Comunali a Napoli, Manfredi chiude ad Alviti e ai trasformisti: «Con me solo chi è di centrosinistra»

Comunali a Napoli, Manfredi chiude ad Alviti e ai trasformisti: «Con me solo chi è di centrosinistra»
di Luigi Roano
Giovedì 15 Luglio 2021, 12:00 - Ultimo agg. 18:28
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Gaetano Manfredi - il candidato sindaco del centrosinistra e del M5S - continua la sua maratona per la città, raccoglie dossier che servono per arricchire il suo programma e per capire cosa vogliono i napoletani. Tuttavia, c'è sempre la politica che ha le spine più appuntite da scansare. Il tema della candidatura di Giuseppe Alviti che dalla Fiamma Tricolore - formazione di destra estrema - è passato all'appoggio del candidato sindaco tiene banco. Alviti si dovrebbe candidare alla Quarta municipalità come capolista nella lista Azzurri per Napoli targata Stanislao Lanzotti. E proprio in un incontro con la Quarta municipalità al Centro Direzionale l'ex rettore inquadra così la questione: «Alviti non lo conosco, ma si candida?» l'esordio. Per poi approfondire il ragionamento sulla compatibilità che lui rappresenta nella sua parte politica: «Chi si candiderà con noi dovrà sottoscrivere una carta dei valori del centrosinistra, chi non li condivide non potrà essere candidato». La sensazione che l'avventura di Alviti sia finita prima ancora di iniziare è forte. Anche perché tra gli alleati di Manfredi non è che la vicenda sia stata assorbita con serenità. Del resto, l'incontro con la Quarta municipalità è stato organizzato dal Pd, dal segretario metropolitano Marco Sarracino che ha messo subito le mani avanti: «Nel Pd grazie a Manfredi è tornato l'entusiasmo - dice il segretario - e il nostro partito negli ultimi 12 mesi ha puntato su un tratto fortemente identitario». E ancora: «Un lavoro che è partito dall'analisi degli errori degli ultimi 10 anni a livello locale e anche nazionale. Oggi votare Pd significa dire no alle diseguaglianze, puntare sulla sostenibilità ambientale e votare per una forza unita, perché il partito è uno solo e si muove in questa direzione». Quindi a proposito di valori Sarracino conclude: «La nostra è coalizione saldamente ancorata al campo progressista, il tema non è solo vincere ma garantire qualità dell'amministrazione». 

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Il tema della composizione delle liste e del loro numero è all'ordine del giorno. E se in casa Pd il quadro è chiaro con Bruna Fiola che porta in dote, oltre che la sua esperienza, 22mila preferenze avute alle regionali e dovrà tirare la volata a tutti, nella coalizione la bagarre è molto forte. Il traguardo dell'accorpamento con il limite di 12 liste è lontano. Il punto di partenza era 24, a oggi il centrosinistra è intorno alle 17. Per Manfredi ancora troppe. In questo contesto proseguono i contatti tra l'ex ministro e Sergio D'Angelo, altro candidato a sindaco nel campo di centrosinistra.

La melina del manager della Gesco che pubblicamente annuncia che «resta candidato fino alla fine» e poi nella realtà flirta con Manfredi continua. Oggi tra i due ci sarà un contatto voluto da D'Angelo e forse anche un incontro. In molti nel centrosinistra danno per scontato che D'Angelo più prima che poi si ritirerà: la trattativa è proprio sulle liste. E non è escluso che la pazienza dell'ex rettore e della coalizione stia per finire, il giorno dell'ultimatum è vicino e D'Angelo dovrà dire cosa vuole fare. 

 

Manfredi nel confronto con i cittadini della Quarta municipalità si è tolto dei sassolini dalle scarpe e per una volta replica ai suoi avversari pur non nominandoli mai: «Mi sto confrontando con una città che vuole ripartire - dice - che fa proposte. Abbiamo perso dieci anni nei quali ci siamo dovuti accontentare di un futuro fatto di marginalità, quasi senza speranza con un conflitto permanente con le Istituzioni dove abbiamo sprecato tante occasioni». 

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