Sodano, processo rallenty:
10 anni dopo arriva il flop

Sodano, processo rallenty: 10 anni dopo arriva il flop
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 5 Febbraio 2021, 09:07
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Ci sono voluti oltre due anni per sciogliere il nodo in aula dei decreti autorizzativi delle intercettazioni. Poi c'è stata la lunga attesa della nomina di un perito in grado di analizzare il contenuto delle fonie di volta in volta acquisite, per mettere a fuoco la corrispondenza tra quanto era stato trascritto - lo sbobinato - e il captato. Storie di ordinaria paralisi giudiziaria, che ha riguardato anche uno dei processi (e delle inchieste) che all'inizio dello scorso decennio catalizzarono non poco l'opinione pubblica napoletana.
Parliamo del processo a carico dell'ex vicesindaco Tommaso Sodano, uno di quei fascicoli che - a leggere le cronache del 2012 - rappresentava il centro del dibattito politico e mediatico a Napoli.

Un processo che si sta trascinando da anni dinanzi alla prima sezione penale e che è decisamente a rischio flop.

Anzi. Su una parte delle ipotesi di reato si è abbattuta la mannaia della prescrizione, mentre per altre ipotesi di accusa i tempi sono decisamente stringati. Quanto basta a confermare le parole pronunciate appena sette giorni fa dai vertici del distretto di corte di appello di Napoli, in relazione a quanto avvenuto nei mesi dell'emergenza Covid: il lockdown - è stato il grido di allarme - ha inferto la mazzata finale. Ricordate il caso? Il quaranta per cento dei processi si prescrive una volta approdato in Corte di appello. Quasi la metà dei dibattimenti che si affaccia ai piani alti del Palazzo si esaurisce con un nulla di fatto. Nessuna giustizia per le parti offese, ma neanche per gli imputati, posti di fronte al bivio della rinuncia alla prescrizione per affrontare una valutazione nel merito destinata però ad essere ancora rinviata di molto.


Un caso che riguarda soprattutto il penale, dal momento che nel campo civile c'è una maggiore attitudine alla trattazione scritta e una maggiore capacità di resilienza rispetto alle nuove norme di distanziamento e diversificazione dettate dall'emergenza sanitaria.



Ma torniamo al processo della prima penale. Non ha fatto neppure in tempo ad arrivare in appello, dal momento che la prescrizione è di fatto già in corso, anche se si attende la prossima udienza di marzo per la declaratoria ufficiale. Parliamo di un processo che ha riguardato i vertici di Palazzo San Giacomo, tanto da rappresentare il primo scossone della magistratura nei confronti della appena nata giunta arancione. Ricordate? Sodano braccio destro di De Magistris. Il vicesindaco, con un passato di denunce e di lotte in campo ambientalista. Viene coinvolto in un'accusa di abuso di ufficio, per aver favorito una docente della università di Bergamo con un progetto (una consulenza) finalizzata a migliorare le condizioni di viabilità del centro cittadino. Da allora, per Sodano e per la Roscia (che è il nome della docente), restano solo tanti titoli di giornale che hanno riguardato gli atti investigativi di volta in volta depositati e l'attesa di un verdetto che - probabilmente - non ci sarà più. Ed è nello stesso processo che la Procura di Napoli ha inserito anche i nomi di altri esponenti del mondo politico amministrativo della prima era De Magistris. È il caso della storia dei biglietti al San Paolo e delle multe cancellate, vicenda che vede tuttora formalmente coinvolti l'ex assessore allo sport Pina Tommasielli, il suo ex staffista e un paio di dirigenti comunali.


Da allora, dal 2012 ad oggi, si attende la parola di un giudice, fosse anche una sentenza di primo grado. Un fascicolo destinato a finire in quella sorta di cimitero dei processi su cui hanno attirato la loro attenzione i vertici della corte di appello. Una vicenda che non conta detenuti e che è destinata a procedere in un modo tutt'altro che spedito. Un limbo, reso ancora più in sospeso dall'avvento del Covid. Difesi dai penalisti Francesco Picca, Ester Siracusa, Domenico Ciruzzi e Claudio Botti, gli imputati Sodano, Roscia, Tommasielli e Pulli (quest'ultimo dirigente comunale in pensione) attendono la prossima udienza, quando il giudice sarà chiamato ad esprimersi sulle perizie legate alle trascrizioni delle intercettazioni. Un appuntamento nel quale, però, bisognerà formalizzare l'avvenuta prescrizione di alcuni reati (come l'abuso d'ufficio), su cui - a questo punto - sarà del tutto inutile attendere il lavoro di screening dei consulenti attesi per almeno due anni e mezzo.

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