Il Festival dell’Opera Buffa Napoletana torna ai Quartieri Spagnoli

Il Festival dell’Opera Buffa Napoletana torna ai Quartieri Spagnoli
di Alessio Liberini
Giovedì 20 Ottobre 2022, 18:02 - Ultimo agg. 21 Ottobre, 14:56
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Torna in città, dopo il successo dell’edizione d’esordio, il Festival dell’Opera Buffa Napoletana. Giunta ormai alla sua seconda edizione la kermesse, che unisce tradizione ed innovazione, sarà in scena dal 2 al 6 novembre 2022. Cinque giorni all’insegna di melologhi e operine proposte in chiave moderna attraverso lo studio e la ripresa di manoscritti dimenticati. Veri e propri capolavori che riportano gli spettatori al teatro musicale napoletano del Settecento.

Mentre le location scelte per la manifestazione, la Sala Assoli e il Teatro Nuovo, riporteranno, letteralmente, a casa il genere dell'opera italiana. Nato, nella prima metà del Settecento, proprio nei Quartieri Spagnoli. Tra le chicche dell’edizione saranno in scena: «L'amante ridicolo» di Niccolò Piccinni che torna per la prima volta a suonare dove debuttò nel 1757, «La zingaretta» di Leonardo Leo e «Livietta + Tracollo» di Pergolesi che si veste, per l’occasione, di suoni elettronici. Per scoprire l’intero programma basta consultare il sito ufficiale del festival.

«L’infedeltà Fedele» è il titolo scelto per la seconda edizione della manifestazione ideata e curata dal direttore artistico Massimiliano Sacchi. Il festival, prodotto dall’associazione culturale Giano Bifronte in collaborazione con Teatro Pubblico Campano e Casa del Contemporaneo, è realizzato con il contributo del ministero della Cultura e gode dei patrocini del Comune di Napoli, di Napoli Città Metropolitana e Napoli Città della Musica.

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Il programma è stato presentato questa mattina negli spazi del Cafè San Carlo - Teatro di San Carlo alla presenza di: Ferdinando Tozzi, delegato dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per l’industria della musica e dell’audiovisivo; Paolo Nappi, presidente associazione culturale Giano Bifronte; Massimiliano Sacchi, direttore artistico Festival dell’Opera Buffa Napoletana; Alfredo Balsamo, direttore generale Teatro Pubblico Campano; Igina di Napoli, direttore artistico Casa del Contemporaneo; Claudio Di Palma, coordinamento teatrale e del direttore generale Teatro di San Carlo Emmanuela Spedaliere.

La manifestazione si delinea anche come una grande occasione per scoprire la storia e i luoghi dove è nata l’Opera Buffa. Grazie ad apposite visite guidate, dall’emblematico titolo «Sulle tracce dell’Opera Buffa Napoletana», messe in campo dalla kermesse.

«Questo festival – ha spiegato l’ideatore Massimiliano Sacchi - è un’iniziativa organica che si sviluppa su più assi. Essenzialmente su un piano di studio e ripresa di manoscritti dimenticati che sono nelle biblioteche del nostro conservatorio e nei nostri archivi. Ma anche su un piano artistico perché riprende degli spettacoli di grandissimo successo in tutta Europa nel fine Settecento». Un’epoca in cui Napoli era tra le maggiori capitali culturali di tutto il vecchio continente. «Napoli –  chiarisce Paolo Nappi, presidente dell’associazione Giano Bifronte – nel Settecento era la città più popolosa d’Italia ma anche la più viva, un vero centro culturale europeo. La città, all’epoca, era spregiudicata. Questo si vede all’interno delle nostre operine, piccoli tesori che abbiamo la voglia di regalare a chi avrà la sensibilità e la capacità di coglierli».

Una città quindi pronta «per comprendere l’importanza di un festival come questo perché il Settecento napoletano rappresenta le fondamenta della musica» ha osservato Ferdinando Tozzi, delegato dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per l’industria della musica e dell’audiovisivo. «Tanti artisti di oggi sono consapevoli di questo – conclude Tozzi - altri non lo sono, ma tutto si fonda sul Settecento napoletano. È in quell’epoca che inizia il lunghissimo percorso che ci porta fino ad oggi».   

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