Napoli, il cacciatore di sedie e le sue «Sedute in bellavista» Foto

Una poltrona loasciata davanti al panorama del Golfo di Napoli
Una poltrona loasciata davanti al panorama del Golfo di Napoli
di Gennaro Morra
Giovedì 31 Gennaio 2019, 15:20 - Ultimo agg. 16:19
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Si chiama Antonio Ambrosio, 37enne della provincia di Salerno, ha una laurea in giurisprudenza e si occupa di diritto della proprietà intellettuale. E poi ha un hobby stravagante: va a caccia di sedie. Sedie lasciate per strada, abbandonate o rimaste lì per essere usate in seguito. Sedie, ma anche poltrone e sgabelli avvistati all’angolo di una via, davanti a un negozio o al centro di una strada sulle strisce pedonali. Ogni oggetto buono per sedersi, di qualunque dimensione e forma, che stazioni solitario o in compagnia di altri simili, Antonio lo fotografa e ne pubblica le immagini sui social network. Ed è così che alimenta la sua collezione di “Sedute in bellavista”.
 

 

 
«È nato tutto per caso poco più di un anno fa – spiega –. Ero per strada e ho visto tre sedie sistemate in modo curioso e le ho fotografate. Il giorno dopo ne ho notate altre tre e ho fatto lo stesso. E poi mi sono reso conto, girando molto per motivi di lavoro, che era una costante quella di lasciare sedie in giro, probabilmente un’abitudine che viene dal tempo in cui le persone del sud trascorrevano le serate estive chiacchierando sedute davanti all’uscio di casa. E quando rientravano, lasciavano lì le sedie per il giorno dopo».
 
Così Antonio ha creato una pagina Facebook e un profilo Instagram per condividere la sua curiosa passione, intitolandoli “Sedute in bellavista”: «Perché sembravano messe lì in bellavista – spiega ancora Antonio –. E poi sono un appassionato del film “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo e mi piaceva giocare con quel titolo».
 
Quasi 90 fotografie raccolte da questo “Cacciatore di sedie” sui due social network: «Le ho scattate a Napoli, ma anche in Puglia e in Sicilia. Qualcuna perfino a Milano e in Svizzera». E sfogliando le immagini s’incontrano scene davvero singolari, che raccontano scorci di vita: una sedia di plastica appesa al muro; un’altra riposta sul tetto di quello che sembra un garage; una poltrona lasciata davanti a un parapetto che affaccia sul golfo di Napoli, che sembra invitare ad accomodarsi per godersi lo spettacolo. Una collezione che cresce giorno per giorno e che Antonio, che si definisce «un curioso, osservatore distratto della realtà», magari in futuro trasformerà in una mostra: «È nato tutto per gioco, ma se si dovessero creare le occasioni, sarebbe una bella soddisfazione».

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