Omicidio a Mergellina, scatta il piano sicurezza: l'Esercito in campo contro le baby gang

Pattuglie fisse e mobili dei militari nella zona degli chalet, dove è stato ucciso Francesco Pio Maimone

Il presidio dell'Esercito sul lungomare
Il presidio dell'Esercito sul lungomare
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 2 Aprile 2023, 23:08 - Ultimo agg. 4 Aprile, 07:10
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Movida sicura, operazione Mergellina. Nell’area degli chalet è arrivato l’Esercito, che con la sua presenza va a rafforzare il dispositivo sicurezza deciso dal Comitato per l’ordine pubblico su una delle zone rivelatesi più a rischio nelle agitate notti del fine settimane.

È il primo risultato concreto degli accordi presi tra il sindaco di Napoli Manfredi con il Viminale, all’indomani della morte del povero Francesco Pio Maimone, ucciso da un colpo di revolver esploso nella notte tra domenica e lunedì di due settimane fa. Le richieste del primo cittadino erano confluite in un incontro in videoconferenza con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e all’incontro partecipavano anche i sindaci di Roma e Milano.

Non c’era tempo da perdere, e la misura è stata adottata velocemente.

Naturalmente il dispositivo mira a concentrarsi soprattutto sulla zona degli chalet, diventata un vero e proprio Far West soprattutto di notte (in quella zona, otto giorni prima che si consumasse la tragedia del 18enne di Pianura c’era stato un agghiacciante agguato di camorra). Una pattuglia fissa presidia il lato del lungomare, mentre due militari sono stati dislocati anche sul versante interno, nella zona della funicolare di Mergellina, mentre una terza pattuglia ha il compito di controllare il largo Sermoneta.

La presenza dei militari è prevista soprattutto nel corso dei fine settimana, ma le prossime feste pasquali saranno un’altra importante cartina di tornasole per verificare la tenuta dei dispositivi. Gli esperimenti già fatti in altre zone di Napoli - a cominciare dalla zona della Stazione Centrale, dei Decumani e anche al Vomero - hanno funzionato e dimostrato che la presenza dell’Esercito nelle strade della movida, e non solo, svolgono un positivo effetto deterrente. Le regole d’ingaggio restano sempre le stesse: i militari potranno operare sia con “pattuglie miste”, integrati e affiancati cioè ca poliziotti, carabinieri e finanzieri, e sia con funzioni di primo intervento, laddove si rendesse necessario operare d’urgenza e condizioni di emergenza: hanno dunque la piena qualifica di agenti di pubblica sicurezza, sebbene - nel caso in cui sussistano le condizioni per bloccare o ammanettare qualcuno possano solo fermare il sospettato ma non procedere all’arresto, per il quale serve sempre la presenza di un agente o di un militare della Questura o dei comandi provinciali dell’Arma o delle fiamme gialle. 

 

In senso più ampio, l’impiego dei militari dell’esercito impegnati a Napoli nell’operazione “Strade Sicure” è finalizzato a svolgere compiti di presidio presso consolati, Stazione Marittima, aeroporto, uffici giudiziari, nonché presso le abitazioni di soggetti particolarmente esposti nella lotta alla criminalità organizzata. Tutto questo ha risponde anche a una logica di economicità e di un miglior dispiegamento delle risorse sul territorio, perché permette di liberare forze di polizia destinandole a ruoli più specificamente investigativi e di repressione.

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Anche l’altra notte nuove violenze durante la movida. Un giovane ha aggredito senza alcun motivo due fratelli di 19 e 16 anni, colpendoli violentemente mentre erano in largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Poi si è dato alla fuga, ma è stato individuato poco dopo in piazza Bellini dai carabinieri: è un 17enne ed è stato denunciato per lesioni aggravate.

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