Napoli, all'ospedale San Paolo un’altra aggressione: «Sprint per gli agenti»

Insulti e minacce al personale sanitario le guardie giurate hanno evitato il peggio

L'ospedale San Paolo
L'ospedale San Paolo
di Ettore Mautone
Lunedì 15 Gennaio 2024, 23:46 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 12:10
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Alla vigilia del ripristino del posto di polizia all’ospedale San Paolo si registra un nuovo episodio di violenza contro il personale sanitario: domenica, intorno alle 13, nel pronto soccorso dell’ospedale di Fuorigrotta un parente di un ragazzo che attendeva una consulenza chirurgica, dopo una fila durata circa un’ora ha perso la pazienza e tra urla e minacce ha provato a mettere le mani (e i piedi) addosso al personale sanitario.

«Solo grazie al veloce e provvidenziale intervento delle guardie particolari giurate - avverte Manuel Ruggiero, presidente dell’Associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” - si è evitato il peggio. Naturalmente sono volate gravi offese e minacce che solo apparentemente fanno meno male delle botte in quanto la rabbia repressa per parole dure come pietre, tanto offensive quanto ingiustificate e gratuite, scuotono l’animo, fanno perdere la concentrazione, demotivano e aggravano il burn-out dei colleghi istillando il desiderio di mollare tutto e andare a lavorare altrove come è successo in questo periodo a 4 colleghi dell’ospedale del mare.

Lavorare in prima linea è già molto duro, altri pesi non sono sopportabili. Non è facile continuate a spendere tutte le proprie competenze e capacità al servizio di qualcuno che ti aggredisce e insulta. Un corto circuito che si ritorce contro gli stessi pazienti e la funzionalità del servizio». Sono 13 le aggressioni in 15 giorni registrate in questo gennaio tra Napoli e provincia. 

Intanto la Asl accelera sui tempi per dare ospitalità al drappello di polizia la cui riapertura è stata stabilita durante il vertice in prefettura una settimana fa. Oggi dovrebbe arrivare il via libera della questura a una delle due soluzioni logistiche prospettate dal direttore generale della Asl Ciro Verdoliva. I lavori partiranno subito dopo: «Tempo tre settimane e saremo pronti» dice il manager. La Asl Napoli 1 ha anche preso provvedimenti per migliorare il filtro territoriale, ridurre gli accessi inappropriati nei pronto soccorso di pazienti a bassa urgenza, spesso alle prese con i postumi dell’influenza e di altre affezioni stagionali. 

Dopo aver tamponato il picco di fine anno con il blocco temporaneo dei ricoveri non urgenti l’azienda sanitaria metropolitana punta ora sul corretto uso dei servizi sanitari del territorio da parte di cittadini e pazienti. In tutti i distretti sono stati affissi gli orari di attività e l’ubicazione delle guardie mediche. Parliamo dei medici di Continuità assistenziale che lavorano in continuità con medicina e pediatria di base tutte le notti, dalle ore 20 alle 8 del mattino successivo e dalle 10 del sabato (o dei giorni prefestivi) alle 8 del lunedì o giorno feriale successivo. 

 

I medici di guardia possono effettuare prescrizioni urgenti, visite in ambulatorio e, in caso di necessità inderogabili e quando il paziente non è trasportabile, anche accessi domiciliari che tuttavia avvengono raramente. Anche il 118 può attivare il medico di Continuità assistenziale quando una chiamata alla centrale operativa viene rubricata come codice bianco non urgente. Un ruolo cruciale, in quest’ottica, è svolto dai Medici di medicina generale e dai Pediatri di libera scelta. In particolare i primi sono organizzati nelle cosiddette Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che raggruppano da 20 a 25 medici per ogni quartiere.

Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 8.00 alle 10.00 almeno uno studio della rete deve essere aperto anche per pazienti di un altro medico. Gli elenchi con nominativi, indirizzi ed orari, devono essere affissi negli studi di ogni singolo medico. 

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Intanto il consigliere regionale Maria Muscarà con una mozione in aula propone di estendere l’accesso, tramite Fascicolo sanitario elettronico, al personale del 118 per avere in tempo reale la storia clinica di ciascun paziente migliorando le cure e accorciando i tempi degli adempimenti burocratici. «Con i mezzi tecnologici che oggi abbiamo a disposizione, i medici del 118 durante il tragitto dell’autoambulanza potrebbero entrare in possesso di tutte le informazioni cliniche del paziente, dei farmaci che assume, di tutti gli accertamenti e le visite fatte dal medico e si avrebbe un’anamnesi chiara e preventiva del paziente». Un suggerimento fornito proprio dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”. In dirittura d’arrivo infine, la ricetta dematerializzata per dirigenti ospedalieri e specialisti ambulatoriali delle Asl: la Regione sta spingendo per risolvere un problema tecnico sorto al Ministero dell’Economia e finanze che ne ha rallentato l’iter. 

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