Don Mimmo Battaglia vescovo di Napoli spinge i parroci: «Ora serve più impegno»

Il vescovo chiede ai sacerdoti «coraggio» e un «maggiore impegno nella loro missione»

Don Mimmo Battaglia
Don Mimmo Battaglia
di Luigi Roano
Sabato 23 Settembre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 24 Settembre, 08:54
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Monsignor Domenico Battaglia - dopo quel «siamo tutti colpevoli» urlato dal pulpito della Chiesa del Gesù per l'omicidio del giovane musicista Giovanbattista Cutolo - che tanto ha fatto discutere, alza l'asticella pure per la Curia. Lo fa con una lettera inviata all'intera Diocesi di Napoli dove indica gli indirizzi per il nuovo anno pastorale. Il Vescovo chiede ai sacerdoti «coraggio» e un «maggiore impegno nella loro missione» che deve essere al passo con i tempi. Una sferzata quella del monsignore: l'ondata criminale che sta investendo la città da un lato e il continuo richiamo alla corresponsabilità che per Battaglia sembra non essere stato accolto in pieno stanno scuotendo la Curia napoletana. Concetti ribaditi anche nell'omelia nel giorno della festa del Patrono San Gennaro. «Credo che il vero miracolo si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato» una metafora per dire che altro sangue innocente come quello di Giovanbattista non ne deve scorrere più. 

Sono parole severe quelle che scrive Don Mimmo. «Dobbiamo avere il coraggio di ripensare l'esistente, superando il rischio di restare ancorati a certe consuetudini che oggi, in un contesto profondamente rinnovato e in continuo cambiamento, potrebbero essere inefficaci se non, addirittura, controproducenti» scrive il Vescovo.

Cosa significa? «Il nuovo tessuto sociale e le nuove dinamiche della vita quotidiana esigono una maggiore duttilità degli schemi e dei ritmi della proposta pastorale». Cambiare l'interpretazione del tempo attuale questo chiede il Monsignore che entra nel dettaglio. «I nuovi problemi delle persone e delle famiglie, dalla disoccupazione al precariato, dalla devianza giovanile all'abbandono degli anziani, dal disorientamento sui modelli educativi alla diffusione di concezioni nuove delle relazioni, unendosi ai problemi di sempre, dalla mentalità camorristica alla cultura dell'illegalità, dell'usura e della violenza, impongono un maggiore impegno nella formazione della coscienza personale e collettiva e nel servizio della carità in tutte le sue forme». Parole pesante che sono destinate a scuotere e a far discutere al pari delle ultime due omelie.

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Battaglia punta i fari «sulla mentalità camorristica» che pervade la città e sulla «cultura dell'illegalità» diffusa. E poi su modelli «educativi che disorientano» e il riferimento è al Patto educativo da lui voluto per combattere la dispersione scolastica che però non decolla - secondo Battaglia - per le lentezze della politica. Tesi che al Comune e non solo respingono. Battaglia indica la strada per il nuovo anno Pastorale, ma disegna anche una Napoli buia e in declino ostaggio di pratiche negative più che diffuse in una società sfilacciata. L'analisi è molto severa per quanto parta dall'autocritica della Curia perché la missiva indirizzata alla Diocesi ma soprattutto ai Sacerdoti. Per l'Arcivescovo è anche necessario «rinnovare lo stile, la prassi e le strutture dell'azione pastorale, per rendere più efficace la comunicazione del Vangelo, la trasmissione e la celebrazione della fede e la testimonianza della carità». Vuole mettere mano alla struttura della Curia il Monsignore e lo annuncia nella stessa lettera e lo farà a stretto giro di posta. «Quanto suggerito - scrive - suppone la creazione o il rafforzamento, in ogni parrocchia e in ogni decanato, del Consiglio pastorale, dal settembre fino a dicembre 2023». Poi Battaglia conclude il suo ragionamento: «Sarà cura degli uffici di Curia competenti prevedere dei percorsi parrocchiali e decanali che sensibilizzino sul significato ecclesiale e pastorale della scelta dei candidati e sulle modalità per affidare loro il mandato di consiglieri». 

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