Violenza in ospedale, la rivolta dei medici con il drappo nero: «Basta aggressioni»

In corsia con la fascia al braccio in segno di lutto: la protesta del 118 e degli operatori del pronto soccorso

Rivolta dei medici con il drappo nero: «Basta aggressioni»
Rivolta dei medici con il drappo nero: «Basta aggressioni»
di Ettore Mautone
Giovedì 28 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 07:05
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Fascia a lutto al braccio per i camici bianchi del 118 e gli operatori dei Pronto soccorso. Scatta oggi dalle 8 alle 16 una mobilitazione negli ospedali per denunciare l’intollerabile escalation di episodi di violenza, fisica e verbale di cui sono bersaglio ogni giorno in corsia ma anche per puntare il dito su condizioni di lavoro insostenibili dal punto di vista organizzativo, contrattuale, sociale. 

Vittime sacrificali di un sistema che con poche risorse e personale sempre più rimaneggiato li impiega in prima linea con turni massacranti, poche tutele, buste paga inadeguate, misure di sicurezza insufficienti. Una singolare forma di protesta - l’unica consentita a chi lavora al letto dei malati e non può fare sciopero - promossa e organizzata dalla Cgil medici e Funzione pubblica ma a cui aderiranno anche l’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” guidata da Manuel Ruggiero, la Cisl medici, la Cimo, con il sostegno anche dell’Anaao, dell’Aaroi e degli altri sindacati della dirigenza e del comparto e l’appoggio convinto e presente dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia guidato da Bruno Zuccarelli.

«In Campania, in particolare nell’area metropolitana di Napoli, è calato un silenzio inquietante sui disagi e le gravi difficoltà dei servizi di emergenza e urgenza ospedaliera e territoriale» spiegano i rappresentanti, regionale e cittadino della FP Cgil per la Sanità pubblica, Giosuè Di Maro e Antimo Morlando. «È come se i problemi - proseguono - fossero improvvisamente spariti. In realtà la tenuta stessa del Servizio sanitario nazionale pubblico, gratuito, equo e solidale è a rischio». Disagi che prestano il fianco all’intolleranza di un’utenza imbarbarita, incivile e poco adusa a rispettare le regole nel reclamare un diritto. 

La protesta si svolgerà all’ospedale di Giugliano, Pozzuoli, Cardarelli, Santobono, San Paolo e Nola e altri. Sarà data voce ai lavoratori oggetto di aggressione fisica e verbale che non accennano a diminuire anche con i posti di polizia in ospedale. In campo una raccolta di firme per un “Piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione”.

Con 150/200 accessi al giorno e punte fino a 250/300 è insufficiente il personale medico e infermieristico: da 2 a 4 medici e da 4 fino ad un massimo di 8 infermieri. Nell’area metropolitana di Napoli, si registra un incremento di tutti gli indicatori dell’area della emergenza: tempi di attesa medi al triage di 7/8 ore, permanenza in Osservazione Breve Intensiva ben oltre le 24-48 ore, giorni o settimane per un ricovero con il Pronto soccorso che resta l’unica via di accesso all’assistenza sanitaria gratuita. 

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«La gravissima crisi dei servizi di emergenza e urgenza ospedaliera e territoriale, la carenza di personale, il disagio lavorativo, l’esodo di medici ed infermieri, i cittadini in barella in attesa sono segni di una crisi strutturale - osserva Bruno Zuccarelli - lavoratori e cittadini devono allearsi a difesa del Servizio sanitario pubblico». «Calci, pugni, schiaffi ed offese sono all’ordine del giorno - aggiunge Manuel Ruggiero - avere una pistola puntata o sequestrati in casa è degno di film di camorra. Abbiamo l’unica colpa di aiutare il prossimo. Andranno via tutti». «Abbiamo chiesto alla Regione un incontro urgente su questi temi - conclude Lino Pietropaolo leader regionale della Cisl medici - ma fino ad ora nessuna convocazione. Speriamo che domani (oggi) si firmi a Roma il nuovo contratto che contiene alcune prime risposte a chi lavora nell’emergenza». 

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