Il maltempo che nelle ultime ore ha flagellato Napoli ha fatto riportato a galla tutte le fragilità della città. Chiusini poco e male manutenuti letteralmente esplosi a causa della grande quantità di acqua, strade allagate e sottopassi resi impraticabili dalla pioggia hanno causato enormi disagi ai napoletani che, in molti casi, si sono dovuti "armare" di secchi e scope per cercare di tenere l'acqua lontana da abitazioni e negozi. Uno stillicidio che, come ormai triste e consolidata abitudine, non ha risparmiato gli abitanti degli enormi caseggiati popolari dei rioni di periferia, quegli enormi alveari umani dove la manutenzione ordinaria e straordinaria è utopia e dove, per forza di cose, si verificano i disagi peggiori in caso di eventi atmosferici di particolare intensità.
E' il caso del popoloso - e reso popolare da una fiction di successo - rione Luzzatti, dove in occasione dell'ultimo nubifragio che si è abbattuto sul capoluogo partenopeo si sono verificati numerosi allagamenti all'interno dei palazzi di proprietà del Comune di Napoli e nei quali, come hanno denunciato più volte negli anni i residenti, Napoliservizi non interverrebbe nemmeno dopo numerose sollecitazioni e a seguito degli interventi dei Vigili del Fuoco.
Nelle scorse ore è emerso il caso dell'appartamento di via Gaetano Bruno 26, immobile abitato da diversi anni legittimamente dalla signora Carmela e dalla sua famiglia - tra cui una persona disabile - all'interno del quale si è riversato una vera e propria cascata d'acqua.
«Si tratta di una situazione che va avanti ormai da troppi anni per essere ignorata - spiega Antonio Cardone del comitato Geniale IV Municipalita - visto che almeno dal 2018 continuiamo a inviare pec agli uffici competenti del comune per denunciare l’assurda situazione in cui sono costrette a vivere queste persone. Si tratta di inquilini che pagano regolarmente il loro canone d’affitto ed hanno tutto il diritto ad essere assistiti dal Comune che è formalmente proprietario degli immobili ma che continua a ignorare il fatto che questi stessi immobili cascano a pezzi. Siamo solo a settembre e al primo acquazzone di un certo rilievo i cittadini si sono trovati alle prese con un enorme allagamento - continua Cardone - non osiamo immaginare cosa possa accadere se i prossimi mesi si riveleranno piovosi. Non ne facciamo una battaglia di colore politico, ma se il Comune di Napoli non è in grado di garantire la manutenzione dei suoi immobili allora pensi seriamente a dismetterli e a venderli. Non si può pensare che famiglie con persone anziane e disabili siano costrette a vivere in condizioni prossime a quelle del terzo mondo».
Da questo punto di vista fa rumore l'immobilità di palazzo San Giacomo di fronte a richieste di aiuto reiterate nel tempo e che non possono più essere ignorate. Il Comune di Napoli anche in tempi recenti ha rilanciato la necessità di dismettere parte del patrimonio, a cominciare proprio dagli alloggi popolari. Difficile, viste le pessime condizioni di conservazione di gran parte degli immobili e, soprattutto, visto l'enorme numero di occupazioni senza titolo mai regolarizzate, che si possa procedere in tempi brevi a compravendite tra gli attuali affittuari e l'ente. Una situazione che, è bene precisarlo, non è figlia dell'amministrazione Manfredi ma che arriva da anni, se non decenni, di amministrazione "allegra" delle case popolari, una dis-amministrazione - secondo molti abbandono vero e proprio - che a lungo andare ha portato a quei disagi che vengono denunciati oggi e che stanno contribuendo a rendere letteralmente impossibile la vita dei residenti.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout