Teatro San Carlo di Napoli, Lissner reintegrato e Fuortes decade (salvo reclamo)

Il cdi del teatro ha provveduto al reintegro dopo il decreto del ministero

Gaetano Manfredi e Stéphane Lissner
Gaetano Manfredi e Stéphane Lissner
di Maria Pirro e Giovanni Chianelli
Lunedì 18 Settembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 19 Settembre, 17:09
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Reintegrato il sovrintendente «numero 1», decade il sovrintendente «numero 2». Eccolo, l’ultimo atto dell’opera buffa che non ha precedenti al teatro San Carlo e vede protagonisti, loro malgrado, due nomi di altissimo livello.

Stéphane Lissner, 70 anni, manager francese, già direttore della Scala e dell’Opera di Parigi: è il sovrintendente «numero 1». Licenziato e riassunto nel giro di tre mesi dalla fondazione lirica. Risulta ancora più breve sulla scena napoletana l’apparizione del sovrintendente «numero 2»: Carlo Fuortes, ex amministratore delegato della Rai, dal primo settembre in carica, chiamato a lasciare la poltrona al suo predecessore senza avere neppure avuto il tempo di salutare il pubblico. Alla prima di «Madama Butterfly» ha preferito il silenzio: un giudice del lavoro, il 12 settembre, proprio il giorno della riapertura del teatro dopo la pausa estiva, ha infatti disposto il ritorno in carica del maestro d’oltralpe fino al 31 marzo 2025, per tutta la durata del mandato. Salvo altri colpi di scena, ovvero altri provvedimenti giudiziari.

Vagliato il contratto, il magistrato Clara Ruggiero ha ritenuto inapplicabile, nel caso di Lissner, il decreto, trasformato in legge, sui nuovi limiti di età, fissati a 70 anni, anche per i sovrintendenti stranieri. E il pool legale del diretto interessato ha immediatamente scritto alla fondazione lirica per caldeggiare l’intervento del suo presidente, il sindaco Gaetano Manfredi, che ha convocato il consiglio di indirizzo d’urgenza con la chiara indicazione di voler rispettare il dispositivo del tribunale. Ieri sera, dopo il decreto del ministro Gennaro Sangiuliano, l’ultima riunione al San Carlo per rendere effettivo il cambio al vertice dopo il decreto ministeriale che, il 15 settembre, ha reintegrato Lissner, salvi gli esiti del reclamo, ed è stato trasmesso anche a Fuortes. 

Chiaro l’obiettivo: comunicargli, di conseguenza, la decadenza del suo contratto, in modo da evitare di pagare due compensi onerosi (il primo di 240.000 euro all’anno, il secondo di 210.000 euro) contemporaneamente.

Questo almeno fino alla nuova pronuncia del tribunale, dove è attesa l’udienza e la valutazione del reclamo presentato dalla stessa fondazione contro l’ordinanza favorevole a Lissner: il collegio in via cautelare potrebbe confermare, modificare o persino ribaltare il dispositivo del giudice Ruggiero. 

Intanto, si procede dando esecuzione al provvedimento «con cui viene meno il presupposto per la nomina di Fuortes, cioè la vacatio del posto di sovrintendente», chiarisce Lorenzo Zoppoli, professore di diritto del lavoro alla Federico II. Una clausola del contratto ribadisce questo principio, prevedendo la decadenza in automatico, con il reintegro di Lissner, ma il manager ed economista romano ha già fatto inviare una lettera dai suoi avvocati per esprimere preoccupazione e ora potrebbe far valere le sue ragioni in un’altra aula del Palazzo di giustizia.

Dal canto suo, Manfredi ritiene di aver fatto il possibile per garantire gestione e funzionamento del teatro, provvedendo sempre con atti dovuti e consequenziali. Fino all’1 giugno, Lissner è stato infatti sovrintendente e nel contempo direttore artistico, assumendo in prima persona tutte le scelte e firmando gli atti necessari, dalle sostituzioni degli orchestrali alle indennità dei coristi. Nei due mesi successivi, il sindaco, in qualità di presidente della fondazione lirica, è subentrato negli atti necessari ma senza le competenze artistiche utili ad affrontare la ripresa delle attività. 

 

Ora il cdi, nel comunicare al manager francese la sua rinomina gli ha anche fatto presente «la necessità di operare con sollecitudine in relazione alle impellenti necessità del teatro». Fuortes, ad esempio, aveva per domani in agenda un incontro con i sindacati per dare seguito agli impegni già assunti, come il completamento della dotazione organica e gli aumenti degli stipendi.

Ma quando tornerà Lissner? Il manager francese si è detto pronto, anzi prontissimo. «Non si sa, sono in attesa di saperlo, per lui non servirà un nuovo contratto, si rianimerà il vecchio», risponde Manfredi uscendo dalla riunione notturna del cdi. E che cosa succederà se il reclamo della fondazione contro la decisione del tribunale sarà accolto? «È stato incardinato, ci vogliono 15/20 giorni per una prima decisione».

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E che accadrà con Fuortes, che già ieri non era in teatro? E che ne dice il ministero, che al cambio al vertice ha dato il la spingendo per la sostituzione dell’ex ad Rai? Assente dalla riunione del cdi di ieri, come in quella precedente, il rappresentante della Regione, Riccardo Realfonzo. Inevitabile prepararsi al cannoneggiamento del governatore Vincenzo De Luca sul pasticciaccio brutto e poco lirico.

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