«Liberate mio padre, da solo non vivo più»: da Scampia l'appello di Ivan abbandonato in barella

«Liberate mio padre, da solo non vivo più»: da Scampia l'appello di Ivan abbandonato in barella
di ​Melina Chiapparino
Mercoledì 13 Agosto 2014, 11:50 - Ultimo agg. 14:46
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Aveva denunciato in una lettera che le sue condizioni cliniche stavano peggiorando e ora, Ivan Grimaldi, il 19enne di Scampia affetto da gravi patologie e tetraplegico lancia un appello dalla barella ospedaliera su cui è ricoverato.





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«Ho scritto al Sindaco, al Cardinale Sepe, al direttore del carcere di Poggioreale, al Garante dei Detenuti e al Magistrato di Sorveglianza per chiedere aiuto- dice il ragazzo soccorso da un’ambulanza stanotte e trasferito al Cardarelli- da 3 mesi non ricevo più l’assistenza di mio padre Antonio a cui erano stati concessi gli arresti domiciliari ma per un cumulo di pena è stato riportato a Poggioreale, quello che chiedo è considerare una pena alternativa visto che io rischio la vita».



Ivan che può muovere solo la testa, paralizzato dall’età di 14 anni, è residente nella Vela Gialla di Scampia in un loculo dove può spostarsi solo dalla cucina alla camera da letto a causa degli spazi ristretti della sedia a rotelle, da un anno circa era assistito dal padre dal momento che anche la madre si è ammalata e non è più in grado di spostarlo per pulirlo o trasferirlo dalla sedia al letto. «Fino a due mesi fa, mio padre mi accudiva dal momento che non basta un’ora di assistenza sociale 5 volte a settimana, ma da quando non c’è mi sono uscite tre grandi piaghe, al sedere, al ginocchio e alla spalla che si ingrandiscono sempre di più - ha scritto il 19enne - senza mio padre spesso dormo sulla sedia a rotelle perché nessuno può spostarmi altrimenti sarei costretto a stare immobile nel letto».



«A causa di un cumulo di pena, risalente a molti anni fa e tecnicamente non considerato quando gli furono concessi i domiciliari, Antonio Grimaldi è stato riportato nel carcere di Poggioreale 3 mesi fa- spiega Nicola Nardella, legale del padre di Ivan- questo ha comportato un brusco e improvviso cambiamento nella vita del ragazzo che ora si sta ripercuotendo sulle sue condizioni cliniche».



Nella lettera di qualche giorno fa, il ragazzo di Scampia sottolineava: «Di chi sarà la colpa se mi succederà qualcosa?».



Ora Ivan si trova su una barella ed il suo appello è disperato anche perché sulla lettiga di fortuna le sue condizioni non possono che peggiorare a causa delle numerose piaghe da decubito. «Chiedo aiuto a tutti e mi rivolgo ai destinatari della lettera perché non ho ricevuto risposte da nessuno- dice Ivan- sto facendo un appello per la mia salute e per un’assistenza a cui ho diritto, non resisterò molto in barella, cosa deve accadermi per sollevare l’attenzione delle istituzioni?»
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