Whirlpool Napoli, la festa dei papà
che lottano per il lavoro: «Sono i nostri supereroi»

Whirlpool Napoli, la festa dei papà che lottano per il lavoro: «Sono i nostri supereroi»
di Alessio Liberini
Venerdì 18 Marzo 2022, 17:26
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Una festa del papà all’insegna della lotta operaia per i lavoratori dell’ex stabilimento Whirlpool di Napoli. Questa mattina le tute blu di Ponticelli si sono radunate nel Cral di fabbrica per “festeggiare” tutti i padri che combattono per difendere il proprio futuro lavorativo: «Lottiamo da più di mille giorni per le nostre famiglie ma anche per lo sviluppo di tutto il territorio» spiegano i lavoratori che il prossimo lunedì, 21 marzo, scenderanno in piazza a Napoli - in occasione della 27esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera – con al collo le istantanee dei 317 volti dei metalmeccanici della periferia orientale della città. Lo stesso giorno, nel tardo pomeriggio, è stato convocato un tavolo in Prefettura con le istituzioni locali in vista del 33esimo incontro romano, sulla lunghissima vertenza al ministero dello Sviluppo Economico, previsto per il prossimo 23 marzo.

Un giorno «dedicato a tutti i papà di Whirlpool Napoli a cui è stato tolto il lavoro ingiustamente» è quello che hanno voluto celebrare, questa mattina, gli ormai ex dipendenti della multinazionale del bianco, attraverso uno speciale flashmob in fabbrica.

Sul palco della sala ricreativa aziendale, allestito per l’occasione come un centro di collocamento con tanto di pc e scrivanie, salgono così gli uomini dell’ex Whirlpool che portano con se degli scatoloni rappresentanti, come si legge sugli stessi, l’etichetta di “disoccupati” che ora hanno attaccata addosso. Un fardello che, simbolicamente, i lavoratori gettano via dal palco, svuotando quei pacchi contenenti le loro tute di lavoro, sporche di sudore ma anche di sogni infranti. Simboleggiando, difatti, quella Napoli che «non molla» come hanno gridato nelle piazze di tutta Italia nel corso di questi oltre mille giorni di vertenza. Così, dopo essersi scrollati metaforicamente da dosso quella triste etichetta, i lavoratori hanno girato gli scatoloni e sono apparsi i concetti chiave di questa lotta che, da quasi tre anni, portano avanti con grande umanità e dignità insieme alle proprie famiglie. «Lavoro, rispetto, futuro, determinazione, uguaglianza, forza, famiglia, coraggio, squadra, dignità» questi i messaggi, al fulcro della lotta operaia, che oggi appaiono sui contenitori. Dopo averli presentati gli operai, in pieno stile Clark Kent, si sono spogliati dei loro capotti per formare una scritta umana che compone la parola “Supereroi”, tra gli applausi scroscianti di amici e familiari che restano a bordo palco.   

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«La dignità non l'ho mai persa – dice Bernardo che oggi è accompagnato in fabbrica da sua figlia Eleonora, appena 20enne – nessuno me la può togliere, come la libertà delle scelte, del lavoro, di continuare a lavorare, non solo per me stesso ma per il futuro di tutto il territorio che difendiamo, questa fabbrica sta qua da oltre sessanta anni». «Ci hanno derubato di qualcosa e ce lo dobbiamo riconquistare – precisa amareggiato mentre guarda il volto di sua figlia - Vogliamo riportare una dignità nelle case e nelle famiglie.

A differenza degli altri miei colleghi ho una figlia già grande e tutta questa lotta la vivo senza nascondere niente, andando avanti con quelle frasi che oggi abbiamo portato sul palco, partendo soprattutto dal rispetto».

Rispetto che, silenziosamente, in questi lunghi tempi di vertenza hanno dovuto affrontare anche i figli dei lavoratori, stando accanto ai quei padri e a quelle madri che da mesi si rimboccano le maniche, come possono, per rivendicare quella voglia e quel grido di riscatto che è lo stesso di tutta la città, e di tutto il Mezzogiorno, che soffre l’atavico problema della disoccupazione, regime in cui sono oggi gli ex dipendenti dello stabilimento di via Argine. «Non sono stati dei giorni facili – spiega Eleonora che anche oggi ha scelto di accompagnare, in prima persona, la lotta di suo padre e dei suoi colleghi - li abbiamo vissuti con molta angoscia, soprattutto per le sensazioni che si hanno in generale quando succedono questa cose. Ma, allo stesso tempo, siamo sempre stati molto uniti ed io ho sempre cercato di sostenerlo per dimostragli il mio appoggio». «Sono tutti supereroi» precisa Eleonora, ribadendo che continuerà a sostenere sue padre e tutti quei «papà supereroi».

Non è di certo facile dover sostenere una lotta operaia quando magari si hanno bimbi piccoli a casa che dopo un po’ cominciano a chiedersi cosa stia succedendo ai propri genitori. Ne se qualcosa l’Rsu di fabbrica Vincenzo Accurso. «Quando si vive un momento così difficile – racconta – non è solo la perdita del posto di lavoro il problema ma è anche il rapporto con la famiglia e soprattutto con i propri figli». «All’inizio della vertenza – ricorda Accurso – decisi di portare mio figlio qui, all’epoca aveva appena 5 anni, e lui scelse di fare un disegno per la fabbrica».  

