Napoli, suicidi in cella a Poggioreale: sabato presidio al carcere

La manifestazione è stata organizzata dall'associazione Liberi di Volare onlus

Poggioreale, suicidi in cella: sabato presidio davanti al carcere
Poggioreale, suicidi in cella: sabato presidio davanti al carcere
Giovedì 14 Marzo 2024, 11:21
2 Minuti di Lettura

Il centro di pastorale carceraria della Diocesi di Napoli, insieme con l'associazione «Liberi di Volare onlus» e con l'associazione Sbarre di Zucchero, ha organizzato, sabato prossimo 16 marzo, a partire dalle ore 10.30, un presidio con partenza da Piazza Cenni e arrivo davanti all'ingresso della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale «Giuseppe Salvia», per dire basta ai suicidi in carcere.

Un fenomeno, spiegano gli organizzatori, «che non riguarda solamente i detenuti, bensì anche gli agenti penitenziari, a dimostrazione di una vita carceraria colma di frustrazione per i ristretti e per chiunque operi all'interno degli istituti penitenziari».

Prenderanno parte all'iniziativa padre Alex Zanotelli, Livio Ferrari del movimento No Prison, don Franco Esposito, direttore della Pastorale Carceraria; Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti per la Regione Campania; Monica Bizaj, presidente dell'associazione Sbarre di Zucchero; Valentina Ilardi, dell'associazione Liberi di Volare onlus.

Video

«Una manifestazione che vuole scuotere le coscienze perché il problema carcere, con la sua violenza e le sue morti, è un problema di tutti», ha sottolineato don Franco Esposito. «Sul tema della giustizia mediatica, sulle intercettazioni, sulle sue barbarie, sulla custodia cautelare, sui suicidi in carcere, sul sovraffollamento, sull'aumento dei giorni di liberazione anticipata e gli errori giudiziari è calato da tempo un silenzio - ha aggiunto Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti per la Campania - Eppure, c'è un numero sproporzionato di persone private della loro libertà contro le regole del diritto. Quasi la metà delle custodie preventive sono indebite ed illegittime. Migliaia di persone devono scontare meno di due anni di carcere e non hanno misure alternative e i tempi della giustizia si allungano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA