Teatro San Carlo, la missione di Fuortes: ​riportare a Napoli Riccardo Muti

De Luca e Sangiuliano hanno invitato il maestro al concerto show di Pompei

Il maestro Riccardo Muti
Il maestro Riccardo Muti
Maria Pirrodi Maria Pirro
Venerdì 28 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 29 Luglio, 09:06
4 Minuti di Lettura

Il dopo-Lissner è già cominciato. A Pompei, l’11 luglio, con Riccardo Muti tornato a dirigere sotto il Vesuvio. «Questa è casa», ha detto il maestro napoletano nel teatro grande, evidentemente commosso. E il governatore Vincenzo de Luca, in un colloquio privato a margine del concerto, gli ha chiesto di salire di nuovo sul podio, anche al San Carlo, dove manca dal tour con l’orchestra di Chicago (gennaio 2020) dopo la delusione per gli spettacoli cancellati durante l’emergenza Covid e mai più riprogrammati dal sovrintendente francese. 

Con l’arrivo del suo successore, a settembre, il «sì» appare possibile: anche perché con Carlo Fuortes, il direttore d’orchestra ha già lavorato all’Opera di Roma, e tra le rovine degli scavi, avrebbe espresso al presidente della Regione apprezzamento per il suo operato, prima di diventare amministratore delegato della Rai. Non solo.

Giunto frettolosamente da Roma, pur di non mancare all’appuntamento speciale, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo: «Lo inviteremo a ritornare al San Carlo», ha promesso al pubblico entusiasta, per poi riprendere il discorso nella cena riservata con Muti. L’occasione per parlare di futuro e rafforzare un rapporto antico, quando consegnarono a entrambi il Premio Elsa Morante a Procida. «Sono un suo estimatore», ha rimarcato Sangiuliano. E lo stesso può dirsi del sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della fondazione lirica che, nell’ufficializzare la scelta di Fuortes, ha parlato di Muti come un’eccellenza che può consentire al teatro di fare un ulteriore «salto di qualità».

Sembra, dunque, finito il tempo delle polemiche per il difficile rapporto con il San Carlo di Lissner che annullò non uno, ma tre appuntamenti del maestro a Napoli senza rimetterli in cartellone, per il bilancio degli 80 anni compiuti il 28 luglio di due anni fa. Rinunciando a un concerto con i Wiener e al «Don Giovanni» di Mozart, che l’anno scorso è andato in scena al Regio di Torino e a novembre è previsto a Palermo. Una coproduzione tra i due teatri cui avrebbe dovuto partecipare anche Napoli (ma si tirò indietro), decisiva per rilanciare il progetto. Alla regia la figlia Chiara, che aveva iniziato la trilogia proprio nella città partenopea nel 2016 (Rosanna Purchia sovrintendente), con «Le Nozze di Figaro» e «Così fan tutte». Opere e spettacoli acclamati, come certamente ricorda Anna Barnaba, che ha appena ricevuto dal San Carlo un riconoscimento speciale perché «storica abbonata del teatro».

La cerimonia si è svolta l’altro ieri, poco prima dell’inizio del balletto «Balanchine-Petipa» che ha visto protagonista il corpo di ballo del lirico ed è previsto per quattro sere, di cui una nel nome della solidarietà, per sostenere con l’incasso la rinascita dalle ceneri della «Venere degli stracci» di Michelangelo Pistoletto. «Barnaba è stata una presenza costante e fedele al teatro di San Carlo per decenni, dimostrando un inestimabile sostegno all’arte teatrale, alla musica e all’opera», il tributo. A consegnarle la targa d’onore il direttore generale del San Carlo Emmanuela Spedaliere, come «simbolo tangibile della gratitudine e dell’ammirazione» da parte dell’intera comunità di melomani.

Queste le parole di ringraziamento incise: «Ad Anna Barnaba in riconoscimento del tuo amore e dedizione al teatro di San Carlo. Grazie per la tua fedeltà e per averci ispirato con la tua passione.  Il tuo contributo al mondo delle arti è un faro luminoso che guida generazioni presenti e future verso la bellezza e l’emozione del palcoscenico.  Il Teatro ti onora con profonda gratitudine e ammirazione».

Video
 

L’anziana, presente in sala, al termine di un lungo applauso, ha ringraziato la platea, rilanciando: «Vi invito a venire sempre a teatro, come faccio io perché nonostante le mie 98 primavere posso affermare con certezza che la musica rende giovani». Chissà che non possa festeggiare i cento proprio con un concerto di Muti. Ma toccherà a Fuortes questa missione, riallacciando i contatti e procedendo all’invito formale, di certo sostenuto nell’operazione da tutto il consiglio di indirizzo del teatro e dagli amanti della cultura. Le premesse ci sono tutte. Il San Carlo rivuole il maestro napoletano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA