Taxi, a Napoli la scure del garante: «Poche auto in strada, subito nuove licenze»

Lettera al sindaco: attese troppo lunghe, ogni giorno disagi per migliaia di cittadini

Manifestazione di protesta dei tassisti in piazza del Plebiscito nel 2022
Manifestazione di protesta dei tassisti in piazza del Plebiscito nel 2022
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Venerdì 3 Novembre 2023, 23:45 - Ultimo agg. 4 Novembre, 18:03
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Ieri mattina è arrivata una nota indirizzata al sindaco Manfredi, l’ha spedita l’Autorità Garante della Concorrenza che chiede di aumentare, con urgenza il numero delle licenze per i taxi perché la città ne ha disperato bisogno. In realtà la missiva, una “segnalazione”, è arrivata anche ai sindaci di Roma e Milano che vivono le stesse difficoltà sul tema delle auto bianche. A tutti è stato chiesto di mettere in strada più taxi. 

Dalla Lombardia e dalla Capitale sono giunte, immediate, risposte all’Antitrust: «Faremo di tutto per far sì che presto a Milano possano esserci nuovi taxi in strada», ha detto l’assessore alla Mobilità, Arianna Censi. L’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha chiarito che «Sul rilascio delle nuove licenze abbiamo evidentemente anticipato i rilievi dell’Autorità poiché abbiamo già avviato le procedure di rilascio di 1000 licenze permanenti e 500 stagionali». 

Il Comune di Napoli, invece, ieri ha taciuto. Aveva già espresso la sua posizione meno di un mese fa, quando il Parlamento diede il via libera al decreto “asset”, con il novo pacchetto di norme per le auto bianche e la possibilità di aumentare fino al 20% le licenze esistenti: «Né io né il sindaco Gaetano Manfredi siamo dell’avviso, almeno in questo momento, di aumentare il numero delle licenze - disse l’assessore Edoardo Cosenza - la strada è l’efficientamento della viabilità».  

L’Antitrust ha realizzato un breve report di 15 pagine, denso di dati statistici che raccontano le difficoltà delle metropoli italiane sul fronte dei taxi.

A Napoli, segnala il Garante della Concorrenza, le ultime licenze sono state concesse 25 anni fa, nel 1998: da quel momento il numero dei taxi è fermo a 2.364 vetture. Con il richiesto aumento del 20% dovrebbero entrarne in servizio altre 470.

Per comprendere i contorni del fenomeno, l’Antitrust ha chiesto, durante la scorsa estate, alle cooperative di radio taxi di fornire i numeri delle richieste, poi ha tirato le conclusioni che, per Napoli, sono imbarazzanti: nella capoluogo partenopeo le richieste di taxi sono passate dalle 144mila del mese di marzo alle 291mila di luglio con una crescita del 102 per cento. Nello stesso periodo le richieste inevase, cioè le persone che non sono riuscite ad avere un taxi, sono passate da 31mila a 142mila con uno spaventoso balzo del 358 per cento. Sulla scorta di questi dati e di altre annotazioni, l’Autorità Garante chiede di utilizzare le possibilità offerte dal decreto “asset” e aumentare del 20% il numero di licenze, anzi si spinge a chiedere ai comuni di chiedere ulteriori possibilità di ampliamento delle licenze, perché il solo 20% in più potrebbe non bastare.

Il documento ricevuto ieri da Gaetano Manfredi e dai colleghi di Roma e Milano è severissimo. Il secondo paragrafo ha un titolo che racconta tutto: «L’inadeguatezza dell’offerta del servizio taxi nei comuni di Roma, Milano e Napoli». Nel testo viene sottolineato che, dall’analisi dei dati ricevuti, emergono «importanti criticità nel mercato dei taxi, riconducibili ad una generale e consistente insufficienza dell’offerta rispetto alla domanda». Nella sua segnalazione, l’Antitrust auspica anche l’adozione di misure aggiuntive, come la regolamentazione delle doppie guide «attualmente presente a Roma e a Milano ma non a Napoli».

La nota dell’Antitrust non è piaciuta a una parte dei tassisti, i quali pretendono di non vedere innestare ulteriori concorrenti nel loro specifico settore, ma è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni dei consumatori.

 

«Servono sanzioni verso i sindaci che non aumentano le licenze a fronte dell’inadeguatezza del servizio», sostiene il Codacons che nei mesi scorsi aveva presentato una formale diffida ai sindaci di Roma, Milano, Firenze e Napoli oltre a un esposto alle Corti dei Conti regionali, ai comandi della Guardia di finanza e all’Antitrust nei quali si chiedevano, appunto, «sanzioni e denunce verso i sindaci per i possibili reati di rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio».

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, spiega che adesso «i sindaci non hanno ora più alcuna scusante e dopo anni di immobilismo devono attivarsi per incrementare le licenze».

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