Palazzo Fuga, il ministro Sangiuliano a Napoli: stanziati 33 milioni di euro in più

«Qui c'è il mio cuore, vorrei vedere il Mann 2 e dopodiché potrei andare anche in pensione. Sarò un martello pneumatico»

I nuovi tesori del Mann svelati oggi
I nuovi tesori del Mann svelati oggi
Maria Pirrodi Maria Pirro
Lunedì 3 Aprile 2023, 11:55 - Ultimo agg. 4 Aprile, 15:17
3 Minuti di Lettura

«Qui c’è il mio cuore, vorrei vedere il Mann 2 e dopodiché potrei andare anche in pensione. Sarò un martello pneumatico», è la promessa del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che in mattinata ha tagliato il nastro nell’ala occidentale del museo nazionale archeologico di Napoli, restituita ai visitatori dopo mezzo secolo. Con 240 opere esposte, visibili già dal cortile interno illuminato dal sole: statue in marmo e in bronzo, per la prima volta corredate dalle relative iscrizioni, pitture a parete e pannelli illustrativi, che permettono di «entrare» negli edifici pubblici, civili e religiosi, di età imperiale, provenienti dall’area vesuviana, dai Campi Flegrei, da Terra di Lavoro, ma anche da Gaeta, Minturno, Formia in una «visione ampliata» e adeguata all’epoca della Campania romana.  Per il direttore Paolo Giulierini è un «evento epocale».


Una novità è la spettacolare ricostruzione (anche multimediale) della Quadriga bronzea di Ercolano; un’altra è la lanterna d’oro, dono di Nerone, protetta dal vetro. Da ammirare il Doriforo di marmo, simbolo della perfezione, e il «Gigante di Palazzo»: il busto monumentale di Giove collocato tra Minerva e Giunone, rappresenta un’icona della storia partenopea, tutta da scoprire. E qui lo sguardo si perde nel cielo stellato dipinto sul soffitto, perché le sale furono decorate da Giuseppe Abbate (1864) e Fausto Niccolini (1866-1870). Nel ciclo di affreschi che risalgono, invece, a quasi duemila anni fa colpisce uno scolaro sculacciato; i cavalli neoclassici fanno correre la mente fino ad Antonio Canova. E le sembianze degli imperatori ricordano, in un caso, pure Napoleone. «Straordinaria è la statua di Afrodite ritrovata nell’anfiteatro dell’antica Capua», spiega con orgoglio Carmela Capaldi, curatrice della nuova sezione e professore di Archeologia classica alla Federico II, l’università che ha un ruolo di primo piano nel riallestimento, finanziato con 6,6 milioni. «Difatti, la collocazione dei reperti si incrocia con l’attività di ricerca», sorride.

Curiosità: manca una scultura che raffigura Tito, nell’Augusteum di Ercolano, perché in prestito fino ad aprile al museo Meis di Ferrara. Non si vede nemmeno il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, alle prese con il commissario del Pd arrivato in Campania; mentre ulteriori tesori, nei depositi, sono alla ricerca di sistemazione anche fuori dal complesso di piazza Cavour. Per cui il ministro annuncia altri 33 milioni di investimenti, che si aggiungeranno ai 100 già stanziati. Completati gli adempimenti con banca Intesa Sanpaolo, è confermato anche l’acquisto con fondi governativi dell’ex Monte di Pietà.

Nell’attesa di tutto questo, Sangiuliano fa appello ai tifosi affinché non imbrattino i monumenti durante la festa per lo scudetto e, interpellato sulla Barcaccia di piazza Navona deturpata dai vandali, promette sanzioni amministrative perché la spesa di pulizia sia fatta pagare ai writer («Non possono passarla liscia, vanno puniti severamente»). Multe da affidare ai prefetti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA