Tagli agli stipendi del 118, nessuna svolta: medici pronti allo sciopero

Tagli agli stipendi del 118, nessuna svolta: medici pronti allo sciopero
di Ettore Mautone
Venerdì 12 Marzo 2021, 09:00 - Ultimo agg. 22:05
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Vertenza 118, scatta la mobilitazione che prelude a uno sciopero dichiarato dai sindacati di categoria e della dirigenza medica dopo i tagli in busta paga scattati per i medici convenzionati del servizio di emergenza e urgenza. Mentre dalla Asl Napoli 1 fioccano le raccomandate in Pec, con lo stop alle indennità orarie di 5,16 euro a cui si aggiunge il via alle trattenute del quinto dello stipendio per recuperare somme erogate negli anni ai camici bianchi e ora giudicate illegittime (recuperi che vanno da 30 mila euro a oltre 100 mila per i pionieri del servizio) non bastano le rassicurazioni ottenute ieri in Regione dal capo di gabinetto della presidenza della giunta regionale, l'avvocato dello Stato Maurizio Borgo, per calmare gli animi. Secondo i camici bianchi la situazione si è incancrenita e i recuperi sulle buste paga sono già in corso. Non c'è più tempo per ulteriori istruttorie. È necessario, dicono, raggiungere la soluzione subito.

Presenti all'incontro avvenuto ieri via web, i vertici regionali e provinciali della Fimmg, Luigi Esposito, Federico Iannicelli e Luigi Sparano, accompagnati dal proprio ufficio legale, Luigi De Lucia e Giovanni Senese a capo dello Smi e infine Aniello Pietropaolo e Francesco Strocchia per Cisl medici e Intesa sindacale.

Sebbene per la prima volta, dopo mesi di confronti infruttuosi con le Asl, i camici bianchi abbiano ottenuto un'interlocuzione qualificata, con chi ha mostrato di essere capace di districarsi senza dubbi e tentennamenti in una palude dai contorni confusi e controversi, la base ha ritenuto di non fidarsi orientandosi nella serata di ieri a una mobilitazione che dovrebbe approdare a uno sciopero da indire nei modi e nei tempi consentite dalle norme. 

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Dopo aver chiesto la ricostruzione dei termini relativi al numero dei medici coinvolti (67 a Napoli circa 200 in Campania) e all'ammontare delle somme da recuperare (circa 2 milioni di euro solo a Napoli) l'avvocato Borgo aveva rassicurato tutti sulla volontà di trovare una soluzione e sulla piena presa in carico della vicenda da parte della presidenza della Regione. C'era anche la volontà, espressa dallo stesso Borgo, dopo aver approfondito i termini della vertenza, di incontrare e interloquire con il procuratore della Corte dei conti per ottenere alcuni chiarimenti. La vicenda, come è ormai noto, trae origine da contratti e intese di lavoro nazionali e regionali risalenti al 1999 e agli anni duemila. Da avvocato dello Stato Borgo aveva riconosciuto, e anzi sottolineato, la buona fede dei medici e il principio del legittimo affidamento ipotizzando, al netto dell'approfondimento di merito, una possibile via di uscita. I medici però sono scottati, pesano le condizioni di lavoro proibitive a fronte dei procedimenti delle Asl che intanto vanno avanti. Ogni accordo integrativo regionale per l'emergenza sanitaria territoriale - sostengono i medici - si è rifatto al precedente lasciandone in vigore le norme sia nel 2015 sia nel 2013 risalendo fino al 2003 che a sua volta integrava tutto quanto deliberato in Campania agli albori del 118 nel 1999. Quindi, è il ragionamento, pur parlando il contratto nazionale del 2005 di compenso omnicomprensivo assorbente l'indennità negata, tutti gli accordi integrativi hanno riportato norme transitorie che davano valore ai precedenti patti. Una vicenda ingarbugliata in prevalgono animi esasperati, la sfiducia e l'amarezza. In tanti sono pronti a lasciare un servizio 118 a cui hanno dedicato gran parte della loro carriera ed energie tra mille difficoltà misurandosi con un settore delicato e cruciale per la qualità dell'assistenza sanitaria. 

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