Policlinico Vanvitelli, il bluff del pronto soccorso: lavori finiti ma non apre

Dopo il via libera al cantiere della accettazione centralizzata nel Policlinico Federico II

I locali del pronto soccorso del Policlinico Vanvitelli
I locali del pronto soccorso del Policlinico Vanvitelli
di Ettore Mautone
Lunedì 3 Luglio 2023, 07:21 - Ultimo agg. 4 Luglio, 07:59
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Pronto soccorso nei Policlinici universitari: che fine ha fatto il progetto della Vanvitelli presentato un anno e mezzo fa e dato per pronto? Sono in tanti a chiederselo in città visto il recente slancio impresso dalla cittadella sanitaria collinare della Federico II che, nei giorni scorsi, in Aula Magna, alla presenza del governatore Vincenzo De Luca, ha dato il via libera al cantiere della accettazione centralizzata che entro sei mesi sarà ultimata presso il trauma center (unità diretta dal professor Massimo Marconda) nell'ambito della rete tempo dipendente ortotraumatologica. Di fatto il primo passo di un pronto soccorso vero e generalista da realizzare nell'arco di un massimo due anni. I lavori edilizi, nel complesso del centro storico, sono in effetti stati ultimati a maggio del 2022. Sono costati 2,7 milioni attinti alle casse dell'Ateneo e sono serviti per allestire un intero reparto nuovo di zecca. Da allora - di fronte agli scogli di dotare quell'Emergency di apparecchiature, suppellettili, percorsi clinici e una viabilità dedicati - di strada ne è stata fatta davvero poca.

Nei fatti la struttura è al palo, desolatamente vuota e inoperosa.

Ferma per mancanza di risorse e personale (medici, infermieri e tecnici delle professioni sanitarie). Gli stessi nodi che il presidente della Regione De Luca ha evocato nel tracciare la strada, certo non facile, che dovrebbe portare a un pronto soccorso nell'altro policlinico, quello collinare, per il quale ha comunque ammesso che «i tempi sono maturi». Destini paralleli dunque, quelli dei due policlinici, protagonisti quasi di una corsa a doppio binario il cui presupposto è nella necessità inderogabile, per entrambe le scuole di medicina, di avere in sede un Dea (Dipartimento di emergenza) che invece manca da oltre 30 anni. In collina come nel Centro storico. In teoria la struttura della Vanvitelli dovrebbe essere in dirittura d'arrivo, invece da oltre un anno è tutto fermo. 

Il periodo pandemico non ha aiutato, poi c'è stato, la scorsa estate, il cambio al vertice dell'azienda ospedaliera. Il nuovo manager Ferdinando Russo ha ereditato un progetto finito ma monco dell'ultima parte, quella essenziale, per passare dalle parole ai fatti. I due rettori Matteo Lorito della Federico II e Gianfranco Nicoletti della Vanvitelli hanno nel frattempo provato a unire le forze costituendo un gruppo di lavoro misto per il rinnovo delle intese che legano le due Scuole di medicina con la Regione per il finaziamento della parte assistenziale delle attività che affiancano la formazione e la ricerca di studenti e medici in formazione. La sigla ai due protocolli d'intesa è data per prossima. I due prospetti finanziari dovrebbero essere insomma molto simili se non uguali. E allora? Cosa c'entra tutto questo con il nodo pronto soccorso? C'entra eccome, perché senza soldi la programmazione, le assunzioni e una parte almeno degli acquisti operativi non può essere completata. Ecco allora che, dopo le acque smosse dalla Federico II anche la Vanvitelli sembra essersi scrollata di dosso alcune oggettive lentezze. 

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Ci sarebbe infatti un nuovo calendario fatto di imminenti incontri, vertici tecnici ma anche politici in cui dirimere questioni aperte da anni. A partire dal nodo della viabilità, diventato un'intricata matassa e che ora si spera possa essere sciolto con il sindaco Manfredi. Ma è sempre la Regione ad avere l'ultima parola. È stato proprio De Luca a dire a chiare lettere in Aula Magna, di fronte a una platea gremita di docenti e studenti del policlinico, che senza risorse e personale non si va da nessuna parte. Ma il governatore ha anche mostrato per la prima volta aperture politiche quando ha ammesso che «il pronto soccorso nel policlinico è necessario» e «i tempi sono maturi». Vale anche per la Vanvitelli? «Certo - ha risposto alla domanda dei giornalisti il presidente - si possono sempre firmare accordi interaziendali». Una partita e una corsa a due insomma, dagli scenari ancora poco chiari che potrebbe preludere anche a due distinti poli dell'emergenza, se ve ne fosse la forza e l'opportunità da parte di entrambi. Questioni su cui togliere il velo dell'incertezza e definire in maniera più chiara cronoprogrammi, necessità e urgenze che non possono prescindere dalla segnalazione dell'Osservatorio nazionale sulle Scuole di specializzazione che indica come grave e non più rimediabile la lacuna rappresentata dai policlinici universitari privi di un Dea entro le proprie mura. 

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