De Magistris e la Calabria: «Resto anche sindaco di Napoli»; è battaglia sulla poltrona di vice

De Magistris e la Calabria: «Resto anche sindaco di Napoli»; è battaglia sulla poltrona di vice
di Luigi Roano
Martedì 19 Gennaio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 13:24
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Carmine Piscopo - il neovicesindaco - rischia di essere il terzo sindaco della gestione de Magistris: il primo è naturalmente l’ex pm, poi Tommaso Sodano quando de Magistris fu sospeso e se dovesse essere eletto in Calabria lo stesso de Magistris - che ieri ha ufficializzato la sua candidatura alla Regione calabrese - l’assessore all’Urbanistica sarebbe automaticamente il facente funzioni e dunque il terzo primo cittadino in 10 anni di era arancione. Come dire che a Napoli è stato inventato anche il turnover dei sindaci. Come stanno oggi le cose con l’ex pm che fa rotta sulla Calabria? De Magistris continuerà a fare il sindaco di Napoli senza se e senza ma fino all’11 aprile, glielo consente la legge della Calabria.

Se eletto De Magistris dovrà poi scegliere cosa fare: andare in Consiglio regionale della Calabria o se dovesse vincere fare il governatore, oppure rinunciare e restare sindaco di Napoli dove le elezioni potrebbero tenersi solo a settembre. Situazione complessa e a chi chiede a Piscopo chi governa la città con de Magistris già in Calabria la risposta è secca: «Non cambia nulla - racconta il titolare della delega all’Urbanistica - ad amministrare è sempre de Magistris. C’è un grande lavoro di squadra. Guardiamo alle comunali e alla straordinaria avventura del sindaco in Calabria». Tant’è ma se davvero de Magistris fosse costretto a lasciare Napoli Piscopo si troverebbe anche formalmente da solo alla guida della città: potrebbe cambiare qualcosa nel rapporto con tutte le forze politiche incluse le opposizioni? Nella sostanza si potrebbero scongelare i rapporti con il Pd? Difficilissimo, ai limiti dell’impossibile, del resto i dem stano osteggiando l’ex pm anche in Calabria. Il segretario cittadino Marco Sarracino - inoltre - lo attacca frontalmente: «De Magistris, a pochi mesi dalla fine del suo mandato, e dopo l’ennesimo rimpasto di giunta, lascia una città allo sbando, con un debito di bilancio aumentato, il trasporto pubblico allo sfascio, servizi ridotti al minimo storico, strade dissestate o chiuse e lavori pubblici inesistenti».

Il segretario metropolitano insiste con la critica serrata: «In piena pandemia, e con la più grande crisi economico-sociale dal dopoguerra ad oggi, la sua unica preoccupazione è la ricollocazione politica, cercando una nuova poltrona pronta ad accoglierlo. La notizia, dimostrazione plastica del suo fallimento, non può che lasciare basiti. Il sindaco da domani a cosa si dedicherà? Ai napoletani o alla campagna elettorale in Calabria? Napoli merita di più, e sarà compito del Partito democratico ricostruirla, insieme a quanti vorranno esserci. Da oggi comincia una nuova storia». 

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L’affondo di Sarracino sembra essere l’ennesima pietra tombale su eventuali accordi trasversali con de Magistris. Vero? Falso? Difficile stabilirlo adesso. È chiaro però che le strade della politica sono infinite. E visto che in ballo non c’è solo la Regione Calabria, ma anche e soprattutto Palazzo San Giacomo, non è una mera utopia pensare che un confronto prima o poi tra le parti potrebbe anche esserci. Al momento a Napoli l’unico candidato ufficiale a sindaco è Alessandra Clemente proposta da de Magistris. Un candidato di bandiera, almeno a oggi, ma l’unico su piazza. Mentre la crisi del Governo con il premier Giuseppe Conte in bilico sta complicando maledettamente i sogni di gloria di Pd e M5S che hanno messo di fatto in campo per Napoli il presidente della Camera Roberto Fico e i due ministri Enzo Amendola e Gaetano Manfredi. In questo senso il Pd potrebbe avere addirittura la necessità di trovare a tutti i costi un dialogo con gli arancioni e sarebbe più semplice farlo con Piscopo che con de Magistris non fosse altro per l’antipatia reciproca personale tra le parti. I dem a Napoli non arrivano al 16% e il M5S è messo pure peggio. Oltre alla Clemente in campo ci sarà anche Antonio Bassolino, insomma da quella parte, cioè nel centrosinistra il rischio di perdere è forte se non si è uniti. Soprattutto se il centrodestra schiererà Catello Maresca come candidato.  

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