Torre Annunziata. Nuova struttura del clan Gionta: in manette altri due esponenti

Torre Annunziata. Nuova struttura del clan Gionta: in manette altri due esponenti
di Giovanna Sorrentino
Martedì 21 Ottobre 2014, 19:24 - Ultimo agg. 20:17
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Torre Annunziata. Clan Gionta: il cerchio si stringe. All'appello mancavano Giuseppe Carpentieri e Luigi Guarro: il pericolo che uscissero dal carcere e ricominciassero a riorganizzare la cosca dei Valentini, era dietro l'angolo. Quindi questa mattina sono finiti in manette gli ultimi due esponenti del clan, alleati con i Fransuà, perché destinatari di un decreto di fermo insieme ad altre 6 persone, emesso dalla Dda di Napoli il 5 giugno ed eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata. Quel giorno erano fuggiti all'arresto il boss poeta Aldo Gionta (poi preso il 16 agosto al porto di Pozzallo, quando insieme a 3 complici stava per imbarcarsi su un aliscafo diretto a Malta) e suo figlio Valentino, tutt'oggi irreperibile. Il 5 giugno Carpentieri e Guarro erano reclusi in carcere: il primo a Sulmona, il secondo a Secondigliano.



Non si era ritenuto urgente procedere con i fermi perché detenuti. Fino a ieri. Guarro era stato scarcerato poche settimane fa, Carpentieri sarebbe rimasto dietro alle sbarre per un altro anno: invece entrambi sono finiti in manette di nuovo. Guarro, 24 anni, alias "'O spicchiat", è considerato uno degli esattori del clan. Luigi è il figlio di Michele, anch'egli in carcere da giugno, nell'ambito della stessa operazione a Palazzo Fienga, la roccaforte della cosca dei Valentini. Giuseppe Carpentieri invece, 44 anni, è il marito di Teresa Gionta, sorella del boss poeta Aldo e Pasquale, figli del fondatore del clan, Valentino (condannato all'ergastolo al carcere duro) e Gemma Donnarumma.



Carpentieri è stato intercettato nel 2012, in seguito al tentato omicidio di Giuseppe Maresca, esattore dei rivali Gallo-Cavalieri, che è stato poi ucciso a maggio scorso a via Roma in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti. Giuseppe, insieme al cognato Aldo, secondo gli inquirenti, decideva e organizzava omicidi, estorsioni e traffico di droga.