Napoli, il segreto del «teschio alato» nella chiesa del Purgatorio ad Arco

La scultura marmorea di Dioniso Lazzari simbolo del luogo sacro dei Tribunali

La chiesa del Purgatorio ad Arco con all'esterno i suoi teschi
La chiesa del Purgatorio ad Arco con all'esterno i suoi teschi
di Vincenzo Cimmino
Sabato 30 Settembre 2023, 13:36
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Tra il sacro e il profano, tra la vita e la morte. È lì che si inserisce la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, o più semplicemente Chiesa del Purgatorio ad Arco. Siamo nel pieno centro storico di Napoli, in via dei Tribunali.

La chiesa, voluta da antiche famiglie nobili napoletane come i Mastrillo, i Carafa e i Brancaccio, fu eretta nel 1616 su un progetto di Giovanni Cola di Franco e Giovan Giacomo Di Conforto. Il luogo di culto deve il nome “ad Arco” alla presenza, su via dei Tribunali, di una torre romana tra via Nilo e via Atri. Sotto questa torre si trovava l’antico seggio d’Arco, frazione del più importante seggio di Nilo, una delle istituzioni amministrative di Napoli.

«Qui si parla di due chiese – dichiara Francesca Amirante, curatrice della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco –. Mentre nelle altre chiese napoletane si trovano gli ipogei, si trovano le terre sante, qui si trovano una chiesa superiore, una chiesa inferiore e la terra santa. La nostra chiesa inferiore è di una dimensione straordinariamente ampia, dove si celebravano altre messe per i defunti».

I lavori nella chiesa “superiore” vennero portati a termine nel 1638, mentre la chiesa “inferiore”, quella destinata alla sepoltura delle anime pezzentelle, venne completata intorno al Settecento.

Ma chi erano queste "anime pezzentelle", queste "anime del Purgatorio"? Sono le anime di quanti erano costretti a transitare nel purgatorio per espiare i propri peccati e che quindi non erano ancora degne di essere ammesse in paradiso. Un modo per aiutare queste anime a compiere più velocemente il loro viaggio era quello di adottare dei teschi e far dire per questi sconosciuti, dietro pagamento, delle messe.

E i teschi, in questo luogo, hanno una importanza primaria, già dall’esterno: vicini all’ingresso, infatti, sono posti alcuni teschi che accolgono quanti stanno per entrare in chiesa.

«La chiesa che noi vediamo adesso, – continua Francesca Amirante – ancora consacrata e nella quale si dice messa, è il frutto di una reinterpretazione tra Sette e Ottocento.

La prima opera ad arrivare è il quadro di Massimo Stanzione, capolavoro che deve raccontare quello che accade quando i fedeli pagano le messe per le anime del purgatorio».

È difficile, infatti, non essere subito colpiti dalla grande pala d’altare raffigurante “La Madonna delle anime purganti” di Massimo Stanzione eseguita tra il 1638 e il 1642. La tela illustra il ruolo salvifico della Madonna, prima dispensatrice di grazie, e quindi sintetizza il viaggio che le anime dovevano affrontare dalla morte alla vita eterna, passando per il purgatorio.

Il quadro sovrasta un’altra pregevolissima opera custodita nella chiesa: il “Teschio alato”, scultura marmorea di Dioniso Lazzari. In questo rito il teschio umano assume un ruolo fondamentale: è la sede dell’anima da aiutare e dunque va adottato. Il Teschio di Lazzari, oggi celato dall’altare, per secoli ha svolto la funzione di cesura tra le due chiese, quella superiore e quella inferiore.

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La Chiesa Purgatorio ad Arco diventa uno dei maggiori luoghi che custodiscono questo antichissimo culto della adozione dei teschi e ogni luogo ha le sue anime privilegiate, i suoi teschi più celebri.

Qui c’è l’anima di Lucia, una famosa sposa che, secondo la tradizione popolare, sarebbe stata una nobile fanciulla morta dopo un matrimonio forzato. Secondo i più, infatti, Lucia sarebbe stata la figlia di don Domenico d’Amore, uno dei nobili della zona, morta subito dopo le nozze. Certo, è difficile separare il mito dalla realtà, ma quel che è sicuro è che Lucia diventa per il quartiere la protettrice delle spose.

Nel corso del tempo, però, il culto non ha sempre goduto del favore della Chiesa. Quando a Napoli era cardinale Corrado Ursi, infatti, venne vietata ogni manifestazione di culto rivolto ai resti umani. L’alto prelato, inoltre, decretò che i resti venissero rimossi e inumati e che i fedeli si astenessero da ogni devozione per questi luoghi. Oggi, invece, è molto l’interesse verso questa tradizione, specialmente da parte dei turisti, i quali tendono a fare come un tempo facevano i napoletani, lasciando vicino ai teschi oggetti per chiedere grazie.

La chiesa, con il suo museo, fa parte del Complesso museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, ancora oggi di proprietà dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco e custode di un importantissimo archivio storico.

«L’Opera Pia, e questo è straordinario, – conclude la dottoressa Amirante – è rimasta nella sua formazione completamente integra. È un ente ancora molto vivo che sta cercando di interpretare la sua funzione in chiave contemporanea. Questo è un luogo che ha grandissima vivacità anche socioculturale: alle spalle della chiesa c’è un grandissimo ambulatorio medico che serve le famiglie più disagiate del quartiere».

L’ingresso alla chiesa superiore è gratuito; per la visita al museo e alla chiesa inferiore è necessario un biglietto il cui costo varia dai 3 ai 7 euro.

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