Napoli, raid omofobo nel mirino un 23enne: «Nessuno mi ha aiutato»

Un 23enne esce dal supermercato e viene aggredito: sputi, minacce, lancio di cicche di sigarette

Napoli, raid omofobo nel mirino un 23enne: «Nessuno mi ha aiutato»
Napoli, raid omofobo nel mirino un 23enne: «Nessuno mi ha aiutato»
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 1 Aprile 2024, 22:37 - Ultimo agg. 2 Aprile, 06:49
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L’oltraggio, la cattiveria, il disprezzo. Stefano è un ragazzo ventitreenne di Scampia che non ha mai nascosto il proprio orientamento sessuale, e che per questo ha pagato un prezzo molto alto: non era mai accaduto prima, e invece qualche giorno fa ha vissuto un’esperienza che lascerà il segno. Venti minuti di terrore, in balìa di due giovanissimi teppisti che, dopo averlo insultato pesantemente, hanno anche tentato di aggredirlo. E se il bilancio di questo episodio omofobo non è risultato ancora più pesante, lo si deve alla sua prontezza di spirito, oltre che di riflessi. Nelle scorse ore Stefano ha raccontato la brutta avventura ai microfoni di Radio Pride.

Succede tutto per caso. È venerdì, primo pomeriggio, e Stefano dopo aver fatto degli acquisti al supermercato 9sta percorrendo via Roma verso Scampia per tornare a casa. Poca gente in strada quando, all’improvviso, sfreccia uno scooter con due ragazzini che rallentano, accostano e si rivolgono al 23enne con un insulto pesante.
«Mi hanno avvicinato - racconta al “Mattino” Stefano - urlandomi “ricchione”. Istintivamente ho risposto, ho chiesto cosa volessero, e loro hanno proseguito. La cosa sembrava finita lì, e invece dopo qualche minuto sono tornati alla carica: questa volta oltre agli insulti mi hanno tirato addosso una sigaretta accesa, sputandomi addosso. La cosa si è protratta per una ventina di minuti, mentre io cercavo di tirare dritto, di non pensare a quello che dicevano e facevano. Poi mi sono fermato, ho preso il cellulare e ho iniziato a filmarli mentre continuavano a perseguitarmi». Venti minuti di terrore, e nessuno è intervenuto.

A questo punto la cosa ha rischiato di prendere una bruttissima piega: perché uno dei due balordi è sceso dal motorino impugnando un oggetto che assomigliava a una spranga di metallo avvicinandosi sempre più pericolosamente a Stefano. «Forse mi sono salvato solo perché ho avuto il sangue freddo di continuare a riprendere con il telefonino quello che stava succedendo.

A quel punto, forse temendo di essere stato ripreso, quel ragazzo è tornato sul mezzo per fuggire con il complice».

Video

Una volta rientrato a casa, Stefano ha postato le fasi del raid riprese con il cellulare sui social. E il video è presto diventato virale. «Il mio è stato un gesto istintivo di rabbia per quello che avevo subìto. Poco dopo ho cancellato quel post, che però ormai era rimbalzato dalle condivisioni di chi lo aveva visto». Ma non è tutto. «Poco dopo - prosegue Stefano - ricevo la telefonata di un ragazzo che conosco, estraneo all’accaduto: “Ti capisco, quei due ti hanno fatto una cosa per cui dovrebbero vergognarsi, ma adesso sono pentiti e mi hanno detto di chiederti scusa... Puoi cancellare quel video?».

Lo sconforto

Delusione, amarezza e sconforto. «Non accetto più questo stato di cose - si sfoga il 23enne, che ha trovato subito assistenza e solidarietà dall’Arcigay di Napoli - Non è la prima volta che mi è successo, ma fino a venerdì si erano fermati agli insulti verbali. Sono deluso anche se penso che qui, a Scampia, si respira un vento nuovo di rinascita, e voglia di riscatto per tutto il quartiere».
In un primo momento Stefano aveva deciso di denunciare l’aggressione. «Il nostro avvocato è a sua completa disposizione - spiega il presidente di “Antinoo Arcigay Napoli”, Antonello Sannino - Occorre combattere questi balordi. È l’ennesimo vile episodio a sfondo omofobo, tra l’altro con connotazioni molto violente, perché si parla di sigarette spente addosso e di sputi. Faremo tutto quanto nelle nostre disponibilità per ottenere giustizia». Ma Stefano ci sta ancora pensando, anche se nelle ultime ore avrebbe deciso di rinunciare alle vie legali.

Tra i primi a esprimere solidarietà al ragazzo è stato il deputato dei Versi-Sinistra Francesco Borrelli: «Questa aggressione omofoba infame e vigliacca testimonia quanto ancora ci sia da lavorare per la crescita umana, sociale e culturale nella nostra città. Mi auguro che i due responsabili siano immediatamente individuati e condannati severamente». Interviene anche il sottosegretario ai Trasporti, Tullio Ferrante: «Lascia esterrefatti la notizia secondo cui a Scampia, periferia della mia Napoli, un ragazzo di 23 anni per il solo fatto di essere omosessuale sia stato ricoperto di insulti, sputi e cicche di sigarette. Un atteggiamento ripugnante, sintomo di una degradante sottocultura in cui ignoranza e sopraffazione hanno la meglio e che purtroppo ancora trova terreno fertile in alcuni segmenti sociali delle nostre città. Solidarietà alla giovane vittima, con la speranza che si faccia piena luce e che i delinquenti vengano assicurati presto alla giustizia».

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