Napoli, "insulto" alla chiesa delle Anime Pezzentelle: «Trasformata in uno stand per cibo d'asporto»

Un gruppo di turisti si accampa sulla chiesa e usa gli spazi per consumare cibi d'asporto

La chiesa delle Anime Pezzentelle
La chiesa delle Anime Pezzentelle
di Antonio Folle
Lunedì 21 Agosto 2023, 17:57 - Ultimo agg. 22 Agosto, 13:54
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La chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco è una delle più famose e visitate dell'intero centro storico. Conosciuta da tutti come chiesa delle "anime pezzentelle", è un gioiello del barocco napoletano costruito nei primi anni del 1600 su commissione di alcune famiglie nobili napoletane, che volevano dare un degno luogo di sepoltura ai poveri - da qui il soprannome di chiesa delle anime pezzentelle -, si caratterizza e attira l'attenzione non solo per la famosa "terrasanta" sotterranea all'interno della quale fino agli editti di epoca napoleonica, poi confermati dai Borbone, si seppellivano i corpi dei poveri del circondario, ma per i famosi teschi che troneggiano all'esterno del sagrato della chiesa.

Teschi che attirano l'attenzione delle migliaia di turisti che ogni giorno affollano i Decumani e che testimoniano, nelle intenzioni dei committenti dell'opera, la caducità della vita e la necessità di "mettersi in pace" con le anime dei defunti.

Eppure nonostante l'importanza storica e culturale del monumento non mancano gli "insulti" compiuti dai tanti turisti ignari di trovarsi di fronte ad una delle più importanti chiese partenopee. Ieri mattina, come ha testimoniato l'associazione culturale No Comment guidata da Antonio Alfano, un gruppo di turisti si è letteralmente accampato all'esterno della chiesa, usando gli spazi per consumare cibi d'asporto acquistati in uno dei tantissimi negozi "mangerecci" che ormai caratterizzano il centro storico e che tante polemiche stanno scatenando tra chi sta tentando disperatamente di opporsi alla trasformazione del centro storico Unesco in una immensa tavola calda.

 

Addirittura uno dei teschi è stato utilizzato dagli improvvidi turisti come un vero e proprio "vassoio" per poggiarvi pizzette e patatine. Una immagine che a molti potrebbe sembrare "male da poco" ma che, invece, testimonia come oggi il centro storico della città attiri più per il cibo ancoraa buon mercato  - almeno in paragone alle altre metropoli turistiche italiane -  che per lo splendore dei monumenti. L'episodio dei teschi di una delle chiese più famose di Napoli trasformati in vassoi per cibo d'asporto non sono gravi come gli "sfregi" al Colosseo o agli scavi di Pompei perpetrati da gruppi di giovani e giovanissimi turisti ignoranti, ma poco ci manca.

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«Abbiamo voluto rendere pubblica questa scena - afferma Antonio Alfano - per denunciare il livello di umiliazione che sta subendo il patrimonio architettonico del centro antico della città. I Decumani, denominati le vie dell’arte, stanno trasformandosi in vie del degrado. È necessario un intervento educativo dell’amministrazione per tutelare la dignità di questo prezioso patrimonio UNESCO, anche attraverso strumenti sanzionatori». 

Ancora più caustico il commento di Antonio Pariante, presidente del comitato Civico Portosalvo, da sempre tra i comitati cittadini più attivi per la salvaguardia del centro storico partenopeo: «la fotografia è l’emblema della sopraffazione dei fast food a danno del patrimonio monumentale del grande sito Unesco di Napoli - il commento di Pariante - l'episodio sembra banale ma oltre ad offendere la sacralità del monumento dimostra anche la scarsa capacità di tutela e conservazione del nostro patrimonio storico che lamenta cura e maggiore attenzione da parte delle autorità competenti».

La triste vicenda della chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco ha prepotentemente fatto riemergere - anche se in realtà il dibattito in città è attivo più che mai - la necessità di regolamentare il turismo di massa per evitare a Napoli il destino di città come Roma, Firenze o Venezia, "immolate" sull'altare di un turismo becero e consumistico che oltre ad espellere gli abitanti dal centro storico rischia di causare serissimi danni al patrimonio storico-culturale della città.

Il Comune sta tentando di correre ai ripari, ma l'impressione è di trovarsi di fronte ad un fenomeno, quello della turistificazione del centro storico, ormai fuori da ogni controllo. 

«Questa indecente situazione - il duro attacco della consigliera regionale Maria Muscarà - è degna figlia dei bottegai che hanno trasformato luoghi che il mondo ci invidia in intestini. La città non solo è senza controllo, ma è senza una amministrazione che dia risalto a questi luoghi storici, limitandosi a sponsorizzare il festival della pizza o ad elevare la pizza a bene Unesco. La storia è stata sotterrata da una pizza fritta - ha poi concluso Maria Muscarà - una cosa indegna che in altri paesi del mondo avrebbe scatenato la più ampia riprovazione ma che, a Napoli, sembra essere diventata una inaccettabile normalità».

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