Salerno, murales al posto degli sfregi nel cuore del centro storico tra gradimento e mugugni

L'iniziativa di alcuni commercianti di Salerno non è stata gradita a tutti i residenti del centro storico

Un murales nuovo del centro storico
Un murales nuovo del centro storico
di Barbara Cangiano
Domenica 28 Aprile 2024, 06:15
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Il mondo non è altro che una tela per la nostra immaginazione scriveva Thoreau. E l'arte urbana ne è forse una delle principali manifestazioni. Dopo Milano, Bologna, Roma, anche a Salerno la street art sembra aver finalmente valicato i confini dell'atto di ribellione, essersi smarcata dal suo ruolo ancillare ed aver assunto, a tutti gli effetti, la dignità di azione performativa capace, con un segno, di ridisegnare gli spazi e di restituire bellezza laddove prima c'erano vandalismo e sfregi. Un dato piuttosto comune nel centro storico, dove da Santa Sofia a tanti vicoli e piazze, decine di giovani writer, non hanno risparmiato con i loro tag anche vere e proprie opere d'arte, come i murales dedicati al pittore salernitano Alfonso Gatto, sia sulla scala dei Mutilati che nel rione Fornelle. L'ultimo episodio, in ordine cronologico, ha riguardato via Giovanni Guarna, la traversa che porta dal Duomo a via Botteghelle. Qui, negli ultimi giorni, sono comparse scritte colorate su antiche colonne e sulle mura di edifici storici, a ridosso di alcune attività commerciali. Un fatto, l'ennesimo, che ha spinto alcuni commercianti che hanno a cuore le radici della loro città, a commissionare ad un artista locale alcuni dipinti murari per coprire i segni e restituire un minimo di decoro urbano ad una delle zone abitualmente più fotografate dai turisti stranieri. «Io e il titolare del panificio Tranchino abbiamo pensato che fosse meglio coprire questi sfregi con un dipinto – racconta Aldo Caiella del Barroom – Non a tutti i residenti la cosa è andata a genio, ma non voglio fare polemiche inutili. Il nostro è stato un gesto dettato dalla volontà di riportare bellezza in un luogo che è intriso di storia e di cultura e che in più occasioni è finito nel mirino dei vandali. Questo lo spirito da cui siamo partiti, senza permetterci, tra l'altro, di lavorare sulle colonne che sono beni tutelati dalla Soprintendenza». L'iniziativa è piaciuta molto al consigliere comunale Tonia Willburger, già componente del Sigec, sistema informativo generale del catalogo, una piattaforma collaborativa per la catalogazione dei beni archeologici e architettonici.

«Credo che sia giunto il momento che il Comune si doti di un regolamento ad hoc – spiega Willburger – Dovremmo individuare delle aree della città da dedicare alla street art ed eventualmente istituire una commissione che sappia valutare i lavori che di volta in volta vengono proposti.

Lo ritengo un ottimo strumento per dare voce, spazio e visibilità agli artisti del nostro territorio, ma anche per creare una cifra stilistica che sappia regalare una nuova impronta identitaria a una città che sta crescendo nel solco di una destinazione turistica molto forte. Inoltre – continua – è necessario pensare a una copertura assicurativa per gli artisti affinché siano coperti da eventuali infortuni sul lavoro. Questi progetti sono sperimentati con successo anche in altre città italiane e non solo e iter di questo tipo potrebbero fungere da esempio anche per Salerno. Mi farò portavoce di una proposta da sottoporre ai colleghi e in primis al sindaco Vincenzo Napoli che si è sempre dimostrato molto sensibile nei confronti di questi argomenti».

Intanto i dipinti che sono andati a coprire gli sfregi dei writers sono stati molto apprezzati in particolare dagli stranieri. Un gruppo che fa capo all'Accademia italiana, proprio l'altro giorno ha usato la parete come sfondo per una serie di foto e di selfie da condividere sui propri profili Instagram taggando la città di Salerno. «La speranza è che non ci siano ulteriori atti vandalici – continua Caiella – In questo quartiere servono indiscutibilmente più controlli e magari il potenziamento del servizio di videosorveglianza che, in alcune occasioni, come nel caso di Santa Sofia, hanno dimostrato di funzionare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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