Ma, all’esposizione dell’operato, invece di ricevere la rappresentazione dello stabilimento trovò «un foglio pieno di spunte verdi» il simbolo che ha accompagnato in questi anni la lotta operaia: «E’ stato un messaggio forte, arrivato da dove meno te lo aspetti. Da un bambino, che aveva capito il senso di quella fabbrica».

Un luogo che, per le 317 tute blu, non è mai stato solo un semplice sito produttivo, ma si delinea come un vero e proprio presidio di legalità in un territorio, come quello della periferia orientale della città (dove sorge lo stabilimento), che da tempo è vittima dei fenomeni criminali i quali si adagiano proprio sulla disperazione delle fasce sociali più a rischio, come sono quelle che si trovano nell’incertezza di un futuro lavorativo. Ecco perché, all’unanimità, i lavoratori hanno deciso di prendere parte alla 27esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La manifestazione che lo scorso anno, in scala regionale, si è svolta proprio nel Cral di Ponticelli, al fine di ribadire quel legame stretto che lega la cultura operaia al contrasto dei fenomeni devianti. Il prossimo lunedì saranno così in corteo, insieme alle centinaia di realtà associative provenienti nel capoluogo campano da ogni parte d’Italia. In piazza i lavoratori porteranno inoltre le immagini, stampate su dei cartelloni, con le istantanee dei loro volti che oggi hanno affisso in una parete della sala ricreativa.

Qui ora compiono sguardi ed occhi di «persone pulite e dignitose vittime in qualche modo del sistema lavorativo italiano che fa purtroppo vere vittime, 3 al giorno di media». 

«Queste foto – afferma con forza l’operaio Luciano Doria – rappresentano persone che hanno subito un danno da una multinazionale, come quello di un licenziamento, ma molti altri lavoratori che hanno subito lo stesso danno non hanno avuto la stessa “popolarità” che abbiamo avuto noi perché magari si parla di aziende molto più piccole. Rivendichiamo il fatto che tutti i lavoratori in Italia sono uguali e bisogna rispettare i contratti e la tutela di questi operai, verso anche un futuro che guardi alle nuove prospettive lavorative».

«Il 21 i lavoratori e le lavoratrici della Whirlpool saranno in piazza – spiega il segretario della Fiom-Cgil Campania, Massimiliano Guglielmi – per una scelta chiara e precisa: stare dalla parte della legalità. A partire dalla Whirlpool rilanciamo con forza un’emergenza che sta vivendo questo territorio e questa Regione: la mancanza di lavoro. In contemporanea, mentre questa mattina c’è quest’iniziativa, a Giugliano ci sono gli operai della Leonardo che stanno protestando perché, solo qualche giorno fa, la multinazionale gli ha comunicato la chiusura del sito. Chiediamo un cambio di passo, dalle istituzioni nazionali e locali, a partire dal lavoro, dalle competenze, dalle conoscenze e dalla storia industriale di questo Paese».

Lo stesso giorno per gli operai della ex Whirlpool di Napoli ci sarà anche un altro importante appuntamento. Alle 19 e 30 i segretari territoriali delle sigle sindacali, insieme alle Rsu di fabbrica, si recheranno in Prefettura per un incontro con le istituzioni locali - Comune e Regione – a seguito della convocazione, arrivata solo nelle scorse ore, firmata dal prefetto di Napoli, Claudio Palomba. Lo stesso che ha già dato, come fanno sapere le organizzazioni sindacali, la sua disponibilità a presenziare al prossimo tavolo del Mise del 23 marzo. Un incontro, quello romano, che potrebbe essere decisivo per capire gli esiti degli sviluppi del piano di reindustrializzazione del sito, presentato dal Governo lo scorso agosto alle parti sociali, per creare un Consorzio che assorbirebbe i 317 metalmeccanici, oggi in Naspi, in Hub della mobilità sostenibile. Un progetto ambizioso che potrebbe rilanciare l’intero tessuto produttivo di Napoli Est ma che, almeno per il momento, aspetta ancora l’evolversi di due nodi cruciali: l’acquisizione dello stabile di via Argine, che dalla multinazionale statunitense passerebbe al nascente Consorzio, e la presentazione del piano industriale dello stesso che in origine era stata fissata, dal Mise, per lo scorso 15 dicembre 2021.

«Ci aspettiamo – commenta il segretario aggiunto della Uilm Campania, Antonello Accurso – la richiesta forte per una svolta da parte del Governo. Abbiamo sentito troppe chiacchiere ora vogliamo i fatti. E li devono chiedere, insieme a noi, anche le istituzioni locali perché non possono permettersi l’ennesimo scippo e l’ennesima volta che una promessa di riprendere il lavoro diventi un qualcosa per far perdere tempo invece di dare un risultato. Ci sono i soldi, ci sono le condizioni, c’è un progetto e noi vogliamo che si realizzi con tutti i lavoratori della Whirlpool di Napoli».

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