Napoli, nove agenti della polizia stradale assolti dalle accuse di corruzione dopo otto anni

«Le accuse mosse dalle Procure sono state meticolosamente smontate e gli agenti assolti perché il fatto non sussiste»

Assolti nove agenti della polizia stradale
Assolti nove agenti della polizia stradale
di Melina Chiapparino
Domenica 21 Gennaio 2024, 09:00 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 07:27
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Poliziotti assolti perché «il fatto non sussiste». È la conclusione dei procedimenti giudiziari che hanno coinvolto nove agenti della polizia Stradale accusati di concussione. L'impianto accusatorio smontato dalle sentenze, addebitava agli imputati, tutti residenti tra Napoli e la provincia, il coinvolgimento in un giro di mazzette che avrebbe coinvolto imprenditori e i loro autisti, ricattati dagli agenti di pubblica sicurezza. Dopo otto anni di dibattimenti nelle aule dei tribunali di Napoli, Nola e Napoli nord, tutti i poliziotti sono stati assolti e nuovamente riammessi in servizio. 

Le indagini nei confronti dei nove poliziotti stradali erano partite nel 2015, a seguito di alcune segnalazioni da parte di imprenditori che lamentavano di aver dovuto dare mazzette agli agenti per non essere multati.

Il primo passo della Procura, dunque, è stata la disposizione di intercettazioni ambientali con la collocazione di cimici nelle auto di servizio dei poliziotti per captare le loro conversazioni e raccogliere eventuali prove così da avvalorare le segnalazioni degli imprenditori. Un'azione investigativa da cui sono scaturiti tre procedimenti giudiziari suddivisi per competenza territoriale tra il tribunale di Napoli, Nola e Napoli nord ma tutti accomunati dalle accuse rivolte agli imputati che avrebbero richiesto mazzette di dieci e venti euro per non verbalizzare infrazioni. Per gli agenti coinvolti nelle indagini è scattata la sospensione dal servizio e, in alcuni casi, anche la misura cautelare della detenzione che è durata alcuni mesi prima della conversione in arresti domiciliari.

«Le accuse mosse dalle Procure sono state meticolosamente smontate e gli agenti assolti perché il fatto non sussiste» spiega Silvio Piantanida, legale difensore di alcuni imputati tra cui gli ispettori Giovanni Laezza e Francesco Consolazio, oggi ritornati in strada a svolgere il proprio lavoro. Per i due poliziotti della stradale, così come per gli altri sette coinvolti nei processi, l'inconsistenza delle deposizioni dei testimoni citati dall'accusa è stato uno degli elementi cardine della difesa. «A Napoli Nord le accuse mosse da alcuni imprenditori che sostenevano di aver ceduto la cifra di 20 euro sono state magistralmente smontate dal difensore che non solo ha dimostrato l'insussistenza dei fatti ma anche l'inattendibilità dei testi che ha rasentato la falsa testimonianza» fa notare Piantanida sottolineando l'esito giuridico dettato dal collegio giudicante in merito all'assoluzione «con formula piena per gli imputati».

Le sentenze che hanno scagionato i poliziotti risalgono a dicembre 2023 e a un secondo provvedimento di qualche settimana fa. Nei fascicoli dei procedimenti a carico degli ispettori della polizia stradale è emerso come «l'insussistenza dei fatti contestati sia stata il motivo principale dell'assoluzione per gli imputati» continua Piantanida ricordando che gli agenti rischiavano quattro anni di reclusione e la destituzione dal corpo di polizia. «L'escussione dei testimoni e dei consulenti ha evidenziato non solo le lacune investigative ma soprattutto l'impossibilità di associare le voci ascoltate ai soggetti captati» ribadisce il legale secondo cui «alcuni autisti degli imprenditori coinvolti nelle segnalazioni, per richiedere rimborsi inesistenti denunciavano ai propri datori di lavoro, proprietari dei camion, di aver dovuto pagare i poliziotti». Dopo anni di processi e di innumerevoli udienze, l'assoluzione con formula piena ha dimostrato l'innocenza dei poliziotti. 

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