Il Premio Napoli guarda al Mediterraneo, Igiaba Scego nella giuria tecnica

Maurizio De Giovanni neopresidente: Sos per il libro, parliamo ai ragazzi, pronti a coinvolgere i booktoker. Nel cda Mazzucchi e Carillo

Igiaba Scego e Maurizio de Giovanni
Igiaba Scego e Maurizio de Giovanni
Maria Pirrodi Maria Pirro
Giovedì 6 Aprile 2023, 16:31
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Il premio Napoli va alla ricerca di lettori tra i ragazzi, raddoppia i finanziamenti comunali, vuole ampliare gli orizzonti e avere un'identità più forte, da ancorare al Mediterraneo, al mare o all'esilio (il focus è all'esame con uno sguardo ai drammi di oggi e alla geopolitica), nella competizione in quest'edizione ancora legata alle tre categorie tradizionali: narrativa, poesia e saggistica italiana. Poi, la revisione dello statuto. Ma l'obiettivo è già chiaro: «Dobbiamo portare un libro in mano ai ragazzi, parlare il loro linguaggio, perché siamo in piena emergenza», lancia il «mayday» il neopresidente Maurizio de Giovanni, un simbolo della città dei grandi autori. «Ma Napoli - rimarca - è anche la città con i giovani più armati del continente, con la dispersione scolastica maggiore in Europa», con il minore numero di under 30 che aprono più di un volume all'anno, e rappresentano «la futura classe dirigente...». Si capisce la necessità di cambiare rotta, «con molta urgenza». E, per farlo, vanno sciolti nodi evidenti.


Uno è il rischio di non avere pubblico. «Io sono uno scrittore popolare, fierissimo di esserlo», mette le mani avanti de Giovanni nella sede della Fondazione, a Palazzo Reale, spiegando che i «tempi sono cambiati»: «Prima i libri erano considerati più importanti quanto meno erano comprensibili, uno di medio livello vendeva 60.000 copie; oggi 4-5000». Va tolta, dunque, quella patina di «autoreferenzialità un po' polverosa». E il premio deve diventare social: «Uno dei miei grandi traumi, la finestra sul mondo dei giovani come mia figlia», riconosce il sindaco Gaetano Manfredi.

Pronto lo sbarco su Tik-Tok, coinvolgendo influencer. Nuove tecnologie e nuovi linguaggi: audiovisivi. Chiedendo agli studenti di scrivere, ad esempio, mini-sceneggiature tratte da classici degli ultimi 20 anni per trasformarli, poi, in un corto. «Li può far sentire tutti protagonisti». De Giovanni punta a instaurare un rapporto stretto con le scuole e le strutture della giunta comunale che si occupano di istruzione. Un modo intelligente per evitare attività doppione o spot.


«Le iniziative devono essere coordinate, serve qualcosa di sistemico anziché tante fluorescenze». Limite che si avverte anche nelle fiere e nei saloni del libro organizzati al momento nel capoluogo. «A tutte vogliamo essere presenti. Napoli ha molte bellissime, piccole iniziative ma, incredibilmente, non ne ha una grande, penso a Podernone e Mantova». A «Salerno letteratura». E il «Comicon» può essere un modello.

Resta la questione degli spazi per le attività quotidiane. Le librerie vanno tenute in considerazione, ma non bastano. Difatti, nel consiglio di amministrazione della Fondazione, in qualità di delegato dell'assessore alla Cultura (ovvero del sindaco stesso), entra Andrea Mazzucchi, ordinario di Filologia della letteratura italiana e filologia dantesca della Federico II, già impegnato a creare una Casa della lettura a San Domenico Maggiore e a riqualificare le biblioteche nei quartieri dove a volte manca persino il wi-fi, quando sono aperte. L'altro nome appena inserito nel cda è Gennaro Carillo, professore ordinario di storia del pensiero politico e di storia della tradizione classica e della filosofia antica e medievale al Suor Orsola Benincasa. E la giuria tecnica si trasforma anche in comitato, e si allarga: supera i venti componenti coordinati da Alfredo Guardiano.


Con le new entry: Igiaba Scego (tra i dodici candidati al premio Strega), Luciano Stella (assieme a Valerio Caprara e Maurizio Braucci chiamato a valutare sceneggiature e audiovisivi prodotti dagli studenti), Stefano Valanzuolo, Maria Laura Vanorio, Diego de Silva, Pierluigi Razzano. «Il premio deve aggiornarsi, la Fondazione deve diventare una agenzia per la promozione della lettura come strumento educativo», ribadisce Manfredi, spiegando che i finanziamenti stanziati nel bilancio comunale passano da 100,000 a 200.000 euro. E de Giovanni «candidamente» tira in ballo il presidente della giunta regionale, Vincenzo de Luca («Mica vorrà fare brutta figura?»), e prevede spettacoli e reading per raccogliere altri fondi, e magari sponsor privati. La parola chiave è: immaginazione. «Quindi, futuro», conclude.

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