La stampa cattolica della Campania si mette in vetrina

Emeroteca Tucci, la presentazione della mostra "Due secoli di stampa cattolica in Campania", curata dall'UCSI
Emeroteca Tucci, la presentazione della mostra "Due secoli di stampa cattolica in Campania", curata dall'UCSI
di Donatella Trotta
Domenica 14 Febbraio 2016, 21:18 - Ultimo agg. 29 Febbraio, 17:01
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La stampa cattolica campana si mette in mostra. Ed espone in vetrina, ospitata in quel tempio della memoria storica dei giornalisti (e non solo) che è l’Emeroteca Tucci, le testimonianze cartacee più significative delle 25 diocesi ecclesiastiche della regione, nell’arco di duecento anni. È una prima significativa ricognizione di materiali spesso sommersi o misconosciuti, in originale o in copie anastatiche, la mostra «Due secoli di stampa cattolica in Campania», promossa dall’UCSI Campania e curata da Elena Scarici ed Eloisa Crocco, che ora espone, fino a tutto il mese di marzo nella sede della “Tucci” (nel Palazzo delle Poste di Napoli, in piazza Matteotti), 67 testate – tra settimanali diocesani, bollettini ecclesiastici, riviste di teologia e pubblicazioni dei più importanti santuari del territorio – per un totale di circa 300 materiali, raccolti in quasi due anni di paziente ricognizione.

«Sono testate espressione di una realtà non solo religiosa ma anche sociale e culturale, che divengono dunque fonti preziose per non disperdere la memoria di queste realtà», ha sottolineato l’Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, intervenendo all’inaugurazione alla presenza - tra gli altri - dei presidenti Ucsi Campania Giuseppe Blasi, dell’Ordine regionale dei giornalisti, Ottavio Lucarelli, e della “Tucci”, Salvatore Maffei, il quale ha laicamente chiosato, citando Paul Claudel, che al di là della Sacra Scrittura «è la scrittura stessa una cosa sacra».

E la stampa, confessionale o meno che sia, rilancia bene questo concetto, quando diviene da «storiografia dell’istante» memoria vivente: utile a far luce sull’evoluzione della società, sul dibattito delle idee e sui loro protagonisti nell’avvicendarsi delle stagioni, oltretutto in un momento come quello presente, di transizione epocale per il giornalismo cartaceo. Non a caso, anticipano le curatrici della mostra, questi primi materiali confluiranno nella pubblicazione di un catalogo, finanziato dalla Banca di Credito cooperativo di Napoli presieduta da Amedeo Manzo: «Con l’auspicio – spiegano Scarici e Crocco - di una successiva “tappa” di questo cammino, che magari comprenda anche le riviste degli Ordini religiosi, le riviste di settore e persino i bollettini parrocchiali, sempre ricchi di sorprese e storie di vita».

In mostra presso la “Tucci”, intanto, si può viaggiare tra il passato e il presente della variegata microgalassia cartacea diocesana, specchio di un territorio denso di tradizioni spirituali e devozione popolare, ma anche impegno sociale, attivismo pedagogico ecclesiale ed elaborazione teologico-filosofica: come nel caso dell’esemplare della rivista più antica presente in rassegna, «La Scienza e la Fede» (1841-1888), ritenuta la prima testata filosofica italiana, fondata nel 1841 da Gaetano Sanseverino, canonico, teologo e filosofo napoletano. O come la successiva «Rivista di Scienze e Lettere», mensile fondato nel 1899 come forum promozionale dell’omonima Accademia istituita dal cardinale Giuseppe Prisco, filosofo neotomista preoccupato dell’inadeguata preparazione del clero così orientato, attraverso queste iniziative culturali, pure verso le materie umanistiche oltre che verso le discipline teologiche o gli studi di esegesi biblica in senso stretto. Rifondata con una nuova serie nel 1930, dopo la “svolta” della prima guerra mondiale, il mensile testimonia insomma una storia che arriva sino ad «Asprenas», rivista di teologia nata nel 1953 e, dal 1969, organo scientifico della sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale.

Non mancano, in rassegna, testimonianze più decisamente legate alla spiritualità dei singoli territori: come il numero del 1939 della rivista del santuario della Madonna del Carmine “la Vergine Bruna”, il giornale dei Francescani «Luce Serafica» (1925), o, sempre negli anni Venti, il giornale dei Vocazionisti «Spiritus Domini» e il periodico del santuario della Madonna dell’Arco; accanto a esemplari del Bollettino di Aversa (1932) e di Acerra (1934), a copie del giornale del santuario della Madonna del Carpinello di Visciano (Nola), del 1941 e di «Ascolta», rivista dell’Abbazia di Cava, del 1957, oltre ad alcuni numeri in anastatica del Bollettino diocesano di Nocera Inferiore, datati dal 1915.

La parte del leone, ovviamente, la fa l’Arcidiocesi di Napoli: con una documentazione nutrita che parte dall’antico numero de «La Croce» (1898), primo settimanale diocesano nato dall’impegno di tre sacerdoti (i monsignori Francesco Donato, Giuseppe Petrone e Alfonso Ferrandina), sospeso durante le due guerre mondiali e ripubblicato definitivamente dal 1946, con una numerazione poi seguita, con il cambio di denominazione voluto dal cardinale Corrado Ursi nel 1968, dall’”erede” «Nuova Stagione», che quest’anno festeggia così i suoi primi settant’anni.
Una storia lunga e complessa, ancora tutta da ricostruire, ma di cui si possono avere cospicui “assaggi” in questa prima mostra dell’UCSI che, non a caso, dà ampio spazio anche al bollettino diocesano – ufficiale per gli Atti dell’Arcivescovo e della Curia – nato nel 1920 con il nome di «Bollettino Ecclesiastico dell’Archidiocesi di Napoli» e poi diventato nel 1970, per il cinquantenario, «Ianuarius»: rivista che dal 2008, sotto la direzione del giovane sacerdote-giornalista don Doriano Vincenzo De Luca, si è radicalmente rinnovata e arricchita, nella grafica e nei contenuti. Al passo con i tempi che cambiano. Vorticosamente. Tempi nei quali queste testate sembrano aver assimilato l’ossimoro espresso da un motto latino: Festina lente. Affrettati lentamente.
 
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