Somma Vesuviana, gli ultimi giorni dell'imperatore Augusto

«Abbiamo la certezza che questa villa costruita 100 anni dopo l'eruzione del 79 d.C., aveva avuto una vita più antica e quindi esisteva già nel 79 d.C.»

Somma Vesuviana, gli ultimi giorni dell'imperatore Augusto
Somma Vesuviana, gli ultimi giorni dell'imperatore Augusto
di Antonella Laudisi
Mercoledì 4 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:46
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E se davvero quella grande villa sulle pendici del Somma fosse l'ultima dimora dell'imperatore Ottaviano Augusto? Troppo bella, troppo grande per poter essere solo una masseria al servizio delle fertili terre vesuviane. Se finora la gran parte dei grandi ambienti, delle colonne, delle porte monumentali, delle straordinarie statue, dei pavimenti avevano indotto a pensare che quella fosse una struttura costruita dopo la terribile eruzione del 79 d.C, adesso nuovi ritrovamenti datano la villa a un'epoca precedente. E allora, perché no? perché non riprendere a ragionare attorno all'ipotesi dell'archeologo Matteo della Corte che negli anni Trenta, di fronte a quei primi resti che venivano fuori nella zona di Starza della Regina, ipotizzò in quel luogo un altro grande evento della Storia: la morte di Ottaviano Augusto nel 14 d.C., avvenuta apud Nolam dove, secondo Tacito e Svetonio, «malgrado le cure» si spense a 76 anni. Altri scavi, oggi, quelli che il Suor Orsola Benincasa, con il professore Antonio De Simone, e l'università di Tokyo, con i professori Ayoaghi Masanori e Satoshi, danno motivo per aggiungere pezzi di conoscenza alla leggenda.

«Abbiamo la certezza che questa villa costruita 100 anni dopo l'eruzione del 79 d.C., aveva avuto una vita più antica e quindi esisteva già nel 79 d.C.

e quindi siamo dinanzi ad un risultato importante», conferma De Simone: «È venuta alla luce una stanza più antica ma anche anfore. Lo scavo è in corso».

Sabato e domenica la comunità scientifica aprirà al pubblico quella meraviglia; dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30 gli archeologi italiani e giapponesi che hanno già compiuto il miracolo di riportare in luce tremila metri dell'azienda agricola, accompagneranno i visitatori tra i maestosi ambienti della dimora romana; sarà l'occasione per un affascinante viaggio nella storia dell'altra faccia del Vesuvio, il monte Somma, che nel 79 a.C. esplose facendo strage ma rendendo immortali queste terre e i loro abitanti.

Un viaggio ininterrotto che va dall'età romana al medioevo. Spiega Mariano Nuzzo, sovrintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana: «Questo sito rappresenta un collegamento vero e proprio tra il mondo antico e il mondo medioevale. Qui è possibile rinvenire buona parte dei tracciati antichi che ci consentono di riflettere sulla continuità della nostra storia nel nostro territorio».

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Il nodo resta la possibilità di continuare a scavare per ampliare il sito dove già è visibile l'imponenza della struttura al servizio di quelle terre fertili grazie proprio al vulcano madre e matrigna; un luogo di produzione agricola ma anche di ozio, vista la preziosità delle opere d'arte e architettoniche finora scavate, grazie anche al contributo finanziario dell'università giapponese. Il sindaco della cittadina vesuviana: «Con ogni probabilità ci saranno investimenti per migliorare il sito e anche per ampliarlo. Siamo dinanzi ad una grande svolta», dice Salvatore Di Sarno, «e non è una scoperta secondaria. Noi ci crediamo e ci crede anche la sovrintendenza. Daremo il nostro contributo affinché Somma Vesuviana arrivi in questo circuito fatto di grande turismo. I cittadini devono essere consapevoli che si sta aprendo uno scenario nuovo». 

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