischia.


È stato individuato in poco tempo, attingendo dalla banca dati della polizia sui movimenti turistici. De Fenza è stato stanato in una stanza dell'hotel Oriente, dotato di un centro termale, dove il 31enne aveva deciso forse di ripulire i residui della polvere da sparo. Presso la sua abitazione, i carabinieri hanno rinvenuto parte dei gioielli rubati dalla cassaforte di Gala e le chiavi della sua autovettura, un'Alfa Mito, fino a ieri sera ancora parcheggiata in via Sconditi, a Marano, negli spazi a ridosso del municipio. Se sull'autore del delitto, almeno stando agli indizi fin qui raccolti, ci sono pochi dubbi, il movente è ancora poco chiaro: Gala avrebbe pagato con la vita per un debito non onorato, forse legato a una partita di cocaina, di cui la vittima pare fosse un abituale consumatore, ma non si escludono anche altre ipotesi. De Fenza, ormai orfano dei suoi riferimenti criminali (gli esponenti di punta degli Orlando sono stati quasi tutti assicurati alla giustizia) potrebbe essersi rivolto a Gala per ottenere un prestito e, una volta incassato il suo rifiuto, non avrebbe esitato a sparargli alla tempia e a sottrargli i preziosi.
 
 

La vita privata del gioielliere, divorziato e padre di una bambina di 7 anni, era segnata da non poche ombre. Diversi i rumors, le illazioni. Pare si fosse rivolto, proprio di recente, al banco dei pegni e si parla con insistenza di frequentazioni con transessuali. Il suo presunto assassino è un pregiudicato molto noto a Marano. Non un pezzo da novanta della malavita locale, ma un personaggio ritenuto comunque contiguo al clan Orlando, che in questi ultimi mesi ha monopolizzato lo scenario criminale cittadino. O Mamozio era finito, poco meno di un mese fa, nelle oltre mille pagine dell'ordinanza di custodia cautelare contro i capi e gli affiliati alla potente organizzazione criminale.
Il pm Maria Di Mauro della Direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari per un caso di presunta estorsione contro il titolare di un'agenzia di scommesse sportive. Richiesta rigettata dal gip Ferri. Era a piede a libero De Fenza, insomma, legato tra l'altro da vincoli di parentela con Luigi Esposito, alias o Celeste, elemento di spicco dei clan Nuvoletta e Orlando.

© RIPRODUZIONE RISERVATA