Scontri ultras Napoli-Ajax, così il capo della Masseria si imbucò nella foto con De Laurentiis

Noto come Micio o come Cat micho Johnson, è stato identificato grazie alle chat dedicate con altri hooligans

La foto di gruppo col presidente Aurelio De Laurentiis
La foto di gruppo col presidente Aurelio De Laurentiis
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 26 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 27 Maggio, 09:04
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Punta alle istituzioni. Anzi: ad andare sotto le istituzioni, con fare violento e aggressivo, per poter incassare credito e potere di influenza da spendere agli occhi della galassia hooligan all'ombra del Maradona. Eccolo Gennaro Grosso, leader di Masseria, da ieri in cella assieme a Carmine Della Cerra, domiciliari a carico di altri quattro presunti teppisti (Carmine Crispo, Giuseppe Di Stasio, Fabio Mascioletti, Luigi Piacentile). Indagine sul ferimento a coltellate di un tifoso dell'Ajax in zona piazza del Gesù e sull'aggressione di due sostenitori della squadra olandese, lo scorso ottobre (in occasione del match casalingo del Napoli contro la squadra di Amsterdam), in un'ottica di contrapposizione contro quasi tutte le tifoserie europee. 

Noto come Micio o come Cat micho Johnson, Gennaro Grosso viene identificato grazie alle chat dedicate con altri hooligans, ma anche grazie ai riscontri trovati nel suo appartamento (le scarpe inquadrate in alcuni frame). Inchiesta condotta dai pm Francesco De Falco e Danilo De Simone (sotto il coordinamento dell'aggiunto Sergio Amato), non è la prima volta che Grosso viene inquadrato per azioni violente o in indagini giudiziarie. È indicato come protagonista degli scontri di ottobre del 2021 (devastazione di via Santa Lucia dopo il lockdown), ma anche del pressing contro alcuni esponenti della ex giunta comunale, in occasione della realizzazione della statua di Maradona (secondo quanto emerge dalle indagini del pm Antonello Ardituro, oggi alla Dna), mentre oggi il suo nome fa ancora notizia. Non solo per la storia degli assalti ai supporter olandesi, ma anche per il suo ruolo di imbucato in un incontro ufficiale tra alcuni gruppi di ultrà (tutti schedati dalla Digos) e il presidente Aurelio De Laurentiis.

Siamo allo scorso 15 aprile, nella hall dell'Hotel Britannique, quando scoppia la pace tra tifosi organizzati e il patron azzurro. Pochi giorni prima, la brutta pagina dello sciopero del tifo contro il Milan (con famiglie, donne e bambini inclusi, costretti a girare le spalle al campo e a non tifare su ordine di alcuni teppisti). In questo scenario, De Laurentiis è stato ascoltato come persona informata dei fatti in Procura, per verificare se ci sono gli estremi per una sorta di estorsione nei confronti della società. Fatto sta che ad aprile, Grosso era un imbucato, capace di inserirsi nel gruppo della foto opportunity nonostante il suo nome non fosse nella lista conosciuta alla Digos. Spiega il club azzurro: «Il signor Gennaro Grosso non ha mai preso parte all'incontro con il presidente De Laurentiis e i capi ultrà, incontro di cui la Prefettura era stata avvisata. La foto che ritrae il presidente De Laurentiis con gli ultrà è stata scattata alla fine dell'incontro, il signor Grosso si è evidentemente inserito successivamente».

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Ma torniamo alle indagini culminate ieri negli arresti, al termine delle verifiche della Digos guidata dal primo dirigente Antonio Bocelli. Per organizzare la battaglia, gli indagati avrebbero usato l'espressione in codice Defcon4 (defense readiness condition), come per gli allerta militari in Usa, mentre via chat Grosso detta la linea: «Non li dobbiamo far unire...», riferendosi agli olandesi giunti a Napoli; poi l'emoticon con il coltello, dopo il ferimento del ragazzo olandese; per arrivare poi alla sferzata verso gli altri presunti complici: «Non pensate solo ai messaggi, non pensate solo a scrivere... ma dovete scendere»; e ancora: «C'è chi alle provocazioni risponde dal divano e chi con le spranghe in mano...», alludendo alla necessità di dare inizio alla rappresaglia notturna. Dopo l'aggressione contro i due tifosi Ajax in via Medina, un video trionfale con tanto di incoraggiamento: «Bravi tutti, orgoglioso della vostra presenza... che seratina». Tutti gli indagati ora potranno replicare alle accuse e sostenere la propria innocenza. 

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