Istituto studi filosofici, il ministro Sangiuliano: «Lo sosterrò, Marotta era mio amico»

Palazzo Serra di Cassano, è allarme fondi: «Già al lavoro sulle soluzioni»

Gennaro Sangiuliano
Gennaro Sangiuliano
di Dario De Martino
Sabato 21 Ottobre 2023, 23:57 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 07:24
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La crisi degli istituti culturali napoletani è all’attenzione del ministero della Cultura. L’ultimo allarme, segnalato ieri da Il Mattino, è quello relativo all’Istituto di studi filosofici. «Stiamo già studiando cosa è possibile fare», annuncia al nostro giornale il ministro Gennaro Sangiuliano che ieri era in visita a Napoli. Ma la crisi è larga e l’allarme dell’Istituto di studi filosofici è solo l’ultimo dopo i problemi emersi per il Goethe e per l’Emeroteca Tucci. Partite su cui il ministero guidato dal napoletano Sangiuliano annuncia di voler scendere in campo. 

«Sono legato a questo importante presidio di cultura. Sono stato amico personale di Gerardo Marotta», esordisce Sangiuliano parlando dell’istituzione culturale di Palazzo Serra di Cassano a Monte di Dio. Bene ricordare il problema, denunciato ieri da Cesare Scarano, direttore del Settore Progetti e Finanziamenti dell’Istituto di Studi Filosofici: «Abbiamo dal 2021 un finanziamento dal Fondo Sviluppo e Coesione. La legge ci finanzia fino al 2025, e vale anche per l’Istituto di Studi Storici Croce: prevede 1 milione all’anno per ciascuno dei due istituti. Dovremo andare in Parlamento per rinnovarla per l’anno prossimo. Ovviamente, senza questi soldi l’Istituto farà fatica a reggersi». Temi concreti che il ministro Sangiuliano è pronto ad affrontare. «Stiamo studiando quali interventi sono possibili», spiega. Per quanto riguarda l’Istituto Croce, luogo della prima visita ufficiale da ministro dell’ex direttore del Tg2, «abbiamo già dato un contributo all’Istituto, è stato tra i miei primi atti. Posso assicurare che sarà sorretto adeguatamente», aggiunge. D’altronde, anche in questo caso, Sangiuliano ricorda che l’Istituto italiano per gli studi storici, fondato da Benedetto Croce nel 1946, «è stato un luogo che ho frequentato a lungo da giovane. Ho ancora tanti amici lì». 

Ma un’attenzione particolare, da giornalista, il ministro Sangiuliano è pronto a riservarla all’Emeroteca Tucci. «Ci andrò io personalmente», annuncia. In una delle prossime visite a Napoli, il ministro della Cultura andrà quindi nel Palazzo delle Poste in piazza Matteotti che ospita undicimila giornali italiani e stranieri dal 1648. L’Emeroteca è ora a rischio chiusura: ai mali antichi con la fine dei finanziamenti regionali e la morosità della Scabec, società in house di Palazzo Santa Lucia, si è aggiunto lo stop alla convenzione con l’Ordine dei giornalisti durante la fase di commissariamento dell’Ordine regionale. Dal ministero fanno sapere che c’è grande attenzione per le problematiche dell’emeroteca e che il tema sarà affrontato a breve. Novità potrebbero arrivare proprio con la visita di Sangiuliano per una soluzione duratura. Lo stesso ministro aveva già annunciato nelle scorse settimane di voler intervenire sulla questione dell’istituto Goethe che, a seguito della riduzione dei fondi decisa dalla sede centrale di Monaco, ha stabilito un pesante ridimensionamento anche nella storica sede di Napoli. Si cerca, prima di ogni altra cosa, una sede. E prende corpo l’ipotesi dell’Albergo dei Poveri. «C’è un protocollo d’intesa tra me e il sindaco sulla gestione di Palazzo Fuga.

Se ne può parlare. Il Goethe è un’istituzione culturale prestigiosa da salvaguardare», aveva già detto sul tema Sangiuliano. 

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Ieri, nonostante la pioggia, in tanti erano in fila al Museo archeologico, ma anche in altri musei napoletani. E poi c’è da registrare il successo dell’iniziativa Open house, il festival dell’architettura che ha promosso per questo fine settimana viste guidate in oltre 150 luoghi di Napoli. Tra questi anche il Palazzo della Borsa, sede della Camera di Commercio, che ha ospitato anche il convegno “Conservatori del futuro: che cosa conservare, come ricostruire” promosso da Alleanza cattolica, in collaborazione con il “Centro Studi Livatino” e “Ditelo sui tetti” a cui ha partecipato lo stesso ministro Sangiuliano secondo cui «in Italia la tradizione culturale conservatrice non ha mai avuto un’area politica ben definita, se non oggi, né un preciso partito politico di riferimento, se non oggi: per questo dobbiamo elogiare lo sforzo compiuto dal governo e dai partiti che lo sostengono».

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