Ragazzi vittime di reato, istituzioni in campo a Napoli: «Una rete per aiutarli»

L'obiettivo è «valutare e disporre le misure di protezione più adeguate alla presa in carico del minorenne vittima di reato»

Ragazzi vittime di reato, istituzioni in campo a Napoli: «Una rete per aiutarli»
Ragazzi vittime di reato, istituzioni in campo a Napoli: «Una rete per aiutarli»
di Giuliana Covella
Venerdì 30 Giugno 2023, 11:10
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«In Italia non c'è un servizio pubblico di questo tipo, come negli altri Paesi. Ma più che parlare di protocollo direi che quello che vogliamo attuare è un dispositivo, iniziando con la città di Napoli e prendendo in carico le vittime, cercando di conciliare la loro tutela con le indagini della Procura». A parlare è Maria De Luzenberger, capo della Procura per i minori di Napoli, che nella sede del Centro europeo di studi di Nisida ha illustrato il protocollo operativo di orientamento territoriale per la presa in carico e la tutela di minorenni vittime di reato nel territorio di Napoli. Alla presentazione e alla firma del documento promosso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e coordinato da Defence for Children International Italia, in collaborazione con il Dipartimento di giustizia e di comunità e il Centro di Giustizia minorile della Regione, sono intervenuti il sindaco Gaetano Manfredi, il questore uscente Alessandro Giuliano, il comandante provinciale dei carabinieri Enrico Scandone, l'assessore regionale alla sicurezza Mario Morcone, il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, il procuratore aggiunto di Napoli Raffaello Falcone

L'obiettivo è «valutare e disporre le misure di protezione più adeguate alla presa in carico del minorenne vittima di reato» per «scongiurare il più possibile fenomeni di vittimizzazione secondaria».

Si legge così nel documento stilato dai vari soggetti istituzionali scesi in campo per tutelare bambini e ragazzi vittime di reati. Si partirà dalla città di Napoli e si estenderà poi alla provincia, come ha spiegato il procuratore generale per i minori: «Prenderemo in carico le vittime dei reati più gravi, omicidio, violenze familiari o che subiscono quelli ai danni delle mamme come i femminicidi. Un sistema che dovrebbe portare a una maggiore integrazione tra i vari operatori ossia le due Procure, i servizi sociali del Comune, le forze dell'ordine, l'Asl per una presa in carico immediata, che alcune volte non c'è e altre arriva in ritardo». La partenza dovrebbe avvenire prima dell'estate, «ma importante è sottolineare che è un esperimento unico in Italia, che dovremo mettere a regime». Evidente il richiamo alla cronaca recente, come il ferimento di una bambina a Sant'Anastasia lo scorso 23 maggio (uno dei due autori della sparatoria aveva 17 anni) e l'uccisione del clochard a Pomigliano d'Arco il 19 giugno da parte di due 16enni. «Questo è un momento abbastanza grave dal punto di vista della delinquenza minorile - ha aggiunto De Luzenberger - c'è un aggravamento ma non dal punto di vista numerico, bensì rispetto alla modalità e all'uso delle armi che si sta diffondendo in modo esponenziale». Da qui la necessità di «lavorare sul sostegno alle vittime, anche per diminuire quel numero oscuro di persone che non denunciano». Al centro del patto la tutela del minore: «Occorre anzitutto recuperare lo strappo che il reato ha determinato, poi sostenere il percorso psicologico difficile e talvolta oneroso che comporta». Secondo De Luzenberger chi commette questi reati ha «spesso alle spalle un passato di abbandono scolastico, indice di una cattiva educazione in famiglia». 

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A parlare di «una grande emergenza» è il sindaco Manfredi: «Il Comune agirà con i propri servizi sociali ed educativi per costruire percorsi di reinserimento educativo, ma anche lavorativo così che i minorenni possano avere una seconda chance di ritorno alla normalità in un momento in cui gli episodi di violenza che riguardano i giovani sono sempre più numerosi». «La precocità di alcuni comportamenti, l'abuso dell'alcol e un uso distorto dei social fa sì che i fenomeni di bullismo e violenza che ci sono sempre stati vengano enormemente amplificati. Poi c'è il ruolo delle famiglie che spesso non riescono a garantire quel presidio di vicinanza che aiuterebbe i ragazzi a percorrere strade più appropriate». Per parte sua l'Asl garantirà professionisti qualificati per seguire le vittime: «Abbiamo bandito un concorso per psicologi che scadrà martedì prossimo - ha detto Verdoliva - già da settembre i nostri specialisti saranno operativi e potranno con la loro azione complementare le altre competenze». Per l'assessore Morcone il protocollo è «una alleanza tra le istituzioni verso chi è più debole e in difficoltà». 

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