Napoli, in piazza per il diritto alla salute: «Sanità pubblica smantellata»

Dal 2001 dismessi 322 tra ambulatori e laboratori pubblici

Il corteo per le vie di Napoli
Il corteo per le vie di Napoli
di Vincenzo Cimmino
Venerdì 23 Febbraio 2024, 22:05 - Ultimo agg. 22:06
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Napoli si ferma per manifestare. Per gridare aiuto alle istituzioni. Si chiede una Sanità per tutti, che non sia allo stremo. Oggi, 23 febbraio, centinaia di persone si sono date appuntamento in piazza del Gesù. Il corteo, coordinato dalle sigle e associazioni più disparate, è partito alle ore 15 alla volta della sede della Regione.

La sanità campana è allo sbando, non che la situazione nazionale sia più rosea. Si chiedono cose semplici eppure così lontane. Si chiedono pronto soccorso adeguati alle esigenze della popolazione, si chiede la riapertura di tutti gli ospedali chiusi, si chiede una revisione delle liste d’attesa.

Si chiede una sanità pubblica che sia capace ed efficiente.

Da più di vent’anni la Sanità in Campania è sotto attacco. Dal 2001 a oggi sono stati chiusi venti ospedali pubblici e venti pronto soccorso. Come se non bastasse sono stati dismessi anche 322 tra ambulatori e laboratori pubblici. L’elenco dei disservizi, tra mancanza di personale e mancanza di mezzi, potrebbe andare avanti. Ciò che si denuncia, oltre alla mancanza di fondi e un servizio sempre più dirottato verso il privato, è il grosso problema che potrebbe portare la legge sull’autonomia differenziata. Spaccherebbe ancora di più l’Italia, modificando in peggio l’offerta dei servizi al cittadino nelle regioni più povere. E così aumenterebbe ancora di più il divario Nord-Sud.

«Siamo qui oggi a manifestare sia contro i tagli del Governo Meloni al fondo sanitario e alla sanità, – dichiara Giuseppe Raiola, Esecutivo Regionale SGB Campania – sia contro le politiche scellerate della Giunta De Luca, di dismissione dei plessi ospedalieri. In particolare, siamo contrari alle recenti chiusure dei pronto soccorso, sia della città di Napoli che della provincia. Aumentano le lunghezze delle liste d’attesa, aumentano le immigrazioni per cure mediche da questa regione. Altro motivo fondamentale della lotta è l’internalizzazione di tutti i lavoratori in appalto. Non è possibile che un servizio pubblico possa essere affidato a ditte in appallato e subappalto che non rispettano i diritti dei lavoratori e che peggiorano la situazione».

«Siamo qui a sostegno della vertenza che associazioni, comitati e sindacati hanno aperto con la Regione Campania per il diritto alla salute. – commenta Michele Franco di Potere al Popolo – Oggi ammalarsi nei nostri territori è un lusso, curarsi una tragedia. Curarsi costa sempre di più e i pronto soccorso sono chiusi, le liste d’attesa infinite. Occorre alzare la testa, oggi si apre questa vertenza per affermare il diritto alla salute in Campania».

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«Siamo qui a difesa della sanità pubblica, che ormai da anni è smantellata. – aggiunge Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli – Negli ultimi 10 anni i Governi che si sono succeduti, tutti i colori politici, hanno tagliato 50 miliardi alla sanità e li hanno messi sulle armi. L’autonomia differenziata peggiorerà ancora di più le cose, perché accentuerà la regionalizzazione della sanità. Basta vedere com’è ridotta in Campania e com’è in Lombardia. Il sistema De Luca ha prodotto uno smantellamento della sanità pubblica. Basta girare per Napoli per vedere quanti presidi sono stati chiusi e quanto è difficile avere prestazioni mediche pubbliche. C’è poi chi gongola, chi fa affari con la sanità privata».

Il corteo, dopo aver attraversato la città, si è fermato sotto la sede della Regione Campania. Qui una delegazione è stata fatta salire per intavolare un dialogo. Tutto è finito intorno alle ore 19, in attesa che la delegazione uscisse dal palazzo.

A guidare la manifestazione sono stati Unione Sindacale di Base, Medicina Democratica, Comitato per l’Apertura dell’Ospedale S. Gennaro, Precari della Sanità di Caserta, Comitato di Boscotrecase, Sindacato Generale di Base, Confederazione dei Comitati di Base, Potere al Popolo, Rete dei Comunisti e altri.

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